03 luglio 2003

fino al 3.VIII.2003 Margherita Morgantin – Davide Tranchina Bologna, Spazio Aperto – Galleria d’Arte Moderna

 
L’impatto visivo delle opere si riversa in un'evidente dissonanza formale. Lo sguardo diverge sulla stessa realtà per rivelarci due prospettive soggettive e personali. Due modi differenti di interpretare territori urbani e luoghi intimi…

di

Le fotografie di Tranchina (Bologna, 1972) e le videoproiezioni di Morgantin (Venezia, 1971) sono disposte su pareti giustapposte, ma non visibili simultaneamente. Davide Tranchina propone tre serie di opere, di vari formati e con soggetti diversi, ma riferibili ad un tema unico: la simulazione. Trough the globe non è, come appare, la semplice documentazione di scorci urbani, ma la rappresentazione di città riprodotte su carta, rinchiuse all’interno di piccole bolle trasparenti. Souvenirs che consentono all’artista di rivelare frammenti di case e palazzi, visti più che vissuti; immagini di luoghi artificiali, esibiti nelle architetture più eloquenti. Citazioni fotografiche dei manifesti pubblicitari sono evidenziate nel lavoro Natura morta: pesche, pere, kiwi, yogurt, zucca, sono i soggetti alimentari che in ogni percorso urbano ci occludono la vista di case, fabbriche, spazi verdi, cieli, orizzonti. Davide Tranchina li ri-propone mettendone in risalto le Margherita Morgantin Mari da calmi a leggermente mossi 2003 videoproiezione dvd superfici nitide e irreali, i forti contrasti cromatici, i contorni decisi e vitali. Le immagini di Tranchina ci portano, attraverso un safari metropolitano, in una dimensione oggettiva e fantastica assieme, delimitata dalla geografia vivace dei cartelloni promozionali.
Il sentiero urbano tracciato dall’artista bolognese termina sulla parete opposta alla scala e, a lato, affiorano dal bianco del muro, piccoli disegni di Margherita Morgantin. Tracce silenziose di momenti di evasione che ci conducono alla saletta in cui viene proiettato Put your bulky bag in the right container. Una prospettiva non canonica inquadra alcune valigie in primo piano, posate a terra all’interno di un capannone vuoto, straniante. L’ambiente è luminoso, lo spazio interno è scandito da pilastri; sul fondo c’è un varco buio. Una figura femminile raccoglie alcune valigie poi si dissolve, ricompare, le posa a terra.Davide Tranchina Yogurt 2002_ fotografia su alluminio Questo iter si ripete alcune volte seguendo una traiettoria diagonale, fino a terminare al di là dell’apertura in ombra. La narrazione è frammentata. Allontanamenti ed avvicinamenti delle immagini, eseguiti con un‘inquadratura obliqua, sottolineano il percorso inquietante all’interno del deposito. Il secondo video, Mari da calmi a leggermente mossi, racconta un momento di vita quotidiana consumato in solitudine: una passeggiata al mare, lungo un molo. Condizione di isolamento accentuata dalle prime scene sovraesposte, dai colori indecifrabili e slavati, dai margini sbiaditi, dal fragore delle onde e dalla melodia vaporosa di paradise. Il lento procedere verso l’orizzonte perfora la nostra immaginazione e si contamina con la dimensione interiore della protagonista, facendoci rivivere la sua esperienza polisensoriale… fino al buio serale.

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federica bianconi
mostra visitata il 4 giugno 2003


Margherita Morgantin- Davide Tranchina
Bologna, Spazio Aperto – Galleria d’Arte Moderna,P.zza Costituzione, 3
A cura di: Chiara Bertola, Catalogo Edizioni Pendragon con testi di Chiara Bertola, Roberto Daolio e Emanuela De Cecco
Periodo: 04.06.- 03.08.2003
Preview per la stampa: mercoledì 4 giugno ore 19.00
Orario: 10 – 18, chiuso il lunedì
Ingresso: intero 4Є; ridotto 2Є


[exibart]

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