24 aprile 2001

Fino al 19.VIII.2001 Cinquecento Veneto: dipinti dall’Ermitage Bassano del Grappa, Museo Civico

 
Quaranta dipinti dei maggiori artisti del ‘500 veneto provenienti dal museo dell’Ermitage di San Pietroburgo, alcuni per la prima volta in Italia, sono esposti a Bassano, città di grande fascino che vide fiorire il genio della famiglia che portò il suo nome...

di

In massima parte si tratta di opere acquistate per volere dell’imperatrice Caterina II, sovrana illuminata innamorata dell’arte italiana: intere collezioni sparse per l’Europa furono acquisite per essere portate in terra di Russia in un periodo storico di grande fermento in cui artisti e uomini di cultura viaggiavano alla volta delle capitali europee occidentali per incontrarsi e studiare l’arte e la storia della classicità e del Rinascimento italiano.
La mostra è anche il risultato di un felice rapporto instaurato tra la città di Bassano, l’Ermitage e il Museu Nacional d’Art di Barcellona. La mostra in corso sarà infatti trasferita in autunno nel museo catalano mentre è prevista all’Ermitage una grande rassegna dedicata allo scultore di Possagno (a pochi chilometri da Bassano) Antonio Canova, nell’ambito della quale saranno esposti, insieme all’eccezionale corpus di opere possedute dal museo russo, un nucleo consistente di dipinti, disegni e monocromi prestati dal Museo di Bassano e dalla Fondazione Canova di Possagno. I curatori della rassegna canoviana saranno Giuseppe Ravanello dell’Università di Trieste e Mario Guderzo, direttore del Museo Civico bassanese che, insieme a Irina Artemieva del museo Ermitage, ha curato anche la mostra presente.Tiziano Fanciulla con cappello piumato olio su tela cm. 96x75 1538 ca. Ermitage
Per la seconda volta, in 2 anni, la piccola ma bella Bassano offre delle belle sorprese dal punto di vista espositivo dimostrando una rinata vivacità culturale, per certi versi inaspettata per una città di provincia. L’anno scorso fu l’eccezionale mostra sull’arte contemporanea dal titolo “Sentieri interrotti” a stupire (per me una delle più belle mostre dell’anno) e quest’anno l’occasione di ammirare capolavori assoluti di Cima da Conegliano, Giorgione, Lorenzo Lotto, Palma il Vecchio, Tiziano, Tintoretto, Veronese, per citarne solo alcuni, oltre ad una decina di capolavori usciti dalla bottega dei Bassano (Jacopo, il più famoso, Francesco e Leandro). Ma non è tutto, giacché il visitatore ha l’occasione di approfondire la conoscenza dell’opera dei Bassano visitando l’attigua e straordinaria collezione esposta in permanente nelle sale del Museo Civico; un nucleo di opere cui giustamente è stato dedicato un capitolo nel bel catalogo curato da Irina Artemieva.
Dal taglio scientifico e corredato di foto di buona qualità, il catalogo è introdotto da un puntuale ed importante contributo della stessa Artemieva che analizza le vicende della costituzione della collezione imperiale russa: uno scritto importante per la storia del collezionismo settecentesco.
Buona parte delle opere esposte giunge in Italia reduce da un’importante intervento di restauro che restituisce i capolavori in tutto il loro splendore. Tra questi ne segnaliamo alcuni, a cominciare dall’intima e raffaellesca composizione Madonna con il Bambino di Cima, già nella collezione della granduchessa Maria Nicolajevna di Villa Quarto a Firenze ed acquistato dall’Ermitage nel 1920 dal principi Kociubej di Pietroburgo.
Dalla collezione Crozat, marchese di Chatel, viene la bellissima Fanciulla con capello piumato di Tiziano, come pure lo Sposalizio mistico di santa Caterina e l’Autoritratto di Veronese.
Di Tintoretto è invece il San Giorgio che uccide il drago, dalle inedite sfumature rosate, vicino, per epoca di realizzazione, a quello conservato alla National Gallery di Londra.
La Sacra famiglia con santa Giustina di Lotto spicca per le cromie accese e delicate, la morbida plasticità delle figure e per il suggestivo paesaggio. E il paesaggio caratterizza anche la Madonna con il Bambino di Palma il Vecchio dove si riconoscono sintetizzate le lezioni di Tiziano e Giorgione; dello stesso artista il bel Cristo e l’adultera, in cui introspezione psicologica e attenzione minuta per il disegno delle ricche vesti sorprendono, mentre la scritta in lettere dorate “chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei” (Giovanni 8, 3-11) posta a fianco del volto del Cristo come un moderno fumetto, ci induce a collocare puntualmente la narrazione dell’evento biblico riconoscendo gli stati d’animo dei personaggi.
C’è poi l’Autoritratto di Domenico Capriolo, tanto bello da essere stato a lungo attribuito a Giorgione. L’Artemieva cerca infine di risolvere a favore di un maturo Jacopo da Bassano, in collaborazione con il fratello Francesco, la discussa Adorazione dei Magi: splendide le sete delle vesti dei Magi e la naturalezza dei volti in quest’opera che tradizionalmente risulta essere una copia della tela dallo stesso soggetto conservata al Kunsthistorisches Museum di Vienna, che però risulta di dimensioni inferiori a quella qui esposta.


Alfredo Sigolo



“Cinquecento veneto. Dipinti dall’Ermitage”.
A cura di Irina Artemieva e Mario Guderzo. Bassano del Grappa, Museo Civico, piazza Garibaldi.
Dall’ 8.IV.2001 al 19.VIII.2001.
Enti promotori: Città di Bassano del Grappa, Museo Statale Ermitage di San Pietroburgo, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici del Veneto, con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza, Belluno e Ancona. Organizzazione: Villaggio Globale International.
Orari: tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00. Informazioni e prenotazioni: call center, numero verde 800712722, web: www.cinquecentoveneto.it.
Ingresso: intero £ 12.000, ridotto £ 8.000, gruppi e convenzioni £ 8.000, scolaresche £ 5.000 (il biglietto della mostra consente la visita al Museo Civicoe al Museo della Ceramica di Bassano).
Visite guidate su prenotazione: per gruppi da 10 a 25 persone max, visita di 75 minuti ca. (£ 150.000); per scolaresche da 10 a 25 alunni max, visita di 60 minuti ca. (guida gratuita). Costo della prenotazione £ 2.500 a persona. Visite guidate senza prenotazione: per singoli visitatori, visita di 75 minuti ca., in gruppi autoformati di 25 persone max, solo alla domenica, ore 10.00 e ore 16.00 (£ 8.000 per persona). Catalogo Skira £ 70.000.


[exibart]

5 Commenti

  1. Solo una piccola correzione: il curatore della mostra canoviana all’Ermitage è Giuseppe Pavanello, non Ravanello. E’ uno dei massimi esperti di Canova, ha curato anche la celebre mostra del 1992 a Venezia (ed è anche, per inciso, il mio insegnante e un ottimo amico! 🙂

  2. Grazie di cuore Alessio. A occhio e croce l’autocorrezione di word ha colpito ancora.
    Ti è piaciuta la mostra? A me molto.

  3. Ciao Alf, sì, la mostra è piaciuta molto anche a me (anche se un paio di cose le avevo già viste nel ’93 a Parigi – “Le siecle de Titien” al Grand Palais – e riviste poi a Pietroburgo nel ’95: e a tal proposito consiglio a tutti un bel viaggio in Russia, è splendida). Ci sarebbe da discutere sull’Autoritratto attribuito al Capriolo, che – come qualcuno pensa – potrebbe essere in realtà del Pordenone giovane (un mio amico è convinto che quella ritratta sullo sfondo sia Portogruaro, e mi pare possibile). Un’ultima cosa: non ce l’ho con te, ma ti devo segnalare un’altra svista nell’articolo (peraltro molto bello): Francesco da Ponte non è fratello di Jacopo Bassano, bensì è suo figlio. Tanti saluti e non odiarmi! :-))

  4. Ok, grazie. Colgo l’occasione per riordinare e ripassare l’albero genealogico della famiglia, dal catalogo della mostra.
    La famiglia dei Bassano emigrò da Gallio, sull’Altopiano di Asiago, verso la metà del XV secolo. A trasferirsi a Bassano del Grappa, città che darà il nome alla famiglia d’artisti, fu Berto de Gallio, calzolaio. Egli giunse con il figlio Jacopo, detto Dal Ponte (dal toponimo), che intraprese l’attività di conciapelli. Il primo a svolgere l’attività di pittore fu il figlio del conciapelli, Francesco Bassano il Vecchio, detto Francesco Dal Ponte (Bassano 1470/1475 ca.-1539). Recuperando e rielaborando gli stilemi del Montagna, di Cima e dello Speranza ed in generale della cultura pittorica delle aree veronese, vicentina e padovana, egli lavorò per le fabbricerie e per i pievani della zona. Suo figlio, il più noto della famiglia, fu Jacopo Bassano, detto Jacopo Dal Ponte (Bassano 1510 ca.-1592); fu lui a rinnovare in senso veneziano la pittura della bottega, ispirandosi a Tiziano, Tintoretto e Veronese. La frequentazione del ricchissimo ambiente accademico veneziano gli permisero di superare la lezione del maestro, Bonifacio de’ Pitati, detto Bonifacio Veronese.
    Jacopo ebbe 3 figli.
    Francesco Bassano, detto Francesco Dal Ponte il Giovane (Bassano 1549- Venezia 1592)fu molto attivo a Venezia, lavorando anche a Palazzo Ducale.
    Leandro Bassano, detto Leandro Dal Ponte, (Bassano 1557-Venezia 1622), fu anch’esso attivo a Venezia, specie come ritrattista.
    Gerolamo Bassano, detto Gerolamo Dal Ponte (Bassano 1566-Venezia 1621), fu noto soprattutto per le copie quasi perfette delle opere del padre Jacopo.
    La più importante collezione pubblica delle opere della bottega dei Bassano è conservata nello splendido Museo Civico di Bassano del Grappa; esso ha avuto origine, come spesso è accaduto (si pensi solo a Brera), dalla soppressione di chiese e corporazione religiose in età napoleonica e quindi si è arricchito grazie a donazioni e acquisizioni.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui