07 luglio 2004

fino al 15.VII.2004 China 04 Bologna, Metropolis Photogallery

 
Ancora cinesi. Del resto con un vicino come Officina Asia i conti tornano perfettamente. Ecco allora sei fotografi, che raccontano che cosa è cambiato in Cina. Uno sguardo visionario, poetico, lucido, ironico. Dal consumismo in poi. Un mondo in cui tutto pare possibile…

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La quarta mostra della Metropolis Photogallery, dopo Secchiaroli, Fontana e Byrne, conferma come la sede espositiva sia capace di organizzare esposizioni di ottimo livello, ma non abbia ancora voglia di correre rischi di alcun genere e si affidi sempre a soggetti di garantita attrattiva. China 04, infatti, ha la garanzia di due eventi-cuscinetto. Il primo è Officina Asia, nella GAM concittadina. Il secondo è l’uscita nel maggio scorso del volume Out of the red – la nuova generazione emergente dei fotografi cinesi, pubblicata dalla neonata casa editrice d’arte Damiani (Bologna) in collaborazione con la galleria Marella (Milano). Il volume, omonimo e affine a una mostra che l’anno scorso si tenne al Trevi Flash Art Museum e allo Spazio Consolo di Milano, contiene una selezione di diciotto artisti, quasi tutti provenienti dall’esperienza di China’s New Photography e scelti da Shu Yang, Primo Marella, Eleonora Battiston e Francesca Jordan. La Metropolis ha potuto accoglierne nel proprio spazio solo sei: Li Wei, Huang Yan, Wang Quingsong, Cui Xiuwen, Weng Fen e Yang Zhengzhong. I primi tre sono già noti a chi ha visitato Officina Asia, ma neanche gli altri sono sconosciuti in Italia. Oltre alle collettive di Out of the red, Cui Xiuwen ha partecipato all’ultima edizione del festival di fotografia di Roma e a Weng Fen è stata dedicata una personale allo Spazio Consolo di Milano.
Weng Fen
Il tema affrontato da tutti è quello del risveglio della società cinese, in corsa verso aspirazioni di un progresso consumista. La perdita di contatto con la storia fa in modo che tutto sia possibile, senza una continuità logica e una spiegazione razionale. Non dobbiamo meravigliarci di vedere un uomo che solleva una macchina da guerra in punta di mano senza fatica, in una fotografia di Yang Zhengzhong. Non dobbiamo stupirci di vedere le rielaborazioni di Li Wei in cui troviamo un uomo catapultato contro un’auto e un ragazzo che si slancia con tutto il corpo fuori dalla finestra rimanendo a mezz’aria. Spezzare i legami con la gravità e la razionalità non è più strano dello spezzare i legami con il passato e la tradizione. Eppure è successo. Come ci ricorda Wang Quingsong, la meditazione e la filosofia sono stati sostituiti dal desiderio pluriforme di oggetti: soldi, cd-rom, sigarette… La religione resta un idolo dorato da guardare come un ricordo, da fotografare come un monumento, ma a cui non legarsi. I nuovi valori sono quelli di una omologazione ricercata a tutti i costi, come nello scatto di Cui Xiuwen in cui una lunga serie di giovanissime studentesse che sono l’una lo specchio dell’altra e interagiscono tra curiosità, aggressività e diffidenza. Unico ponte che resiste al passare del tempo è quello del paesaggio: il mare che una famiglia si ferma ad osservare in una foto di Weng Fen e i luoghi selvaggi, verdi e privi di tecnologia che Huang Yan dipinge sui corpi, scrivendo così: “il paesaggio è un luogo dove la mia anima trova pace, è la dimora del mio corpo fisico…”.

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link correlati
Cui Xiuwen su Culturebase.net
Comunicato stampa di Out of Red al Trevi Flash Art Museum
http://www.wangqingsong.com/

carolina lio
mostra visitata il 1 luglio 2004


China 04
Bologna, Metropolis Photogallery, viale Pietramellara 3/a
orario di visita: 10.00-12.30; 15.30-19.30; chiuso sabato, domenica e lunedì mattina
per informazioni: tel. 051 524800


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