09 luglio 2002

fino al 20.VIII.2002 Tuttonormale Roma, Villa Medici

 
La storica sede dell’Accademia di Francia a Roma si popola di decine di opere, installazioni, performance. Dal concerto punk dell’inaugurazione alla Maserati abbandonata nel giardino, una mostra da esplorare, da scoprire. Un incontro, che non poteva essere senza sorprese, tra la storia e la contemporaneità…

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Proprio tutto normale non era la sera dell’inaugurazione della mostra a Villa Medici. Le sorprese e le stranezze non sono mancate, in una girandola di installazioni, Claude Léveque - Wild horses, 2002performance, concerti e dj-set. Ma se faceva un certo effetto vedere i Bloody Riot (storico gruppo punk romano chiamato per l’occasione dall’artista Gianni Motti) suonare Anarchia per l’Italia nel giardino dell’Accademia di Francia, nella cornice di un romantico tramonto capitolino con tanto di vista sul cupolone, bastava guardarsi un po’ meglio intorno per ritrovare l’atmosfera, quella si normale, di una mostra d’arte contemporanea.
Il meccanismo dello stupore, dello spiazzamento, dello sconfinamento nei territori impervi della surrealtà è ormai diffuso in tutte le ricerche artistiche attuali, dalla pittura alla net art, passando per la fotografia e la performance. L’arte si configura sempre più come uno spazio di libertà, un luogo dove immaginare e costruire uno sguardo alternativo sul mondo, lasciandosi andare al gioco e all’ironia, che spesso si trasformano in leggeri veicoli di un più consistente pensiero critico. Tuttonormale, a cura di Ludovico Pratesi e Jerome Sans, è concepita come una mostra-laboratorio, un esperimento di contaminazione tra l’immaginario della contemporaneità più stringente e uno spazio che da sempre rappresenta la storia e la tradizione culturale europea. Le sale e soprattutto i giardini della villa sono invasi da una miriade di opere, che spingono lo spettatore alla scoperta e all’esplorazione di una messa in scena caotica e vitale, al grido di Mess is More.
Quisqueya Henriquez, Paradise of greeness, 2001Accoglie all’entrata, quasi introduzione storica e madrina dell’esposizione, La primavera, una grande opera di Mario Ceroli del 1968, seguita dall’ironica Curator/Imperator dell’austriaco Erwin Wurm che trasforma l’immagine del curatore Jerome Sans in quella di un imponente obeso. Tra gli artisti storici fa bella mostra di sé anche un grande arazzo dell’intramontabile Alighiero Boetti, da lui stesso disegnato e tessuto da donne afghane, un albero in bronzo, privo di foglie e piantato nella terra, di Giuseppe Penone e un poetico intervento di Mimmo Paladino nel boschetto di bambù.
Corrado Sassi ha installato nel piazzale quattro grandi bulles de neige a dimensione “umana”, abitate da altrettanti performer che si trasformano in stereotipi viventi, fermati nell’iconicità kitsch di un souvenir: uno sciatore, un giocatore di golf, una segretaria e una ragazza in bikini che prende il sole. Poco distante l’opera, più politica, del romano Paolo Canevari che espone tre caravan di quelli normalmente utilizzati dai Rom, sui quali campeggiano i nomi di Cristo, Buddha e Maometto.
Estremamente coinvolgente l’installazione della britannica Georgina Starr, che ha ricostruito una scena del film Bunny Lake is missing, in cui si narra la triste storia dell’uccisione di una bambina, all’interno di un piccolo parco giochi recintato. Un alto muro impedisce quasi totalmente la visione del giardinetto e della bambina bionda, costringnedo gli spettatori ad arrampicarsi su alcune scalette di legno per sbirciare la malinconica scena segreta.
Tra le “sorprese” riservate ai visitatori c’è senza dubbio Total Casino, di Henrik Plenge Jakobsen, che ha lasciato, quasi con noncuranza, una Maserati rossa fiammante tra i cespugli del boschetto (di chi è? è forse stata rubata?) oppure l’intervento di Wang Du, che ha riempito completamente la serra progettata dal gruppo A12 (abituale scenario del progetto La folie) di giornali accartocciati; e ancora le macchinette gialle che scorazzavano allegre per la mostra (Quisqueya Henriquez) e la grande scritta in neon blu con il suo incitamento a credere: Believe (Geers & K.O. Lab).

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www.villamedici.it

valentina tanni


Tuttonormale, a cura di Ludovico Pratesi e Jerome Sans. dal 21 giugno al 20 agosto 2002
Villa Medici – Accademia di Francia a Roma, Viale Trinità dei Monti, 1 – Roma, tel. 06 67 61 320/291 – fax 06 69921653 e.mail artecontemporanea@villamedici.it
Orari: 10.30 – 14.00; 15.30 – 20.00 – chiuso il martedì. Biglietto: 5 euro; 4 euro – ridotto; biglietto cumulativo: Tutto Normale/Italia Antiqua: 7 euro; 5 euro – ridotto.


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