24 gennaio 2005

fino al 31.I.2005 Mito Auto Moto Bologna, Palazzo d’Accursio

 
Per i futuristi era meglio della Nike di Samotracia, simbolo di una modernità che non conosceva limiti. Auto e moto come soggetti per l’arte. Dal mito della velocità, a quello della ricchezza, alla solitudine di un paesaggio urbano disumano…

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Una bella collezione, frutto dell’unione di quattordici gallerie bolognesi, una sorta di blob-videoclip e un’interessante rassegna cinematografica. Tutto sulla scia del consueto appuntamento annuale del Motor Show che da quest’anno ha deciso di promuovere ed unire all’esposizione in fiera eventi culturali collaterali. Vari gli spunti di riflessione che sono legati alla rappresentazione dell’argomento “auto-moto”. E così si va dallo studio della velocità alla sua applicazione in campo sportivo-agonistico, dalla proprietà del bene auto o moto come simbolo di utilità e benessere alla trasformazione di questo in status symbol. Fino all’inserimento visivo dell’oggetto automobile in un nuovo aspetto urbano, o alla totale diffusione che ha portato inquinamento, caos, incidenti.
Certo il tema della velocità e della sua scomposizione è notoriamente interesse della pittura futurista come ben rappresentato dalla Moto girante di Giacomo Balla, e ancora sullo stesso tema i Bolidi + strada di Giovanni Korompay o la Moto Guzzi di Armando Testa (anche se qui la moto è sia status symbol che mezzo da corsa).
Gian Marco MONTESANO Prima della corsa 2004 Olio su tela cm[1].130x150
La velocità legata allo sport è quella raccontata da Carlo Corsi in cui l’unico elemento di rimando è la scritta Nuvolari nel titolo del quotidiano coperto dai colpi di pennello, e quella di Gian Marco Montesano con a sua Fiat in Prima della corsa. La Vespa, vera rivoluzione per il costume e per la società, è come un’apparizione sotto l’ombra riprodotta da Matteo Massagrande; allo stesso modo della moderna Ferrari simbolo di corsa, ricchezza, perfezione meccanica, nonché competizione espressa da uno sfavillante cavallino rampante in cui è riflessa l’immagine del fotografoFabrizio PASSARELLA Bollymood[1].Ambassador Ballet 2004 Acrilico su carta cm.100x70 -autore Hubertus Hohenlohe.
Ma forse l’aspetto preponderante è quello delle conseguenze dell’uso del mezzo meccanico nella nostra era. Dai fari come occhi negli olii di Thomas Brouillette, ai cavalcavia privi di presenze umane ed eco della sopraffazione della modernità sulla natura di El puente negro di Alejandro Quincoces. Ancora il gioco di parole Ara Diesel sulla pompa di benzina di Marco di Giovanni, carburante ormai talmente necessario da accostarsi ironicamente ad una divinità, alle strade trafficate di Cristian Zurita. Il Volskwagen, sicura espressione di design, del coreano Bahk Seon-Ghi è allo stesso tempo quintessenza della combustione e del conseguente inquinamento, essendo esso stesso realizzato in carbone. E come triste epilogo l’Incidente di Germano Sartelli. E poi un videoclip sulla scia di Blob con frammenti di cult come Cary Grant e Grace Kelly sulla decappottabile in Caccia al ladro, Gregory Peck ed Audrey Hepburn sull’intramontabile Vespa in Vacanze romane, Dustin Hoffman sulla rossa Alfa Spider ne Il laureato. Una rassegna completa per un argomento in perenne movimento.

valentina correr
mostra visitata il 12 dicembre 2004


Mito Auto Moto
Sala d’Ercole, Palazzo d’Accursio – Piazza Maggiore, 6 Bologna +39 051203120, www.comune.bologna.it  , orario: 10:00-18:00
Ingresso gratuito


[exibart]



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