18 aprile 2003

fino al 23.V.2003 Unisci i punti – Da Marsiglia a Bologna II Bologna, Galleria Neon

 
Una mostra scambio concordata tra Neon di Bologna e l’Ateliers d’Artistes di Marsiglia. Ed ecco nove giovani artisti francesi, perlopiù inediti in Italia. Una buona occasione per osservare lavori interessanti, sganciati dal “solito circuito” espositivo...

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Alla Neon di Gino Gianuizzi si svolge il secondo appuntamento di: “Unisci i punti”, progetto ideato da Thierry Ollat e Daria Filardo. Curato da quest’ultima, il progetto si propone di allacciare raccordi tra artisti e luoghi diversi attraverso due mostre. L’esposizione precedente aveva visto un gruppo di nove artisti italiani presentare i propri lavori all’Ateliers d’Artistes di Marsiglia, mentre l’attuale appuntamento presenta nella rinnovata sede della galleria Bolognese l’operato di altrettanti giovani artisti Marsigliesi.
La scena particolare di una città aperta come Marsiglia, favorisce naturalmente un clima di scambi e contaminazioni con poetiche di respiro internazionale ed ecco allora che l’approccio Sylvie Renò 2001 multidisciplinare dei nove artisti si concretizza attraverso lavori diversi tra loro, i cui fili di riconduzione si intrecciano senza costituire però un’unica matassa. Sono comunque rintracciabili alcune macropoetiche da cui si sviluppano con piglio personale i lavori dei vari artisti.
Alcuni lavori sono accomunati da un manifesto influsso Dada, riscontrabile nell’approccio ludico verso un intervento apparentemente insensato e teso alla svalutazione dell’opera materiale seppur, in alcuni casi, attraverso un paradossale recupero d’artigianalità. Tra questi, gli ariosi disegni tracciati a matita, direttamente sulla parete bianca della galleria, da Stéphanie Nava (1973) i cui soggetti, esili nella struttura e dall’inevitabile caducità materiale, ci appaiono come visioni fantasmatiche della realtà urbana massificata. O la macchinosa ironia di Laurent Terrace (1971) che, con le sue futuribili “macchine celibi”, dinamiche e tridimensionali, riattualizza la positività di un ludico non senso contrapposto alla logica utilitaristica e mortifera della realtà mondiale. Su un’analoga linea, troviamo gli oggetti in scala 1/1 che Sylvie Réno (1959) materializza col cartone. Iniziate nella metà degli anni ’80, queste copie minuziose da un lato duplicano mimeticamente la realtà, dall’altro attraverso l’evidenza del materiale incongruo e l’integrazione nell’opera dei ritagli scartati, svelano il meccanismo ri-produttivo alla base di ogni fare artistico. Francesco Finizio (1967) utilizza inveceMarc Quer - Les zones sensibles 1994 medium tecnologici come la fotografia, con la quale si fa ritrarre mentre (in)trattiene cani di sconosciuti incontrati per strada. Da questi scatti emerge una strategia che stigmatizza la creazione artistica: appropriarsi momentaneamente di qualcosa di sfuggente e non sempre ben controllabile, lasciando però una traccia ineludibile. Sempre di Finizio è anche il video spiazzante e divertente in cui la gita inverosimile di un gruppo di animali imbalsamati diventa allegoria della fruizione mondana che caratterizza gli individui, oggi sempre più distratti-attratti da realtà preconfezionate e “impagliate”. Possono poi per certi versi essere avvicinate al revival dadaista anche le istallazioni concettuali di Delphine Leulier (1974).
Su un versante più affine alle logiche Post-moderne, troviamo invece i fotomontaggi digitali di Berdaguer & Péjus (1968-69) e le icone di Ingrid Mourreau (1969).
Infine ci sono le installazioni realistiche, più evocative che straniate, di Marc Quer (1965) che, al pari di un Courbet dei nostri tempi, ci propone ambienti disagiati, bi e tridimensionali, con un realismo privo d’enfasi eppure lirico. Insomma, vere e proprie Zones sensibles, tanto romantiche nello spirito quanto pungenti e terrene nel risultato.

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Slovene Way
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www.documentsdartises.org

roberto maggiori
mostra visitata il 29 marzo 2003


Unisci i punti è un progetto di Thierry Ollat e Daria Filardo
a cura di Daria Filardo
Atelier d’Artsites, Marsiglia
21 Novembre 2002 – 23 Febbraio 2003
Sergia Avveduti, Annalisa Cattani, Domenico Mangano, Marzia Migliora,
Ottonella Mocellin, Sandrine Nicoletta, Daniele Pario Perra, Nicola
Pellegrini, Marco Samorè
GALLERIA NEON, Via Francesco Zanardi
n°2/5, Bologna
29 Marzo 2003 – 23 Maggio 2003
Berdaguer & Pejus, Francesco Finizio, Delphine Leulier, Ingrid Mourreau,
Stephanie Nava, Marc Quer, Sylvie Reno, Laurent Terras
Orario: martedì-sabato 15.00-19.00
Ingresso gratuito
INFO: gallerianeon@iperbole.bologna.it


[exibart]

3 Commenti

  1. peccato.. al solito queste iniziative/gemellaggi non “mostrano” realmente la scena delle varie città europee.
    marseille… dove sono hervé nahon, guy limone, marion parisot?
    poi se fosse realmente un “progetto sganciato dai soliti circuiti espositivi” mancano completamente ogni riferimento al bel progetto, a cura di régine dottori, “chateau de servières” o a “artena” che esalta la scena attuale marsigliese. che spesso non transita per gli ateliers.

  2. Probabilmente lo scopo dell’esposizione non può e non vuole essere mostrare tutta la realtà di una città complessa come Marsiglia, ma esporre una sua parte peculiare e INEDITA. Quanti degli artisti in mostra hai già visto in Italia?

  3. Aria Fritta!
    un a mostra pessima sia per la qualità dei lavori che per l’organizzazione. Disposti a casaccio, i capolavori di questi artisti sembravano macchie (e nn punti). Una festa del già visto che non giova a nessuno, tanto meno alle nuove propensioni dell’arte contemporanea, che è sempre più articolata su matrici complesse e ragionate. Qui si assiste alla pochezza di contenuto, per non parlare dell’irrivirente scarsità tecnica. Il video era approssimativo come pochi, e a mio avviso nn volutamente. Le strutture/sculture/installazioni mi hanno riportato indietro di 30 anni, e visto che non erano un omaggio a nessuno, ma un nuovo modo di “arteggiare”, chi se ne importa di ste cosucce??? I disegni, mha, lasciamo perdere..potrei diventare offensivo. La scrivania cartonata era simpatica, più per la manualità necessaria per costruirla, che per i contenuti che poteva proporre…ma è sempre una cosa già vista. Subito alla memoria i lavori di Alex Pinna con le sue molli sculture! Le foto dell’intrattenitore di cani erano decsamente penose, e qui mi fermo. Unisci i punti doveva essere ribattezzata “evita le macchie”, e forse dopo sittanta maestosità espressiva l’unica nota positiva poteva risultare la cuccia/letto-animali/clochard. Un vero peccato che la Neon abbia riaperto i battenti con questo progetto-ino ino. Andrà meglio la prossima volta. Una domanda: ma veramente a Marsiglia gli artisti sono questi? Se si (anke se non credo proprio) allora si può organizzare un mercatino dell’artigianato con appuntamento mensile…ma non alla neon, alla montagnola: Bologna avanguardia!

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