27 febbraio 2002

Fino al 4.III.2002 85° Mostra Colletiva Venezia, Fondazione Bevilacqua La Masa

 
Rischia di essere ricordata per l'annuncio delle dimissioni del suo Presidente Luca Massimo Barbero questa 85a Collettiva alla Bevilacqua La Masa o, al massimo, per la mancata assegnazione della borsa di studio più ambita. D'altro canto...

di

…sono pochi i motivi di recriminazione per una selezione un po’ sottotono. Le 23 opere di giovani artisti residenti o domiciliati nel Triveneto, scelte tra le 331 pervenute per essere esposte nella sede di piazza S. Marco, mostrano forse nella maniera più eclatante la crisi di un evento che non riesce a rappresentare in modo adeguato un panorama artistico italiano non ancora sufficientemente gratificato a livello internazionale, eppure quasi unanimemente riconosciuto come vivace ed ispirato. 85° Mostra Colletiva, Venezia, Fondazione Bevilacqua La Masa. Traush Verena, Fanny Eurocity Vienna-Praga, acrilico su tavola
Da un secolo il sostegno ai giovani artisti originato dal lascito di Felicita Bevilacqua La Masa ha rappresentato un’opportunità fondamentale per la promozione dell’arte contemporanea; e ciò nonostante le critiche ed i periodi bui cui, inevitabilmente, la Fondazione è andata incontro nel corso della sua storia. Neppure questi, è bene dirlo, sono tempi particolarmente felici per un’istituzione che, nonostante le intenzioni, finisce per fallire proprio sul punto della promozione delle nuove leve artistiche che alleva. Non sta a noi entrare nel dettaglio e perciò ci limiteremo a constatare che le scarse sinergie con enti, istituzioni e piazze che mostrino maggior vivacità culturale della zoppicante Venezia, la carenza di una progettualità mirata a promuovere il lavoro ed il prestigio della Bevilacqua in una moderna ottica di rete sui circuiti culturali internazionali, infine la poca attitudine al dialogo ed al confronto col mercato e il collezionismo, finiscono inevitabilmente per minare, dell’attività della Fondazione, proprio quella primaria di sostegno alle nuove generazioni di artisti. Certo, può avere un senso valorizzare gli spazi espositivi con le grandi retrospettive dedicate a Basquiat, Beuys, Frida Kahlo, oppure con gli omaggi alla cultura critica veneta come la mostra recente dedicata a Giuseppe Marchiori e quella prevista per maggio su Giuseppe Cesetti. Tuttavia la Bevilacqua La Masa, dovrebbe contraddistinguersi come fucina per le nuove generazioni, attuando una vera e concreta politica di promozione della ricerca.
Detto ciò passiamo all’elencazione dei premi attribuiti per la 85a Collettiva, tenuto conto che la borsa di studio di € 2065,83 (ex 4 milioni) non è stata attibuita. A Fanny Verena Trausch, Alessandro Bedin e Jasmina Cibic sono andate le 3 borse minori della Fondazione (€ 1291,14 ciascuna), ad Alice Pelice il premio per l’immagine grafica del manifesto (€ 774,69) mentre le 2 borse di studio di € 1291,14 messe in palio dalla Regione Veneto, sono state attribuite a Jacopo Jarach e Lisa Castellani. Dei 3 premi acquisto, a Nemanja Cvijanovic è toccato quello della CaRiVe (€2065,83), Patricia Pesùt si è aggiudicata quello del Consorzio Venezia Nuova (€ 1032,91) e Lorena Romanin quello del Consorzio Acquedotto Basso Piave (€1032,91).
L’elenco dei premiati aumenta il rammarico per un’occasione perduta. Venezia non riesce ad offrire agli artisti provenienti dall’Est europeo un terreno fertile nel quale crescere; eppure in queste regioni la qualità dell’attività artistica contemporanea è ormai riconosciuta (vedi l’edizione di Manifesta a Lubiana, ampiamente citata anche all’ultima Biennale). E non è a caso, dunque, che forse l’opera più bella alla 85a Collettiva sia una splendida figura infantile dai colori acquerellati di Elizabeta Kocijan, artista di 24 anni (eppur veterana degli studi della Bevilacqua) la cui sensibilità pittorica appare ingiustamente ancora sconosciuta in un mercato che in tempi recenti ha saputo gratificare questo genere di ricerca pittorica e che incredibilmente sembra contentarsi dei pronipoti copioni e sfigati del pittore americano Alex Katz. 85° Mostra Colletiva, Venezia, Fondazione Bevilacqua La Masa. Cibic Jasmina, Hybrid computer art, cm. 120x30Ma forse a simbolo di questa polemica collettiva, può essere a ragione eletto l’atro cubo in plexiglas di Gianfranco Grosso, anch’egli veterano degli studi di palazzo Carminati. La sua opera proietta in modo inquietante il segno del denaro sulle pareti circostanti, invitando gli osservatori ad usarlo (Usalo è il titolo, appunto): un esercizio stilistico concettuale inedito rispetto all’opera precedente dell’artista che tuttavia non manca di cogliere nel segno.

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Alfredo Sigolo


85° Mostra Collettiva
Dal 27.I.2002 al 4.III.2002.
Venezia, Galleria Bevilacqua La Masa, Piazza S. Marco 71/c
Ingresso libero.
Orari: dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 19.00. Chiuso il martedì
Tel: 0415207797 o 0415208879 Fax: 0415208955 E–mail: info@bevilacqualamasa.it Web http://www.bevilacqualamasa.it


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11 Commenti

  1. CONCORDO PIENAMENTE CON L’ARTICOLO DEL SEMPRE OTTIMO A. SIGOLO, L’OPERA DELLA ELISABETTA KOCJEN E’ SICURAMENTE LA PIU’ COINVOLGENTE, UN ARTISTA CHE MERITEREBBE SICURAMENTE PIU’ ATTENZIONE.

  2. ma smettiamola di fare i fessi/cessi.
    Qui c’è stato dell’ accattonaggio. Qualcuno ha presso i soldi a venezia per fare tutto questo e tutti noi lo sapiamo, ma nessuno puo dire niente (! paura) . Nemmeno i leccaculo di palazzo carminati ch hanno convissuto passivamente con questo!. (Si dice che a mettere i bigliettini contro la barbara sia stato lo steso barbero con la parrucca. ricordate i vaporetti, accompagnato da alcuni “suoi amichetti”?) mostre che hanno portato un sacco di soldi a qualcuno/a . E dove erano gli artisti di venezia di che sapevano tutto?. Avevano paura dei fratelli avvocati della poli? Bravi!! sono più bravi di berlusconi per fare strategìa!!!!, Coraggiosi. Complimenti vivissimi!!!!. Invece di apparire, si camuffano faccendo ancora dicchiariazioni anonime.
    “ero in un ristorante e ho ascoltato”…. ma a chi volete fare fessi/cessi? Bravi pure voi , in pocchissimo tempo avete imparato qualcosa che con l’arte non centra niente!
    cosanostra si chiama? Chiamata come vi pare a noi non ci piace!!!

  3. BRAVO ANTON!!!!
    TU SEI LA SPERANZA DI UN MONDO MIGLIORE!!!
    DIETRO QUESTE TUE AFFERMAZIONI VI é L’ONESTA’. TUTTI SANNO E TUTTI SI NASCONDONO MIMETIZZANDOSI VERSO IDENTITà MULTIPLE!!!
    LA TUA “GUERRA” GIUSTA -COME LO SEI TU -CHE SAI. SALVA QUESTE POVERE “ANIME IN PENA” AL GRIDO DI VOTA ANTON.
    VOTA ANTON

  4. Senti Anton,ti va di incontrarci per fare quattro chiacchiere? Se si fammi sapere dove e quando,a presto coraggiosone.

  5. Ehi Anton, perché non rispondi ad “artista di Carminati”? E poi vorrei dirti anche un’altra cosa. A me fa piacere che gli articoli suscitino un dibattito e che vengano alla luce anche retroscena poco noti, e tuttavia dato che frequentare assiduamente la Bevilacqua non è proprio cosa che fanno tutti (e neppure io), mi piacerebbe che gente che pare informata come te ci spiegasse in modo più dettagliato cosa non funziona e perché in questa istituzione che, sulla carta e logisticamente (sede nella Venezia dei milioni di visitatori e spazio espositivo sul più grande palco del mondo-piazza S.Marco), avrebbe delle potenzialità formidabili. E’ certo che io, da osservatore esterno, posso fare un certo tipo di considerazioni osservando la facciata ma certamente conto molto su gente come te per schiarire le idee mie e dei lettori. Coraggio dunque, se vuoi e se puoi, dicci qualcosa di più.

  6. ILLUMINATO ANTON,
    ma di quali “culi leccati” vai parlando? Cerca di essere più chiaro e -se ne sei a conoscenza-racconta i fatti con le giuste dinamiche.
    A mio parere-scusa se mi permetto-sei molto confuso e visto che hai descritto tutti come dei “berlusconiani” ti invito a riflettere sul tuo tono “filo-sgarbiano”…
    Un consiglio,per cambiare il mondo necessitano persone con molto coraggio e con una stuttura mentale molto precisa e non sicuramente opportunisti e qualunquisti “mordi e fuggi”…
    Io sono Io: mi trovi, ancora per poco, a Palazzo Carminati.
    Gianfranco Grosso

  7. sono ritornato adesso e ho visto c’erano dei risvolti, si erano risvegliati quelli li!!
    1) non parlo con chi non ho stima
    2) venite a trovarci a padova e vi faremmo vedere
    3)inter exibart ! : fattemi domande precise e risponderò
    4) ho un’elenco coooooosiiiiiiii di artisti che vorrebbero parlare

    baci a tutti

  8. Allora anton, se non vuoi venire a Venezia,vengo io a Padova. Dimmi dove e quando.Impara a scrivere; fai troppi errori di grammatica. Scommetto che anche questa volta troverai una scusa per non incontrarmi.Ciao fifone!

  9. mi pare piuttosto scorretto lanciare un sasso e poi nascondere la mano. Se ci sono fatti/situazioni/eventi/pettegolezzi che in qualke modo possono avvalorare le tesuccie proposte da Anton, che vengano dette papali papali. Il tutto assomiglia fin troppo ad una rivalità verso gli artisti ospitati dalla fondazione, e nemmeno per una qualsivoglia diversità poetica/estetica, ma per una banale forma di invidia (non saprei ke altro termine utilizzare) vers gli stessi. L’invito a esprimere qualcosa di + concreto circa le pseudo accuse è venuto pure dagli artisti ospiti, e come se non bastasse, dallo stesso giornalista ke ha curato l’articolo. Se non si prende al balzo la possibilità di “spiegare” ora, quando allora? Bisogna aspettare ke ci sia un incontro a Padova anticipato da slogan da stadio? Suvvia, un poco di serietà. Aspetto con ansia il prossimo sasso nello stagno: riesci Anton, a fare anke i cerchietti?. Non lo scopriremo mai!

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