10 marzo 2003

fino al 25.IV.2003 Un pioniere del manifesto: Adolf Hohenstein (1854-1928) Treviso, Palazzo Giacomelli

 
Dopo i manifesti della Belle Epoque e della Secessione Viennese, Palazzo Giacomelli continua l’opera di divulgazione dei fondi della Raccolta Salce. Con uno dei principali protagonisti della grafica fin de siècle…

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Ad Adolf Hohenstein (1854-1928), tedesco di origine ma attivo a Milano già dalla prima giovinezza, si devono alcune delle immagini più rappresentative e divulgate del Liberty italiano. La varietà dei soggetti e dei riferimenti della sua opera, infatti, testimonia con grande efficacia il desiderio, tipico della borghesia di quegli anni, di imporre un proprio gusto. Una propria estetica capace di conferireAdolf Hohenstein dignità e valore artistico non solo ai temi classici e celebrati delle arti maggiori, ma anche alle opere d’invenzione e d’ingegno dovute allo straordinario proliferare di ricerche e scoperte che hanno concretamente rivoluzionato, dalla fine dell’Ottocento, tutti i campi dello scibile e della vita quotidiana.
Così, se la parte più cospicua della produzione di Hohenstein -nonché della mostra trevisana – è sicuramente quella dedicata alla lunga collaborazione con la casa editrice musicale di Giulio Ricordi (ricordiamo in particolar modo i manifesti pucciniani per la Tosca e la Butterfly), rimangono affascinanti testimonianze di un’epoca in fibrillante ed entusiasta evoluzione anche i manifesti che hanno per soggetto i nuovi quotidiani d’informazione (come Il Corriere della Sera o Il Resto del Carlino ). O ancora la divulgazione della luce artificiale e di nuovi prodotti farmaceutici e voluttuari (come laAdolf Hohenstein Cintura Calliano o il Cordial Campari), non meno che la diffusione di nuovi mezzi di trasporto come i canots automobiles o le navi da crociera.
Stupisce in Hohenstein la modernità di un approccio estetico che, se asseconda il gusto floreale e curvilineo a lui contemporaneo soprattutto nei dettagli grafici e tipografici, se ne distanzia nettamente nell’impaginazione dell’immagine e nel ricorso a vaste campiture di colore che preludono alle stilizzazioni déco.
Inoltre, la netta preferenza accordata ai toni freddi e scuri dei viola, dei verdi e degli azzurri, ed il ricorso insistito alla monocromia o alla dissonanza fra due unici colori primari, accentua la riconoscibilità e l’originalità del suo stile. Nonostante i manifesti di Hohenstein presentino evidenti affinità con l’opera, ad esempio, di Galileo Chini (di cui condivide non solo la tematica pucciniana, ma anche la fondamentale esperienza del viaggio in Siam), se ne differenziano nettamente per la spigolosità e la sintesi del taglio rigoroso e volumetrico, che progressivamente abbandona lo storicismo ancora presente nei manifesti per il Falstaff e la Wally per accostarsi ai nervosi e contrastati stilemi delle avanguardie del ‘900.

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elena franzoia
mostra visitata il 5 marzo 2003


Un pioniere del manifesto: Adolf Hohenstein (1854-1928). Fino al 25.IV.2003
Palazzo Giacomelli, Piazza Garibaldi, 13 Treviso.  Orario: tutti i giorni 9.00-12.30 e 14.30-19.00 Domenica 14.30-19.00. Ingresso libero
Per informazioni: Segreteria Organizzativa Tel. 0422.294401, Fax 0422.412238
Web site: www.unindustria.treviso.it/salce , e-mail: pgiacomelli@unindustriatv.it Ufficio stampa:  Studio Esseci, Tel. 049.663499, e-mail: info@studioesseci.net
Catalogo a cura di E. Manzato con testi di M.P.Ferraris, V.Strukelj, E.Manzato, pagg. 96, € 15.

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