05 novembre 2002

fino al 13.XII.2002 Gregory Crewdson – Early Work (1986-88) Modena, Galleria Emilio Mazzoli

 
Close up di personaggi assenti o di oggetti domestici, attese cariche di silenzio e perturbanti visioni di spazi quieti e misteriosi. Sono gli elementi degli scatti cinematografici di Crewdson…

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Ospitale, intima e accogliente. E’ così che dovrebbe essere l’atmosfera familiare della casa americana della classe media, mentre gli spazi fotografici di Gregory Crewdson si rivelano distanti, minacciosi, luoghi estranei e ambigui; sono ambienti domestici che trasudano storie, evocano sospensione e attesa, dove compaiono personaggi sorpresi in banalissimi gesti bloccati, sguardi persi nel vuoto, segnali dello scorrere ordinario di una normale quotidianità in cui l’apparente fragilità di alcune situazioni diventa inquietudine. ‘Poltrone abbandonate alla loro solitudine domestica, finestre che si aprono sulla finzione della notte americana, incendi divampati nei boschi’ diventano, secondo Achille Bonito Oliva, indizi visivi dello sguardo sospensivo e attento dell’artista. Crewdson, (New York, 1962) presenta in questa personale italiana la prima serie fotograficaEarly Work realizzata tra il 1986-88 e indicativa degli sviluppi successivi del suo percorso, insieme ad otto stampe relative alle tre serie più recenti: Hover, Natural Wonder (1997) e Twilight (2002). Una messa a fuoco lucida, oggettiva e implacabile esplora l’iconografia del paesaggio metropolitano e la natura suburbana americana, oggetti appartenenti al banale flusso domestico e soggetti umani impassibili, formano veri e propri scenari che implicano la presenza di strutture narrative, in cui Crewdson predispone il ‘set’ delle sue inquadrature come un regista cinematografico. Quasi delle location interamente ricostruite in studio, episodi assemblati e interrotti, filtrati da un’illuminazione artificiale e proposti in C-print sature e brillantissime. Sono scatti fotografici congelati nella mente dell’osservatore, che potrebbero continuare nel tempo e proseguire la loro storia; immagini iperrealistiche che associano allo stile documentario, elementi di fiction e come nelle sequenze di un thriller sono rappresentazioni dell’inconscio, abissi spalancati oltre la facciata rassicurante della nostra tranquillità domestica, che fanno pensare ai fotogrammi hitchcokiani, al cinema ipnotico di David Lynch e al ‘Barton Fink’ dei fratelli Coen. Gregory Crewdson, attraverso un uso controllatissimo del mezzo espressivo, penetrante e icastico, si muove tra i due estremi del linguaggio fotografico: primi piani, tagli ravvicinati, attenzione maniacale per il particolare e la visione dall’alto, sopraelevata e totalizzante, quasi un travelling cinematografico. L’artista raggiunge una spazialità rarefatta e claustrofobica, proiezione di ansie psicologiche e tensioni emotive, in veri e propri tableaux organizzati ed elaborati in cui coesistono normale e paranormale, prosaicità e misteri, voyerismo e distacco.

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www.sitesantafe.org/exhibitions/virtualgalleries/frcrwan/crewdsonqa.html
www.artnet.com/ag/fineartthumbnails.asp?aid=4589

elvira vannini
mostra visitata il 23 Ottobre


Gregory Crewdson – ‘Early Work(1986-88)’. Modena, Galleria D’Arte Emilio Mazzoli, via Nazario Sauro 62(zona centro storico). Periodo: dal 19 ottobre fino al 13 dicembre 2002. Ingresso libero. Orari 1010/13 – 16/19,30. Info: Tel: 059243455, e-mail: emiliomazzoli@tiscalinet.it

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