07 aprile 2003

fino all’11.V.2003 Trasparente Roma, MAXXI

 
Racconti d’interni arredati IKEA e paesaggi. Storie di (ordinaria) schizofrenia e storie ordinarie, semplicemente. Attraversate e fermate da un sguardo trasparente. Quello di alcuni artisti finlandesi. Con due italiani ospiti sospetti...

di

The House accade su tre schermi. Accade come una naturale successione di causa ed effetto, come uno svolgimento tanto inevitabile quanto cristallino. Questo video di Eija – Liisa Athila (Hameenlinna, 1959 vive e lavora ad Helsinki) è il racconto del progressivo aggravarsi di un nevrosi: la protagonista del film ne confessa le sensazioni, isolandole una ad una con precisione clinica. Con altrettanta nitidezza le immagini traducono in tempo reale le parole: vediamo le medesime visioni, sentiamo gli stessi rumori inesistenti; lo sguardo rimbalza da uno schermo all’altro seguendo (sostituendo) quello della donna in preda ad una sindrome straniante. Due realtà si sovrappongono. Lei finirà per oscurare le finestre della casa, precipitando in un alveo buio. Al buio ci ritroveremo anche noi. Qualche istante dopo – naturalmente – il video ricomincia.
Può essere trasparente uno sguardo. Lo è quello di Athila mentre filma la follia, elina brotherus, horizon 6, 2000 distillando il dramma in fotogrammi limpidi; lo è quello di Miriam Bäckström (Stoccolma, 1967, vive e lavora a Stoccolma) che fotografa interni disabitati, arredati con un gusto prevedibilmente ordinario ed è difficile dire se sia impietosa o indifferente. Trasparente è il titolo della mostra collettiva che il MAXXI (fresco di battesimo) dedica all’arte contemporanea dei paesi scandinavi (con due intrusiLuisa Lambri e Armin Linke – che l’affinità di linguaggio non giustifica completamente) e all’attitudine – propria dell’arte del nord Europa, soprattutto se si parla di video e fotografia – al keep their distance rispetto al soggetto rappresentato. Una certa distanza che è impalpabile come l’aria e funziona come una lente. Per mettere a fuoco o dilatare.
Dai paesaggi algidi, quasi irreali di Elina Brotherus (Helsinki, 1972, vive e lavora tra Helsinki e Parigi), al video Popcorn di Liisa Lounila (Helsinki, 1976, vive e lavora ad Helsinki) in cui il tempo scorre in un unico fermo immagine (è filmato con una speciale telecamera costruita dall’artista e da Henry Tane), agli scatti minimal di Aino Kannisto (Helsinki, 1973, vive e lavora a Helsinki) che – in più di un caso – non stonerebbero tra le pagine di Purple. Al piccolo film di Salla Tykkä (Helsinki, 1973, vive e lavora a Helsinki), Lasso. Tra gioco vouyeristico e delicata riflessione sulla scoperta e il desiderio.

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mostra vista il 20 marzo 2003


Trasparente
MAXXI, via Guido Reni 10 (lungotevere Flaminio), 063202438, www.maxximuseo.org , mar-dom 11-19 ch lun, ingresso gratuito, pubblicazione disponibile in mostra


[exibart]

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