13 maggio 2002

Fino al 16.V.2002 Luigi Mainolfi – Dune Bologna, Otto Gallery Arte Contemporanea

 
Continua la ricerca di Luigi Mainolfi sull'esplorazione plastica di un materiale 'caldo' e povero come la terracotta, sulle possibilità volumetriche del bronzo, sul divenire organico della materia...

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In mostra alla Otto Gallery il suo universo figurativo, magico e al tempo stesso naturale carico di significati ancestrali e rimandi archetipi. Le origini misteriose, la terra e le sue profonde cavità geologiche, le metamorfosi dei regni animale e vegetale, sono tematiche sempre rilevabili nei suoi lavori. In questa occasione, accanto al già celebre Sole Nuovo sono stati appositamente realizzati per il nuovo spazio espositivo Terre arse: due grandi pannelli di terracotta, distese deserte, ambiguamente terrestri o lunari, oppure quasi marine come nella superficie adiacente di un altro grande pannello color blu lapislazzuli realizzato con smalti sintetici da cui spuntano strani ovuli, amebe informi che emergono dal magma artificiale di pigmenti prodotti industrialmente. In altri casi, all’interno di orizzonti naturali, le superfici desertiche sono scosse da fenditure, epidermiche rotture del terreno quasi fosse una fragile crosta spesso accompagnate dalla presenza sanguigna e umorale della pittura. Il fantastico entra in cortocircuito col reale nella serie dei Polpi, un gruppo di sculture in bronzo, che riprendono l’aspetto del tripode tortile, forme sintetiche, stilizzate, semplificate e poi modellate nella materia, organismi che sembrano assumere l’aspetto di fiori strani, creature insidiose quanto inquietanti.
La pura vibrazione cromatica , la ‘sostanza porosa’ di certi elementi e le concrezioni che ne derivano, la temperatura che diventa quasi fisicamente percepibile emanata da certi materiali, esprimono l’amore quasi viscerale per una propria simbologia che attinge alla matrice mediterranea ma si inserisce in un vocabolario tutto personale, una cifra stilistica perfettamente riconoscibile. mainolfi - polipi Sole Nuovo è il pezzo forte della mostra: una grande installazione che occupa un’intera stanza, estremamente leggera, immateriale, affascinante come una visione; un nucleo ferroso con all’interno cera vergine è sospeso nell’ambiente dal cui corpo si dipartono raggi freddi e abbacinanti, resi misteriosamente visibili, tangibili e reali tanto da ostruire il vano della stanza, renderlo inaccessibile. 460 fili d’alluminio intrecciati si sovrappongono e s’irradiano dal corpo solare verso ogni direzione, ma l’evanescenza di una visione astrale e le sue inferenze luminose assumono la fisicità propria di corpi concreti e reali più che immaginati.

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Elvira Vannini
mostra visitata il 26 Aprile


’Luigi Mainolfi –Dune’
Bologna, Otto Gallery Arte Contemporanea, via D’Azeglio 55
Ingresso libero
Orari mart/sab 10:30/13:00 – 16:00/20:00, dom. su appunt.
Tel: 051333790, 3357143209, E-Mail: ottoartecontemporanea@tin.it


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