11 luglio 2005

fino al 29.IX.2005 Stefano Cagol – Babylon Zoo Roma, Galleria Oredaria

 
Sul pavimento i video e alle pareti frames. Immagini che conducono da New York a Tokyo, passando per Roma. Sul fondo una gabbia illuminata e informe racchiude il settantaquattresimo leopardo nero...

di

Stefano Cagol (Trento, 1969) presenta in questa personale un consistente numero di lavori (video, fotografie e installazioni) che, creando sinergie tra loro, restituiscono il giusto valore alla sua produzione recente.
La prima opera è il video Lies (2004) realizzato per la personale che Cagol ha tenuto a Londra nel gennaio scorso al Project Space Platform . Una bandiera americana senza peso e mossa da un vento “artificiale” assume varie forme, alcune rassicuranti altre minacciose, come delle moderne macchie di Rorschach. La bandiera è un tema caro all’artista trentino, elemento identificativo della difficile realtà attuale internazionale, simbolo di appartenenza e di decadenza al contempo.
Il titolo della mostra Babylon Zoo: evolution revolution è dettato dall’analisi architettonica, urbanistica e sociale che l’artista fa di metropoli contemporanee come Roma, Tokyo e New York, città che ben conosce per avervi soggiornato e che ci restituisce attraverso video (Flying Roma e Tokyospace) e fotografie a colori. Cagol usa il video in modo particolare: frantuma l’immagine in due o più parti e crea un effetto caleidoscopico che trasmette a chi guarda un senso di vertigine, tra attrazione e fuga. Per rendere i suoi filmati più evocativi che documentari, l’artista interviene anche alterando i colori, la velocità e il suono. Nell’ultima sala 72 piccoli leopardi di ceramica bianca e uno di ceramica nera -realizzati a mano- sono sparpagliati sul pavimento, tutti rivolti verso il visitatore. L’installazione è intitolata Giardino Babilonia.

Completano l’opera una grande fotografia a colori di un leopardo di ceramica, classico soprammobile kitsch, e un’altra piccola fotografia in cui i leopardi sono tutti in fila. Il felino dunque come simbolo di naturalità, di istintualità, da opporre ad una tecnologia sempre più invasiva e condizionante. L’installazione continua anche nello spazio esterno della galleria dove un altro piccolo leopardo nero è chiuso in una sorta di gabbia di rete metallica intrecciata da catene luminose: l’animale è imprigionato al pari dell’uomo, rinchiuso nelle grandi metropoli.

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pierluigi sacconi
mostra visitata il 22 giugno 2005


Stefano Cagol – Babylon Zoo, Galleria Oredaria
Via Reggio Emilia 22 – 24 (Porta Pia, Via Nomentana) 00198 Roma
Tel. 39 06 97601689 – Info@oredaria.itwww.oredaria.it
Lunedì – venerdì 10.00 13.00 16.00 19.30 (possono variare, verificare sempre via telefono) – Pausa estiva 16 luglio – 31 agosto


[exibart]

16 Commenti

  1. la mostra di stefano cagol, putroppo introdotta da un incolpevole pierluigi tazzi, è semplicemente confusionaria, pretenziosa ed inutile.
    un’accozzaglia di videoproiezioni e di schermetti lcd che si soffocano e si oscurano a vicenda, per giunta minacciosamente circondati da una profusione di foto e still destinate chiaramente alla vendita in massa. nessuna idea di fondo, nessun collegamento tra le varie opere che si sommano per banale giustapposizione.
    l’unico pezzo da salvare è “lies”, con la bandiera americana che sventola e si rispecchia nell’inquadratura, influenzato però troppo pesantemente dall’estetica di matthew barney. i video di tokyo e roma, poi, sono solo robaccia trita e ritrita. l’installazione “giardino babilonia” conclude indegnamente, ridicola e addirittura offensiva.

  2. fantomatico
    chris rotten…
    la Tua e’ una critica “pilotata”,
    fasulla
    e assolutamente
    non rispondente alla realta’…

    Complimenti… comunque per il tempo
    impiegato a costruire commenti
    inutili e sterili

  3. allora chris rotten, alias christian caliandro….

    Mi sembra molto strano che un’artista pugliese…
    di non chiarissima fama
    scriva commenti per tentare di “smontare”
    altri artisti…
    Visto che il caro Caliandro e’ anche corrispondente di
    exibart, il tutto e’ ancora piu’ ridicolo.
    Basta vedere un altro messaggio lasciato da Mr Rotten, per la mostra tenuta a Roma da Andrea Cera – Undertones
    Roma, LipanjePuntin…. Vedere per credere… ma se ne possono trovare altri
    Caliandro…
    non e’ serio e denota la tua fragilita’
    smettila e dadicati alla tua arte…
    se ci riesci!!!

    PS.
    oltre tutto mi chiedo come exibart possa permettere tutto cio’.

  4. Cara Lawson,

    complice la scadenza per la chiusura del numero di Exibart.onpaper -ma per lo meno è venuto fantastico- abbiamo effettivamente gestito con fin troppa leggerezza l’onda anomala di commenti a firma ‘rotten’. Non possiamo che scusarcene.

  5. Hey, ‘sto messaggio da London che sa di delazione andava ignorato. Denota la sua di fragilita’. Chris Rotten e’ utile, la delazione mai. Uhhhh come sono arrabbiato, altra sigaretta.

  6. scusatemi, ma tutti sono ancora liberi di scrivere il cazzo che gli pare sulle mostre o gli interventi che gli piacciono o no, su questo servizio?
    non vedo perchè il fatto che io sia un artista e che scriva su exibart dovrebbe impedirmi di esprimere le mie opinioni su mostre, interventi e questioni di scottante attualità. tra l’altro, mi sembra di essere tra i pochissimi che sui commenti siano in grado di scrivere opinioni -condivisibili o no- quantomeno dignitose ed informate, invece delle cazzate e delle volgarità con cui -anonimamente, com’è ovvio per degli invertebrati frustrati ritardati inaciditi incolti e maleducati quali siete per la maggior parte- queste pagine.
    mi sento offeso e mi convinco ancora di più che qui ci vuole proprio un bel repulisti.
    è contro le inutilità le banalità e le offese gratuite che io indirizzerei l’ira funesta della redazione, la cui definizione di chris rotten come “onda anomala” da una parte mi inorgoglisce e dall’altra mi allarma.

  7. Carissimo rotten mi sembra che la figura dell’invertebrato frustrato ritardato inacidito incolto e maleducato l’abbia fatta miseramente tu con i tuoi commenti scritti nero su bianco e infarciti di invidia biliosa allo stato puro nei confronti di artisti onesti che cercano di lavorare bene in un mondo dell’arte, come il nostro provinciale e autolesionista, dove purtroppo i “casi rotten” si stanno moltiplicando in modo allarmante.
    Ti informo che le tue critiche firmate non aiutano ad alzare il livello qualitativo dell’arte in questione, ma solo quello dell’acidità allo stomaco. Per quanto riguarda l’anonimato, il sottoscritto rimane convinto sostenitore di questa possibilita’ data da Internet, o la accetti oppure affari tuoi. Firmare non dimostra ormai nulla in una società come la nostra, dove il coraggio di una persona si pesa in questo misero modo. L’anonimato e’ un’arma contro ben altri pericoli, che io identifico liberamente nelle tue incontrollate sfuriate.
    saluti e senza rancore
    n.

  8. SEMPRE GRANDE NAMELESS, E SEMPRE NAEMLESS, MI RACCOMANDO!!! FAI BENE A IDENTIFICARE IL PERICOLO NELLE MIE SFURIATE… MA IO DICO, NO, PALESATI, FATTI VEDERE, BEVIAMOCI UN CAFFè O UNA BIRRA, NO?

  9. mi spiace, ma con uno come te non e’ possibile discutere, nè tantomeno bere un caffè o una birra. E con questo chiudo l’infelice scambio d’idee…

  10. e di grazia, nameless, quale sarebbe esattamente il modo in cui una personcina ammodo come te dimostra il suo coraggio da leone nella dure e crudele società contemporanea?

  11. chris lavori troppo, vieni su al nord che ci si diverte un po’ nella bambagia meneghina. e lascia tranquillo il buon stefano, che di roba riciclata è piena la biennale, dai!

  12. che lavoro troppo è vero, e accetto l’invito nella “bambagia” volentieri. scrivimi. grazie meg. e nameless, lo sai che in fondo ti voggho bene!

  13. cara lawson,
    se permetti io mi piloto da solo. in quanto al mio tempo, lo impiegherei oltre che costruendo i miei video, “di non chiarissima fama” come dici elegantemente tu, a pilotare un pochino te. se vuoi ti cambio anche l’olio. scrivimi. un bacio appassionato, chris

  14. e poi gli artisti che citi tu sono smontati da quando sono nati, e sempre lo saranno. non c’è alcun bisogno che lo faccia io, e non è questo il senso dei miei commenti. mi dispiace, non è affatto questo.

  15. Caro Christian Caliandro,
    non riesci proprio a fermarti nei tuoi commenti…
    vuoi assolutamente l’ultima parola…
    in una difesa disperata.
    Sei tenero e fai un po pena, ma dalle tue parole traspare una reale patologia
    Scizofrenica… con spunti di egomania convulsa… e senso di onnippotenza.
    Quindi, come sai con le persone malte diventa alquanto difficile dialogare civilmente.
    Ma sappi che prima o poi non tutti avranno la pazienza di questo caso.

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