08 agosto 2001

Fino al 12.VIII.2001 Enrico Baj, Dodici miliardi per il 2030… Banari (ss), Casa Carta

 
Con un’opera monumentale dal titolo “Dodici miliardi per il 2030...” Enrico Baj affronta il tema dell’apocalisse...

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E’ grazie alla neonata Fondazione Logudoro Meilogu, insediatasi a Banari nelle sale di una costruzione civile del XIII secolo, che sarà possibile ammirare parte della produzione ultima di Enrico Baj; l’artista milanese affronta temi apocalittici incentrati sull’inarrestabile crescita della popolazione mondiale e sulle conseguenze che l’umanità dovrà subire dopo gli abusi a discapito della natura.
Realizzata ad acrilico con interpolazioni di collages, l’opera è costituita da 30 pannelli, ognuno dei quali è stato concepito come un’opera a sé stante, ma che, riuniti a formare un’unica superficie, ricostruiscono un imponente puzzle.
I personaggi che popolano l’universo visionario di Baj sono ammassati e compressi all’interno di ogni pannello, ritratti immobili e inerti, inconsapevoli della catastrofe alla quale sono destinati. Come in una sorta di horror vacui, un brulichio di corpi avvinghiati, deturpati dalla superficialità delle cose e geneticamente modificati, sono travolti da vortici che presagiscono i tormenti degli inferi e si pongono in antitesi alla falsa quiete che imprigiona ognuna delle creature. Le immagini nella loro apparente casualità stabiliscono legami indissolubili tra loro, gli abitanti di questo pianeta degenerato hanno in comune l’imminente fine.
E’ palese la polemica contro lo scempio tecnologico, tematica cara all’artista, di stampo filosofico più che morale, e che riprenderà nelle altre tre grandi serie, realizzate tra il 1989 e il 1990, i cui titoli sottolineano, appunto, l’irrefrenabile incremento demografico: Sette miliardi per il Duemila, Nove miliardi per il Duemilaventi, Quindici miliardi per il Duemilacinquanta. L’assemblaggio di diversi materiali, quali falsi gioielli, passamanerie e insegne militari, sono i caratteri che contraddistinguono i quattro cicli pittorici, accompagnati dal vigore della pennellata e dai cromatismi contrastanti dati per colori puri, il tutto per dare inizio al grande “teatrino dei mutanti”.



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Enrico Baj, Dodici miliardi per il 2030…, Banari (SS), Casa Carta, Sede Fondazione Logudoro Meilogu, Via Marongiu 30, da martedì a venerdì ore 17/20; sabato 10/13, 17/22; domenica 10/13, 17/20; lunedì chiuso, Ingresso gratuito, Bookshop, Servizi, Catalogo £ 10.000


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5 Commenti

  1. Mi pare che in questa mostra siano esposte opere che leggermente si distaccano da quella che è considerata la produzione stereotipa del maestro. Mi sbaglio?

  2. Enrico Baj mi colpisce per il suo tema apocalisse, causata dalla crescita della popolazione mondiale e dagli abusi a discapito della natura.
    I personaggi ritratti ammassati e compressi in ogni pannello, anche se ritratti immobili e inerti, sono a mio giudizio molto espressivi.
    Il tema molto interessante ed attuale, mette in risalto il suo interesse per i problemi sociali, quindi la sua interiorità viva e partecipe ai problemi della società.
    Ciò che più mi piace è il suo genere di pittura, i suoi colori stupendi, colori puri ma con cromatismi contrastanti. Pittore degno di nota e di lode.

  3. Per Kafiero
    se ti riferisci alla tematica è fin dagli anni ’50, con il Movimento Nucleare, che Baj affronta provocatoriamente il rapporto fra tecnologia e arte; a livello stilistico non ho avuto l’impressione che si discosti dalla consueta produzione, i ritratti – fondamentali nell’opera de maestro perchè ritenuti piena espressione della comunicazione – non si differenziano dai “Generali”, così come l’applicazione di materiali, ho riscontrato invece, rispetto alle precedenti opere, un certo dinamismo voluto probabilmente per porre in continuità ogni ritratto del “puzzle” e sottolinearne l’affollamento.

  4. Le opere di Baj hanno un fascino tutto particolare,partendo da quelle nucleari , ai primi collages,alle stupende montagne ed ultracorpi(ove meglio è apprezzabile la stretto rapporto con la pittura di Asger Jorn), agli specchi, alle modificazioni, per poi passare ai generali e dame,ai mobili, ai grandi collages,ai meccano,alle plastiche, ed infine tra le tante altre stupende opere alla sublime Apocalisse.
    Onori al grande Baj, oggettivamente uno dei piu’ grandi artisti italiani contemporanei.

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