14 gennaio 2004

fino al 18.I.2004 Enrico Minato – Catasto Crespano del Grappa (tv), Andrea Pronto Artecontemporanea

 
Lusso o necessità? Operare in una condizione di marginalità rispetto al sistema è scelta che pone una serie di interrogativi. Sul ruolo dell'artista e della critica, sulla qualità dell'opera, sulla legittimità del mercato...

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La scelta di Enrico Minato è stata di condurre una vita ritirata in quel di Crespano, paesino alle pendici del Grappa, senza che questo gli abbia pregiudicata l’intensa attività espositiva in Italia e all’estero, pur in situazioni alternative rispetto al circuito cosiddetto ufficiale e più adatte alla vocazione concettuale del suo lavoro.
Il titolo della personale curata da Stefania Portinari, Catasto, allude alla volontà di una ricapitolazione del lavoro dell’artista, all’accumulo e alla quantificazione di idee e progetti, dai quali esce una determinazione ed un’identità senza compromessi, non di rado spese su tematiche sociali e ambientali, affrontate con raffinata attenzione estetica e con un narcisismo mai stucchevole o fine a se stesso.Minato, Enrico: Un suono lieve, installazione, ferro sagomato, 2003
Minato è un fiume in piena: in galleria ce n’è per tutti i gusti, dalle installazioni ambientali alle opere plastiche a parete, dalle opere grafiche alla performance, al video. L’allestimento conta poco e ogni muro, spazio, angolo diventa opportunità per dire qualcosa, per affermare un altro pensiero.
Nella penombra della Cripta, al suono di una goccia che cade inesorabile, una serie di libri sigillati, ordinati lungo le pareti, fanno affiorare parole che rinviano alla sacralità del luogo e alla logorante impossibilità di cogliere una qualsiasi verità.
Nella sala superiore, un grande pannello colorato di gommapiuma, in cui è scavata a mani nude la scritta Di/segno con dito, invoca il recupero della manualità come affermazione di sé e fa il paio con la scritta a muro Un suono lieve, realizzata sagomando un tondino di ferro in un calligramma dalla divagazione onomatopeica che rinvia alla tradizione della poesia futurista e visiva e che ritorna nelle carte timbrate, dove si corrispondono forma e concetto.
La struttura specchiante in acciaio inox Via vai, dalla forma di croce greca in alzato, non punta ad un effetto percettivo astratto della riduzione dello spazio (alla maniera delle Gabbie-specchio di Pistoletto) ma a quello concreto della registrazione del passaggio dei visitatori, una sorta di telesorveglianza ante litteram.
Minato, Enrico: Via vai, installazione, acciaio inox, 2003Allude alla necessità di una elevazione attraverso il ritorno in sé e alle proprie radici il tappeto verde di feltro (citazione da Beuys) dal titolo Rotola verso l’alto e logicamente prelude al video documento Trapianti, toccante carrellata di antichi ulivi, ribattezzati con nomi biblici, estirpati dal luogo d’origine e venduti in un vivaio lungo l’autostrada nei pressi di Vittorio Veneto.
L’inaugurazione è stata occasione per una un’azione performativa, violenta e distruttiva, durante la quale l’artista ha letteralmente buttato tutto a carte e Quarantotto, dove le carte erano una serie di cartoncini in forma di numeri 4 e 8, dichiarando una decisa volontà di ribellione e di trasgressione dei falsi ordini, nell’arte come nella vita.

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Enrico Minato – Catasto: gravezza che si impone sui beni secondo l’estimo
Dal 14.XII.2003 al 18.I.2004
Crespano del Grappa (TV), Andrea Pronto Artecontemporanea, via gherla 32/33
orario di visita: venerdì 16-19; sabato e domenica 11-13 e 16-19 (feriali su appuntamento)
per informazioni: tel/fax 0423 930444; e-mail andrea.pronto@libero.it
a cura di Stefania Portinari


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