26 febbraio 2008

arteatro_festival Did Festival Milano, Fabbrica del Vapore

 
Giunto alla sua terza edizione, il Did Festival propone performance e coreografie. Alla ricerca di un dialogo fra tecnologia e drammaturgia del movimento. In uno scenario reale e/o digitale. Tra foreste di neon, autostrade virtuali e rock band di pennuti...

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Organizzato dall’AIEP – Avventure In Elicottero Prodotti di Ariella Vidach e Claudio Prati, il DID (Danza e Interattività Digitale) Festival, nello spazio post-industriale della Fabbrica del Vapore, sede da cinque anni dell’associazione, quest’anno ha proposto una serie di artisti eterogenei tra loro quanto a formazione e contenuti artistici e una piattaforma di giovani autori denominata splinter.
L’aspetto più rilevante della rassegna, contenuta in uno spazio dalla capienza ridotta ma molto affollato, è il tentativo degli artisti che lavorano nel settore delle nuove tecnologie applicate alla danza di passare da una fase di performance dimostrativa a uno stadio più avanzato di ricerca drammaturgica. Come nel lavoro di Christian Ziegler, collaboratore di William Forsythe nella realizzazione del cd-rom Improvisation Technologies, che ha illustrato agli spettatori la sua ricerca nel campo della danza digitale e ha poi proposto una perfomance live, Wald-forest, con la danzatrice Friederike Plafki che, immersa in una foresta incantata di neon, interagiva con l’intensità luminosa, la musica e i suoni elaborati al computer, disegnando un paesaggio fiabesco a discapito della scena essenziale.
Christian Ziegler - Wald-forest
Oppure Room & Road, del gruppo sloveno Dum, in cui il coreografo Mateja Bucar, in collaborazione con gli interpreti Rebecca Murgi e Jonathan Pranlas ha costruito uno spazio performativo, addentellando le tecnologie digitali al fil rouge narrativo: l’interno di una casa e gli esterni di un’autostrada delimitati da luci e suoni eseguiti in tempo reale che scandagliano lo spazio interiore degli interpreti.
Anche la piattaforma dei giovani autori ha visto l’esibizione di due progetti che procedono nella stessa direzione, manifestando la volontà di integrare l’impianto tecnologico alla coreografia. In Infiniti Limiti il duo Trivellin/Pesce si diletta nella sottrazione reciproca dello spazio, limitando continuamente la propria libertà d’azione, in un gioco di rimandi cromatici e musicali con il video proiettato sullo sfondo. In B-light Project la danzatrice Nadessja Casavecchia, vincitrice del concorso Milano in digitale II, connette attraverso il real time process la propria immagine catturata, rielaborata e proiettata sullo schermo da una telecamera, al corpo dal vivo in un gioco di scie coreografiche.
Dum - Room & Road
Non è mancata anche una sezione dedicata ai contributi video: un’opera di video-danza, a cura di Cro.Me. (Cronaca e Memoria dello Spettacolo), dal titolo A mani nude di Thierry Knauff, in cui l’interprete-coreografa Michèle Noiret diventa materia liquida in un’atmosfera di efficace rarefazione coreografica e cinematografica. E, per finire, Bit Village, documentario della regista Barbara Pedrini sull’esperienza ventennale di AIEP: dalle performance live di Ariella Vidach per le strade di New York degli anni ‘80 ai primi esperimenti video performativi dell’artista Claudio Prati fino a un esilarante duetto dei due artisti vestiti da pennuti che si beccano dal vivo in un esibizione da gruppo rock.

costantino pirolo


dal 14 al 16 dicembre 2007
Did Festival
Fabbrica del Vapore
Via Procaccini, 4 – 20154 Milano
Info: www.didstudio.org

[exibart]

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