18 giugno 2012

fino al 28.VII.2012 Changing states of matter Milano, Brand New Gallery

 
Non solo linguaggio tradizionale, non solo tempere o acrilici a delineare astrattismi geometrici e policromatici, ma, in questa collettiva, le parole d’ordine sono: colore, materia e originalità -

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Diciannove artisti riuniti insieme, per la prima volta in Italia, danno vita ad una straordinaria girandola di colori e sfumature; l’occhio si immerge nelle profondità cromatiche e ne estrae l’essenza materiale che si trasforma, si evolve, conferendo nuova vita a oggetti usurati, dimenticati, ma che tra le mani di questi artisti tornano ad un nuovo ed inaspettato splendore. Non è solo un’esperienza visiva, è un’esperienza totalmente sensoriale, perché il visitatore non può resistere a sfiorare la scultura di Rona Pondick (Brooklyn, 1952) intitolata Navel, che rappresenta una poltrona moderna, ma non ha nulla della morbidezza dei tessuti a cui siamo abituati, perché quest’opera rappresenta l’antitesi della materia originale, perché in realtà è realizzata in bronzo e non in stoffa; la medesima sensazione appare con Ghost Shadow, la creazione di Lynda Benglis (Lake Charles, Louisiana, 1941) realizzata con schiuma di gomma e filo metallico oppure con One dark night di Mai-Thu Perret (Ginevra, 1976), in cui le dita vorrebbero scorrere e solcare le venature della scultura che sembrano ricreare una folta chioma di capelli raccolti. 
Un'opera di Steve Bishop

Ammirando queste opere, non si è solo impegnati visivamente, ma anche intellettualmente ed emotivamente: ad esempio, di fronte alla profondità dell’installazione senza titolo di Sam Falls (San Diego, 1984), che presenta un corpo di lavoro fotografico dall’artista stesso definito (in un’intervista del 2009 per This is that) «molto pensato, tracciato, e concettuale» in un’era in cui il blow-up della fotografia d’arte costituisce una delle forme espressive più appariscenti e tutto è dominato delle tecniche digitali, dalle riproduzioni di grandi dimensioni; oppure dinnanzi alle opere di Ivan Seal (Stockport, England 1973), in cui luci ed ombre si mescolano in egual misura, e l’astrazione geometrica porta l’immagine ad assumere una connotazione iper-reale, al limite del fantasy, che ricorda gli accorgimenti eleganti di Chardin oppure le prime opere di Cézanne in cui la rappresentazione di una realtà scultorea si basava su di una fortissima materialità. Le opere di Seal sono gradevoli e peculiari: grossi pezzi di congestioni di argilla si stagliano su sfondi che si spostano vistosamente da una tonalità all’altra; si tratta di una iconografia creata dall’artista, in cui la vernice scivola, in modo alquanto inusuale, da strumento per la realizzazione del dipinto a vera e propria materia animata dalla mano del pittore.

Questi artisti mediante le loro opere esplorano la nozione di autenticità tra le altre cose: le limitanti regole di produzione e visualizzazione dell’opera d’arte nel tempo e nello spazio, vengono scardinate e rovesciate, per far sì che la mostra non sia solo un’esperienza visiva o intellettuale, ma costituisca e rafforzi l’unicità esperienziale.

greta capelli 
mostra visitata il 31 maggio 2012

dal 31 maggio al 28 luglio 2012
Changing states of matter
Aaron Angell, Bianca Beck, Lynda Benglis, Steve Bishop, Kadar Brock, Matthew Chambers, Folkert de Jong, Nicolas Deshayes, Sam Falls, Ryan Foerster, Antonia Gurkovska, Gabriel Hartley, Jessica Jackson Hutchins, Mai Thu Perret, Rona Pondick, Ry Rocklen, Analia Saban, Ivan Seal, Molly Zuckerman-Hartung.
Brand New Gallery
Via Farini 32 (20159) Milano 
Orario: da martedì a sabato, dalle 11.00 alle 13.00 – dalle 14.30 alle 19.00
Info: +390289053083 – info@brandnew-gallery.com – www.brandnew-gallery.com 

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