13 ottobre 2009

arteatro_interviste MilanOltre

 
Giunto alla 23esima edizione, il Festival MilanOltre offre un programma ricco di danza e sperimentazioni teatrali, all’insegna della “drammaturgia non psicologica”. Il direttore artistico Luca Scarlini traccia un breve bilancio delle edizioni precedenti e indica le linee programmatiche della nuova...

di

Nelle ultime due edizioni, il festival ha perso il
sottotitolo programmatico per dare spazio a un più generico Teatro Danza
Musica e Oltre
.
Che senso ha oggi la ricerca dell’oltre
e in che modo questo concetto
può essere declinato? Può Milano essere ancora definita “città frontiera
dell’oltre”
?
Quando sono subentrato, in corsa, nella direzione
artistica del festival nel 2005, ho ereditato un titolo che prendeva origine e
spunto da un contesto storico culturale (gli anni ‘80) in cui Milano era
capitale internazionale…

E ora?
Il difetto di Milano è di “vituperarsi”…

Spiegati!
A Milano c’è molta attività artistica e culturale, ma lo
sport maggiormente praticato è quello di piangersi addosso. E io voglio
sottrarmi a questa consuetudine. Certo è l’unica città italiana che ha i prezzi
più alti, ma allo stesso tempo ha una vasta offerta culturale, in cui si corre
addirittura il rischio della sovrapposizione: stesse iniziative nello stesso
lasso temporale e talvolta con contenuti similari.

Il difetto principale?
Il difetto maggiore è anche la sua forza: rispetto ad
altre capitali europee non lascia spazio alle coproduzioni, che consentirebbero
una maggiore forza di rete, con la circuitazione di un maggior numero di
spettacoli, abbattendo i costi. Il motivo di questo limite/forza risiede in un
pervicace radicamento territoriale e poco slancio all’internazionalità. In
confronto con altre città europee in cui lavoro (Anversa, Ginevra), Milano è ossessionata
dal sistema delle “prime”, anziché dal sistema della “messa in rete” di uno
stesso lavoro in città diverse. Anche all’epoca in cui Giorgio Strehler era
regista del Piccolo Teatro, era piuttosto arduo portare i suoi spettacoli
all’estero! E parliamo di Strehler… A Milano abbiamo un ponderoso orgoglio
identitario e una timorosa apertura all’esterno.
La compagnia ceca DOT504
Tornando alla domanda iniziale, nessun sottotitolo
all’edizione attuale, perché?

La scelta di non trovare un tema da sviluppare
ogni anno, ma di procedere random, rispecchia la mia idea dell’arte: nessun
manifesto teorico, ma è l’opera che parla!
L’arte si giudica caso per caso, senza
una teoria da difendere a tutti i costi! I festival sono una sequenza di
spettacoli che si “possono” e si “vogliono” fare. Talvolta i manifesti sono
funzionali all’accaparramento ambizioso di una carica…

Dando un’occhiata agli spettacoli presenti in rassegna,
quest’anno c’è molta danza; a parte il doveroso omaggio a Pina Bausch,
scomparsa prematuramente, quali sono state le linee direttrici che hai seguito
per scegliere le opere in rassegna?

Concentrazione massima su forme di racconto
autoriale, performativo, non psicologico, non cronologico o narrativo. Il
teatro del corpo, nozione più ampia che contiene danza, performance, teatro di
voce, è quello che più si avvicina alla finalità spettacolare dell’“oltre”. Ho
imparato molto dalla mia precedente attività di drammaturgo di performance,
collaborando con coreografi inglesi alla fine degli anni ‘80. Sono affascinato
dal fatto che il corpo possa raccontare qualcosa, muovendo da un punto di
partenza altro, come succede nella musica o, per esempio, nel teatro di parola
di Martin Crimp, che racconta storie in modo non psicologico ma attraverso
passaggi suggestivi. Su questa linea di pensiero si muove per esempio il
regista scozzese di Susurrus, ospite del Fringe di Edinburgo di
quest’anno, David Leddy che ambienterà la versione operistica del Sogno shakesperiano di
Britten negli scenari avveniristici del Museo della Scienza e della Tecnologia.
David Leddy - Susurrus
Per entrare nel merito delle proposte di
quest’anno: potresti tracciare una mappatura teatral-geografica. Per esempio:
il Canada già ospite di MilanOltre
oppure la prima volta di un Paese
dell’Est?

Il Canada, rappresentato quest’anno dalla Compagnie
Flak
di José Navas del Quebec, è un grande laboratorio artistico, perché i governi
investono nell’arte. Le due proposte (Villanelle e S) di Navas
rappresentano un lavoro molto rigoroso fatto con la musica, che
determina la partitura coreografica, in direzione opposta alla maggioranza dei
giovani coreografi che utilizzano la musica come ambiente sonoro. È un lavoro
di una semplicità assoluta! La compagnia ceca DOT504 porta due lavori
coreografici in cui il genere del teatro-danza viene declinato in maniera
originale seguendo le proprie radici culturali. I Paesi dell’Est sono molto
attivi perché stanno raccogliendo i frutti di un’emigrazione artistica di
ritorno: giovani che si sono formati all’estero e che, tornati nei propri paesi
di origine, trovano spazio e disponibilità finanziaria per “creare”. La Praga
di oggi non si differenzia molto dalla Germania colta e cosmopolita.

Per la prima volta il festival ospita una
nuova realtà milanese della danza, la Fattoria Vittadini
, nata dal gruppo
di ex-allievi del corso di teatro-danza della Paolo Grassi….

Abbiamo voluto dare spazio a una compagnia
giovane che presenta un lavoro semi-professionale, saggio finale di diploma del
corso, ma che rappresenta un segnale interessante nel panorama delle nuove generazioni
di artisti; soprattutto in un momento storico molto difficile della scuola di
teatro milanese [al momento in cui scriviamo, la scuola è priva di una
direzione didattica ed è in corso una contestazione degli allievi, N.d.R.], abbiamo voluto
offrire loro un trampolino di lancio. Da segnalare inoltre gli spettacoli che
aprono e chiudono MilanOltre: la Compagnia Caterina & Carlotta Sagna,
già presente lo scorso marzo a Milano con un altro lavoro per il Festival Danae
e, in anteprima assoluta, la seconda parte del dittico Angels in America di Tony Kushner, con
la partecipazione della Compagnia Teatridithalia, a chiusura del festival.
Compagnie Flak - Villanelle
In cauda venenum.
Negli ultimi mesi
c’è stata una polemica politica intorno all’eccesso di presenzialismo
dell’assessore alla cultura Massimiliano Finazzer Flory, nella doppia veste di
politico e attore/lettore negli eventi organizzati dallo stesso Comune di
Milano. In MilanOltre
, il tuo nome compare nel programma,
oltreché come direttore artistico, anche in qualità di drammaturgo del lavoro
coreografico di Luca Veggetti, Nothing
. È l’ennesima declinazione del
conflitto d’interessi in salsa italiana o si tratta di un’identità
performativa
, che contamina il percorso artistico con quello della
programmazione?

Rispondo alla provocazione convocando la
figura di “critico impuro” che si sporca le mani facendo teatro in prima
persona… Vorrei dire, allora, che Nothing è un progetto
minimale, prodotto dal festival, che prende spunto e suggestione da un’opera
minore di Bergman e da La più forte di Strindberg. Si tratta di un poema video con
la musica originale di Paolo Aralla e l’interpretazione della danzatrice Olivia
Ancona; è articolato in tre capitoli e narra di una guerra d’identità, in cui
l’una cerca di prevalere sull’altra. Il testo che ho scritto sarà proiettato e
diventerà scenografia dello spettacolo. È un mio addio personale al Teatro
dell’Elfo con il quale collaboro da tanti anni.

Mi stai dicendo che il prossimo anno non
dirigerai più il festival!?

In realtà quest’anno rappresenta un anno di
transizione epocale: dalla storica sede del Teatro dell’Elfo si trasmigra alla
nuova sede multisala del Teatro Puccini, atteso da tanti anni e che verrà
inaugurato il prossimo marzo 2010. Pertanto si chiude un’epoca e se ne riapre
un’altra: anche MilanOltre il prossimo anno apparirà in una veste
completamente rinnovata.

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L’edizione 2007 del festival

a cura di costantino pirolo

la rubrica arteatro è diretta da piersandra
di matteo


dal 6 al 27 ottobre 2009
MilanOltre 2009 – Teatro Danza Musica e Oltre
Direzione artistica: Luca Scarlini
Info: Teatro dell’Elfo, tel. +39 02716791; miol@elfo.org;
www.milanoltre.org

[exibart]


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