23 aprile 2004

fino al 4.VII.2004 Pop Art Uk – British Pop Art 1956-1972 Modena, Palazzo Santa Margherita e Palazzina dei Giardini

 
Pop Art = Usa? Un luogo comune. A Modena i maestri della Pop Art inglese, che precedettero Warhol di dieci anni. In una retrospettiva che comprende i capolavori di Peter Blake, Allen Jones e la prima opera Pop in assoluto. Del 1947...

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La Pop Art è la corrente artistica di più forte impatto della seconda metà del ‘900, e forse anche quella che più ha influito sui costumi e le pratiche sociali in virtù del suo avvicinarsi al “mondo esterno” tramite l’introduzione nelle opere d’arte di item tratti dalla quotidianità, una quotidianità che nel secondo dopoguerra ha coinciso sempre di più con gli stimoli della comunicazione di massa.
In un periodo in cui è difficile individuare i pochi artisti non etichettabili come “post-Pop” la Galleria Civica di Modena propone la meritoria iniziativa di una trilogia di mostre sulla Pop Art inglese, americana ed italiana.
Primo capitolo è quello sulla British Pop Art : un gruppo di artisti che, seppur tenuti molto meno in conto dei loro colleghi d’oltreoceano, sono i veri pionieri del genere, i fondatori di un gusto di cui oggi siamo pervasi, coloro che hanno permesso “una liberazione all’interno dell’arte, che hanno dato dignità artistica al divertimento” secondo le parole pronunciate a Modena da Peter Phillips (il quale peraltro si dichiara incerto sull’effettiva influenza della Pop a livello sociale).Peter Phillips-Gravy for the navy-1963-cm240x159
A Modena sfilano tutti i protagonisti della stagione della Pop inglese (l’unica Pop esistente all’epoca -anche se ancora non si chiamava così- a parte il proto-pop di Johns e Rauschenberg).
Ecco dunque i collage di Eduardo Paolozzi risalenti addirittura al 1947 (!) , ma qui presentati in una riproduzione grafica successiva, così come avviene per il mitico, fondante collage Just what is it that makes today’s homes so different, so appealing? di Richard Hamilton.
Paolozzi e Hamilton fecero parte dell’Indipendent group, gruppo di ricerca artistica e di riflessione culturale; fece poi irruzione sulla scena Peter Blake, molto rappresentato in mostra, con i suoi capolavori contenenti cartoline delle dive del cinema di quegli anni o altre immagini popolari. Blake trasponeva nella propria arte l’entusiasmo per la movimentata situazione culturale degli anni sessanta e per il divertimento e fermento che poteva esperire a Londra.
La prima sezione della mostra –divisa su due sedi espositive- presenta opere fra gli altri di Derek Boshier, Peter Phillips e del primo David Hockney che riassumono le caratteristiche della Pop inglese: una spiccata eleganza compositiva nonostante l’inserimento degli elementi dell’imagerie popolare, una studiata “artigianalità” tecnica (molto affascinante a livello visivo) e uno scarso uso delle tecniche di riproduzione seriale. Nelle sale della Palazzina dei Giardini, che ospita opere solo leggermente posteriori, si può intravvedere un trait d’union con la Pop americana: maggior levigatezza, materiali e tecniche meno pittorici, serigrafia e litografia. Una delle famose sculture in fibra di vetro di donne che svolgono funzione di arredo di Allen Jones apre le braccia al visitatore che entra nella palazzina, David Hockney è passato ai bordi delle piscine californiane, Richard Hamilton ritrae Marilyn Monroe e Mick Jagger, mentre Colin Self riproduce le hall dei cinema.
Peter Blake-Girlie door-1959-cm122x59Una mostra con 18 artisti starordinari e fondamentali, che presenta però solo poche opere di ciascuno e non sempre le migliori (di alcuni importanti lavori sono presenti versioni grafiche successive); una mostra da vedere quindi per chi non conoscesse la Pop inglese, spesso offuscata dalla fama di quella statunitense, e per chi non avesse mai visto dal vivo le opere di tali influenti maestri. Un’opera per tutte che vale il prezzo del biglietto: il piccolo, ironico, capolavoro di Peter Blake: Tarzan box.

link correlati
Un manuale di Marco Livingstone sulla Pop Art: “Pop Art-A continuing history”-1990
L’ultimo libro su David Hockney di marco Livingstone

stefano castelli


Pop Art Uk – British Pop Art 1956-1972
A cura di Marco Livingstone e Walter Guadagnini
Artisti in mostra: Clive Barker, Peter Blake, Derek Boshier, Pauline Boty, Patrick Caulfield, Antony Donaldson, Richard Hamilton, Jann Haworth, David Hockney, Allen Jones, R.B.Kitaj, Gerald laing, Nicholas Monro, Eduardo Paolozzi, Peter Phillips, Colin Self, Richard Smith, Joe Tilson.
Modena, Palazzo Santa Margherita e Palazzina dei Giardini
Corso Canalgrande
Dal martedì al venerdì 11-13 e 16-19; sabato, domenica e festivi 10,30-19; lunedì chiuso.
Ingresso: intero euro 5; ridotto euro 2,50; gratuito per minori di 18 anni e maggiori di 60.
Gratuito il giovedì e dal 24 al 30 maggio.
Info: 059-206911 / 059-206940
www.comune.modena.it/galleria/popart
E-mail: galcivmo@comune.modena.it
Visite guidate: su prenotazione 059-206919
Laboratori didattici: sabato 15-18, domenica 10,30-12,30 e 15-18, Palazzo Santa Margherita
Catalogo Silvana Editoriale con testi dei curatori e di Luca Massimo Barbero, euro 25 in mostra, 27,50 prezzo di copertina.
Fino al 4 luglio 2004.


[exibart]

2 Commenti

  1. In effetti si mette in luce una pop giustamente inglese,non americana!tutto inizio’ nel 1956, a Londra con “this is tomorrow”e le opere del gruppo 2,a dubrownik vien meno il CIAM e soprattutto “vien meno Pollock”.Nello stesso anno Leo Castelli a new jork si preoccupa di promuovere e far suo il pop inglese confondendo le idee a molti.Anco in italia dopo un po arriva la ventata Pop inglese,Archizoom,Superstudio,gli UFO ma nn solo architettura radicale ,il comportamentismo disequilibrante di Dalisi, Pettena, Ugo La Pietra.Sarebbe bello ricordare che esiste un periodo Pop italiano.Una mostra??????????

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