14 marzo 2002

Roma: apre Autori – cambi

 
Si chiama Autori – cambi, il nuovo spazio espositivo romano che apre oggi i battenti con una personale di Marco Papa. Exibart ha incontrato il gallerista, Matteo Boetti...

di

Puoi parlarci della tua precedente esperienza di gallerista?
La precedente esperienza era uno spazio che si chiamava Autori – messa, con l’evidente gioco di parole che c’è anche in questo spazio: Autori – cambi
Autori – messa rimane come società, cioè è la produzione che è a monte… anche sulla carta intestata: ‘Autori – cambi una produzione Autori – messa partita IVA etc etc’
Perché comunque è giusto, a parte il fatto tecnico amministrativo, nelle intenzioni, nella volontà ‘imprenditoriale’ c’era proprio il desiderio di creare il filo rosso e il collegamento con l’esperienza precedente. Che in due parole si può riassumere così: sono tre anni di attività tra il ’93 e il ’96, durante i quali – per fortuna o per bravura – credo di aver trovato un certo numero di artisti di livello, ma al tempo erano talmente giovani che non lo sapeva nessuno. (tra i 22 e i 28 anni). Adesso sono tutti ‘ben accasati’ con gallerie importanti, però per lo meno chi frequentava il sottobosco, l’underground romano degli anni ’90, sa dove nascono questi nomi che adesso sono ‘grossi’, voglio dire.
E perciò quanto di più naturale era ritirarli in ballo per questa seconda esperienza e la quasi totalità ha accettato, ben contenta.Marco Papa

E adesso a che pubblico ti rivolgi? Hai in mente qualche progetto speciale?
il pubblico è… in una città come Roma è anche difficile immaginarlo, ipotizzare un target… è abbastanza un azzardo questa città. C’è una specie di zoccolo duro di collezionismo storico che è abbastanza invisibile. E invece proprio per il tipo di attività per il fatto che non sarà una galleria ortodossa, ma con produzioni di multipli, edizioni, serie speciali a tiratura limitata… forse questo famoso pubblico si può allargare: insomma ci saranno anche eventi, non di arti visive una serie di cose per rompere il cerchio chiuso del collezionismo romano. Progetti speciali… di ogni genere. Innanzi tutto la stagione parte a marzo anziché a ottobre: di fatto è un anno e mezzo perché è va da marzo a giugno 2003… e sono tutte personali, perciò già le mostre – direi – sono super eventi… solo personali cattivissime e difficilissime, nel senso di impegnative per l’artista perché lo spazio è molto grande, molto strano, molto articolato: tantissime pareti, uno spazio delicato. Perciò è anche molto difficile relazionarcisi e so che sta creando turbamenti agli artisti che sono già in programma…
poi fino a giugno 2003 la stagione è fatta…

Puoi già farci qualche nome?
posso fare qualche nome. Bhe allora: Marco Papa è la prima il 14 marzo, poi il 18 aprile c’è Gioacchino Pontrelli, poi il 30 maggio c’è Giacinto Cerone e poi in ordine sparso per non levare troppa suspence nella stagione prossima ci saranno: Andrea Salvino, Simone Racheli, Andrea Aquilanti, Luca Buvoli da New York (ormai sono 15 anni è un artista americano!)… più qualcun altro.

… e qualche nome meno noto? Qualche emergente, mai visto?
no, proprio perché l’ho già fatto ho già dato in questo senso. E ti assicuro che una galleria che voglia reggersi solo su nuove proposte, su azzardi, può andare benissimo quando sei tu stesso un ragazzino che comunque sta sperimentando… sono sempre giovane, ma non ho più 24 anni, come ai tempi di autori – messa. Perciò adesso per me credo che sia anche giusto raccogliere quello che ho seminato, cioè tutti i nomi che sono nati con me… la generazione Autori – messa che si è sparsa… nove anni dopo.

Cos’è cambiato in questi nove anni?
Tutto. Sono cambiato io perché ho avuto altre esperienze, da quando ho chiuso nel ’96 ho fatto il musicista per 5 anni e sono usciti due mini – cd di scarso successo commerciale, proprio perché eravamo poco commerciali noi… ho prodotto 5000 litografie per il cd a tiratura limitata che ho presentato alla Galleria d’Arte Moderna di Torino. Una mostra con le 50, anzi le 100 litografie (perché ogni cd aveva il davanti e il retro diversi) e il film. Ho scritto e prodotto un documentario sugli artisti che hanno fatto la copertina a tiratura limitata, una serie di interviste divertenti che adesso che ho venduto a Stream. Ecco, tutte queste altre cose adesso sto cercando di riversarle in questo nuovo spazio fisico per creare un’evoluzione rispetto ad Auto – rimessa, che già non era una galleria standard, ortodossa era, diciamo, un posto selvaggio… però naturalmente sono cresciuto, ho nove anni in più, ho due figli ed è tutto diverso. Perciò per professionalizzare tutta la faccenda, adesso c’è un team, Autori – cambi dispone di una squadra: il critico Raffaele Gavarro che curerà buona parte delle relazioni istituzionali, due laureate come assistenti, c’è un responsabile web interno, fisso, c’è un grafico fisso.. insomma è più pensata come piccola casa di produzione di multipli, eventi, mostre. In questo senso rispetto ad Autori – messa, Autori – cambi è qualcosa in più … la stessa leggerezza con una struttura più efficiente, più moderna.

Puoi darci un tuo parere relativamente alla scena italiana dell’arte contemporanea? gallerie, artisti, curatori… che ne pensi?
… ma io in realtà ho fatto il musicista per cinque anni… naturalmente ho continuato a seguire e sono stato comunque riassorbito anche mio malgrado da questo giro, da questo mondo… anche quando facevo il musicista guarda caso mi è venuto in mente di chiedere a 50 artisti le copertine e ho prodotto il film… di fatto non ho mai perso il contatto…
con la scena in generale: l’Italia è il paese degli artisti, quelli non mancheranno mai, è stato un problema di gallerie: a Roma tra i primi ’90 e due o tre anni fa hanno chiuso in tantissimi… adesso stranamente si è girata la questione addirittura stanno arrivando le filiali di ottime gallerie da Milano e da Torino…
nello specifico a Roma sta molto migliorando la situazione: più c’è concorrenza meglio è. C’è stimolo alla qualità e anche a ritagliarsi fette di mercato: è un processo naturale, non c’è neanche bisogno di farsi la guerra… in generale io non ho una formazione né da critico né da curatore, ho imparato il mestiere perché ho fatto da assistente in una galleria importante di Via del Babuino. Ma insomma sono figlio di artista e mia madre è una critica d’arte perciò un infarinatura mi è quasi naturale… ma non ho mai fatto particolari teorie o scelte su generi, movimenti o altro.
Marco PapaSe guardiamo le nuove mostre tra marzo 2002 e giugno 2003 c’è di tutto: video, foto, scultura, marmo, ceramica, olio… non sono sempre particolarmente entusiasta o partigiano dei video: molto spesso mi annoiano e trovo che pubblicità, corto metraggi superano alla grande, stracciano il 90% dei video in circolazione. Però paradossalmente il video c’è in una buona maggioranza di mostre previste in questa prima stagione. Ma sempre con un ruolo complementare, di approfondimento al lavoro oltre che di valore intrinseco in sé… come mezzo non me ne frega niente: mi piace quando è altrettanto chiaro, efficace, eloquente. Ecco, mi piace quando è eloquente: anche muto deve essere eloquente.

A Marco Papa – primo artista ad esporre nello spazio di Autori – cambi – abbiamo chiesto di anticiparci qualcosa…
Presento un’installazione composta da due ambienti: in uno totalmente buio, c’è una donna che batte sul tavolo le dita, come in uno stato di attesa… non si vedrà la sua figura, si avvertirà la sua presenza soltanto ascoltando il battere delle unghie e una telecamera a raggi infrarossi riprende a macro il suo gesto, proiettando l’immagine nel secondo ambiente bianco – quello più ampio che poi occuperà quasi tutto lo spazio della galleria – e mostrando le menzone dipinte realizzate sulle unghie, che poi sono cinque paesaggi che appartengono al ricordo dei miei soggiorni a Roma. E il sonoro in questo passaggio muta e diventa gigante come le immagini: da un leggero e quasi impercettibile suono a colpi tonanti nello spazio.
L’ambiente sarà totalmente bianco anche perché sul pavimento metto ampi rotoli di carta e il flusso delle persone entrando li sporcherà lasciando le tracce dei piedi: lo sporco della città che entra nella galleria, creando anch’esso un disegno. Per cui questo ambiente bianco diventa uno spazio – disegno, dove le pitture colpiscono il terreno e anche le persone.

maria cristina bastante


Autori – cambi, via san martino ai monti 21a, 0647824613, Catalogo disponibile in galleria, mart_sab 11_19.30, inaugurazione ore 18.30

[exibart]

4 Commenti

  1. Un grosso in bocca al lupo e già un primo appunto: “qualcuno” dice che il nome Autori-cambi assomiglia troppo ad Arte&Ricambi, spazio veronese che ha aperto qualche mese or sono. Forse sarebbe stato meglio Casadella-Marmitta. Scherzo e confermo l’inboccallupo.

  2. Reinventare la galleria, svecchiarla delle sue connotazioni di luogo respingente ed esclusivo, riservato solo ad un’élite di collezionisti. Renderla un luogo aperto, vivace e propositivo. Io credo siano questi obiettivi da perseguire con forza per accattivarsi un nuovo tipo di pubblico e, per conseguenza, di collezionisti. Io credo che lavorare con piglio imprenditoriale in questa direzione possa risultare, oltre che un ottimo investimento, anche un’operazione culturale di rilievo in un paese dove spesso la ricerca artistica contemporanea trova visibilità proprio nelle gallerie private. Forse è vero che pretendere di avere in un’Italia dallo sterminato patrimonio storico un impegno forte e continuativo da parte delle istituzioni pubbliche nel verso della ricerca contemporanea può essere un’utopia: troppi sono i problemi e gli investimenti richiesti per la conservazione e la tutela dei nostri bb.cc. In quest’ottica dunque credo sia giusto dar visibilità e tutelare (anche dal punto di vista istituzionale, con leggi che ne agevolino il lavoro e non lo ostacolino e che offrano garanzie per chi lavora onestamente e in modo trasparente) l’opera dei galleristi privati, per la loro importanza proprio nel campo della promozione dell’arte contemporanea.

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