18 febbraio 2002

fino al 28.II.2002 Pietro Capogrosso – Andare lenti Roma, Galleria Oddi Baglioni

 
Nel 1997 espone a Bologna alla Zooart-econtemporanea. Di li l’apprezzamento costante di un carattere pittorico preciso e maturo, seppur giovane. Moderno ma non esageratamente o forzatamente tale, Capogrosso ha imposto i propri colori come caratteristica primaria dell’opera...

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Paesaggi infiniti, soggetti spogli e primi piani non presenti, colori tiepidi e calmi… Pietro Capogrosso dipinge a olio su tele piatte: la tridimensionalità viene volutamente mimetizzata da tratti veloci e tinte particolari. È la rappresentazione di uno scenario osservato da lontano, estraneo al narratore, che per questo pare confuso, ma forse non troppo. Non c’è tempo, né stagione, non si ha freddo né caldo nel paesaggio, nemmeno parrebbe possibile camminare per una via indistinta che non sembra avere fine né inizio: tutto pare abbandonato al proprio destino, spoglio ma disordinato, sfuggente ma immobile. Capogrosso, Paesaggio 2000 Al primo impatto si crederebbe di vivere il pensiero di un uomo sul viale del tramonto, che, solo e inutile, sente di dover lasciare un segno in silenzio… e invece, chiara arriva la sorpresa di un’atmosfera dai toni aranciati, irreali, quasi tiepidi…
Rappresentazioni di incubi dai toni pacati, le sue tele immobili si pongono come confine invalicabile tra la vita e la morte, e decise frenano la corsa del pessimismo verso un fatalismo disperato e inutile. Tele tagliate dalla foga energica di un tratto preciso, che divide i piani tutti del medesimo colore, e unisce, così facendo, i punti di vista, convogliandoli nella medesima direzione, il vuoto continuo e infinito. E intelaiature di forme solo momentaneamente abbozzate, che distruggono prepotentemente il ricordo di tentativi passati: è lo sconfinamento. Apparente ora rimane solo la perdita dei punti di riferimento, e la solitudine latente nei deserti della mente, che, sconsolata, rimane inerme e basita di fronte al nulla. Non sa scegliere che l’immobilità del tempo, in attesa di una fonte di ispirazione, di una guida, che immediata arriva con il torpore di un colore diverso e innaturale, ma caldo e materno, sola fonte di sicurezza.
Anche l’orizzonte non è delineato se non dalla fine della campitura, nella quale si nascondono esili e instabili impalcature di legno: pare la descrizione desolata e depressa di un animo perso ad osservare l’infinito, quando, all’improvviso, lo stesso autore stupisce con una narrazione colorata e calda, un sorriso subitaneo che stacca violentemente dalla realtà del pessimismo apparente, e ridona vita e speranza. Unica ancora di salvezza il colore, vivace, anche se non completamente, che solo riesce ad allontanare l’osservatore dal tratto opaco e triste della desolazione di primi piani inesistenti e di figure in rovina, mentre l’infinito, così sfuggente e remoto, rimane confuso e velato da una nebbia di tratti che si impegnano a costituirne la trappola: incastrato e allontanato dallo stesso colore che, non a caso, è racchiuso nella pietra di Trani, cui la patria dell’artista deve la sua ricchezza. Capogrosso, Paesaggio 2000
Persino la scelta dei titoli non indica che la paura di un animo che immobile resta attonito davanti al nulla, ma che fiducioso vuole lottare per riscoprire quel sole che troppo ormai gioca a nascondersi nel pennello. Unica possibilità pare essere allora l’osservazione, dalla propria postazione e la meditazione prima di riprendere il proprio cammino verso la luce, che già scalpita impaziente…

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Pietro Capogrosso – Andare Lenti
Galleria Oddi Baglioni via Gregoriana 34, 066797906 lun_ven 10-13/16-19.30 sab 10-13 ch dom
Ingresso libero


foto courtesy – PAOLOERBETTAARTECONTEMPORANEA (foggia)

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