06 giugno 2012

fino all’11.VIII.2012 Roberto Pugliese Verona, Studio La Città

 
Un percorso trasversale tra suono e arti visive. Il rapporto matematico e fisico dello spazio, come punto di partenza per la creazione di frequenze che si intrecciano a cavi, speaker e plexiglass -

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Non c’è casualità nel lavoro di Roberto Pugliese (Napoli, 1982), ma spazio per l’improvvisazione (gestita in maniera razionale) sì. «C’è un canovaccio che seguo, però spesso mi trovo nelle condizioni di decidere all’ultimo momento cosa fare o non fare. Anche perché si tratta quasi sempre di lavori molto grandi, che eseguo direttamente sul posto. Non provo a farli in laboratorio», spiega ad Exibart.
Per questa sua seconda personale alla galleria Studio la Città – che prende il nome dall’installazione Aritmetiche Architetture Sonore – ha lavorato anche dieci ore al giorno per un’intera settimana (come documentano le immagini che scorrono in loop su due piccoli schermi, posizionati discretamente su una parete). Un lungo lavoro che ha avuto bisogno dei suoi tempi. Le idee, i progetti, sono quasi sempre nella mente di Pugliese, ma poi ci sono altri fattori – luoghi inclusi – con cui relazionarsi.
Aritmetiche Architetture Sonore – che è uno studio tra architettura e suono dettato da leggi matematiche – conferma la sintonia tra scienza e tecnologia, alla base di una ricerca come la sua, in grado di trasformare lo spazio fisico della galleria in «un’architettura sonora da vivere come un ambiente esperienziale, in bilico tra ratio e pahos», scrive il curatore Ludovico Pratesi. 
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L’impatto emotivo è potente, partendo proprio dalla massa di cavi elettrici – esattamente come quelli d’acciaio, tesi tra le pareti e le travi di legno del soffitto – che non vengono nascosti, ma valorizzati nelle loro potenzialità di segni/scultura. Anche gli speaker – come i cilindri di plexiglass di Acustiche Derive Visionarie e, altrove, i tronchi d’albero o le cornici quadrate d’acciaio – hanno un ruolo rilevante all’interno della struttura visiva dell’opera. Nell’insieme di Unità minime di sensibilità (#2) sembrano un’orchestra di funghi spuntati dopo un temporale o un bouquet di fiori sintetici. La loro posizione è studiata, perché ci sia sempre coerenza tra aspetto visivo e sonoro.  
E’ tutto molto pulito, ordinato, perché – continua Roberto Pugliese – «Così come accade spesso in altri miei lavori, c’è una linea diretta tra il suono e il concetto che lo produce. In questo caso sono tutte funzioni matematiche legate all’architettura dello spazio. Il disordine non avrebbe avuto senso».
In questo contesto Pugliese è partito dalla pianta della galleria, da cui ha estrapolato una serie di informazioni che sono state trasformate in lunghezze d’onda, frequenze audio. «Ogni suono ha una certa dimensione fisica. Questi dati li ho poi inseriti all’interno di una serie di algoritmi generici prodotti da me. Dato che sono anche un programmatore, ho creato un software in cui ho inserito i dati dell’ambiente, ricavando una serie di suoni che ho assemblato in base alla mia sensibilità compositiva. Nasco prima come musicista compositore, poi negli ultimi anni ho deciso di intraprendere questo percorso trasversale tra suono e arti visive».
manuela de leonardis
mostra visitata il 12 maggio 2012


dal 12 maggio all’11 agosto 2012
Roberto Pugliese – Aritmetiche Architetture Sonore
A cura di Ludovico Pratesi
Studio La Città
Lungadige Galtarossa 21, Verona
Orario: martedì-sabato, 9-13 e 15-19 
Info: tel. 045597549 – info@studiolacitta.it – www.studiolacitta.it

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