22 luglio 2010

fino al 31.VII.2010 Alessandro Di Giampietro Milano, Davide Di Maggio

 
Polaroid e fondo-oro. Tra icone e personaggi, 29 ritratti fotografici strappano immagini e indifferenza. Un lavoro basato sul riconoscimento, sui suoi errori e sulla difficoltà dell’altro...

di

Il presente è una condizione irreale, cioè talmente
istantanea, fulminea, impalpabile, da risultare impossibile da definire, almeno
per me; in questo istante il presente è gia passato, è incredibile, viene quasi
il mal di testa a pensarci: come quei pensieri adolescenziali sull’universo che
non ha mai fine. Mi affascina pensare come la macchina fotografica sia l’unico
mezzo in grado di rendere concreto quel presente che diventa presto passato
. Lo sostiene Alessandro Di Giampietro (Pescara, 1972; vive a Milano), artista-fotografo celebrato con Goldenboy, breve
personale allestita alla Galleria Di Maggio.

Con il titolo del giorno in cui
sono stati dati alla luce, una selezione di 29 volti, stampati su formato e
supporto polaroid, dà l’avvio a una galleria di ritratti, scatti irrequieti,
immagini dal tono chirurgico e dal timbro netto, dolcemente sarcastico. Con Goldenboy sono stati allestiti lavori estratti da uno più ampio e
ancora in svolgimento, che ritraggono personaggi (artisti, critici, galleristi)
del mondo dell’arte contemporanea.

La scelta dei soggetti non è mai
casuale, per Di Giampietro. Ognuno è immortalato assieme alla propria maschera,
la propria smorfia, congelata su pellicola come solamente una combinazione stocastica
di nasi, bocche e sguardi riesce a riportare in vita. Divertenti, irriverenti,
leggere e talvolta taglienti le pose dei protagonisti di questa personale sono
stati tutti tomizzati e ricuciti per sottolineare dettagli che, nella normale
integrità del riquadro, sarebbero andati persi.

Gli scatti per ciascun soggetto,
in vero, sono una ventina di repliche. Copie prese di fronte al medesimo sfondo:
una tendina dorata. I soggetti ritratti decidono come mostrarsi alla camera. In
questa fase del lavoro l’artista si limita a effettuare l’inquadratura e lo
scatto.

Lo scatto è im-mediato, l’idea è
quella di mettere ciascun protagonista davanti allo specchio di ogni giorno,
facendolo diventare l’obiettivo della polaroid, per far emergere caratteri e
connotati dei soggetti. Poi, solo dopo che le foto della medesima persona sono
state scattate e raccolte, Di Giampietro interviene sulle pellicole di acetato
strappandole, invertendole e ricombinandole di nuovo. Con rivelazioni di
ulteriori livelli iconografici.

Alessandro Di Giampietro nel suo
lavoro fotografico sveste le persone della loro coscienza, regalando all’attimo
dello scatto del tempo in meno, tempo sottratto al pensiero. Il fotografo è in
costante ricerca dell’altro e di sé attraverso la vista dell’altro. L’incontro
con l’alterità sembra essere lo zoccolo duro del lavoro proposto in mostra,
progetto che si basa proprio sulla manifestazione dell’altro nel luogo inatteso
in cui la vita diventa esistenza, sfera fatta di paure, fobie, curiosità,
riconoscimento e bisogno di essere percepito.

Perché “non tutto ciò
che stimola il nervo ottico è necessariamente un’immagine. La condizione perché
vi sia un’immagine è infatti l’alterità

(
Serge Daney).

ginevra bria

mostra visitata il 26 maggio 2010


dal 26 maggio al 31 luglio 2010

Alessandro di
Giampietro – Goldenboy

Galleria Davide Di Maggio

Viale Monza, 10 (zona Loreto) – 20127
Milano

Orario: da lunedì a sabato ore 11-19

Ingresso libero

Info: tel./fax +39 0239663874; milano@galeriadavidedimaggio.com;
www.galeriedavidedimaggio.com

[exibart]

 

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