30 giugno 2005

biennale di venezia Pipilotti Rist – Homo sapiens sapiens Chiesa di San Stae

 
Il progetto di Pipilotti Rist, evento speciale per il padiglione svizzero, lascia tutti a bocca aperta. Il soffitto di una chiesa diventa schermo di proiezione, da contemplare distesi, immersi nel buio...

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Ne parlano tutti a Venezia. La mostra da guardare col naso per aria, sprofondati nel buio di una chiesa. Tra i migliori progetti presentati in laguna.
Non è la prima volta che è ospite della Biennale, l’elvetica Pipilotti Rist (Grabs, 1962). Dopo le edizioni del ’93, ’97 e ‘99, rispettivamente per Aperto, Future Present Past e dAPERTutto, rieccola con una partecipazione nazionale e un progetto speciale, allestito in una sede distaccata del padiglione svizzero. Location ideale per questa nuova produzione. E’ la Chiesa di San Stae, affacciata sul Canal Grande, splendido esempio di tardo barocco veneto.
Si entra pochi per volta. Chi esce ha un sorriso semi-estatico, in silenzio, gli occhi un poco attoniti. La curiosità lievita. Ingresso ad effetto: nell’oscurità monumentale galleggia una musica eterea, ipnotica, un involucro dolce che penetra l’architettura. Vedi qualcuno a terra, allungato sui materassini color pastello, in mezzo alla navata centrale. Sguardo verso l’alto, distesi in totale relax, si stanno godendo lo spettacolo. Lo schermo è l’enorme soffitto a volta, proiezione smisurata che sfonda la copertura e spalanca la visione. E’ come un mondo parallelo che ti cade addosso o ti risucchia, mentre il peso si stacca lento da terra, in favore di una dissolvenza onirica.
Homo sapiens sapiens è un balzo violento all’indietro: l’universo prima del peccato originale, il giardino delle delizie incontaminato, il piacere panico generato dal contatto con la natura. La carrellata di immagini liquide –senza storia, senza parole- descrive un erotismo ingenuo, sussurrato, ibridato col paesaggio.
Per un video che sta metà tra fiaba, reminiscenza sacra o mitologica, viaggio psichico ancestrale.
E’ un Eden tutto al femminile, questo. Come spesso accade nei lavori della Rist, non ci sono uomini. Uniche protagoniste sono due ragazze identiche, gemelle, i corpi ancora non alterati dal germe della differenza. O forse è sempre la stessa donna che si sdoppia, in un gioco caleidoscopico di specchi e rispondenze. Non fanno che raddoppiarsi le scene, lasciando scorrere un flusso di immagini frattali, frammenti speculari che si autogenerano e si moltiplicano nella successione di colori acidi. I cromatismi artificiali si fondono con il candore dei corpi nudi, lattiginosi, la pelle bianchissima. Non c’è narrazione, non c’è principio, sviluppo, né senso: le due donne si muovono lentamente tra gli alberi, corrono in mezzo a distese d’erba e scorci di cielo nitido, si spalmano di terra friabile, si fanno scivolare addosso la polpa densa di strani frutti esotici… Le inquadrature dal basso sono studiate apposta per la posizione orizzontale dello spettatore, ed è come se piovesse dal cielo il succo carnoso del frutto spremuto nelle mani, una pioggia di petali, o un pulviscolo siderale; sbocciano come fiori i corpi, li vedi arrampicarsi in un sottinsù vertiginoso, le mani e i piedi tra le foglie, pupille azzurrissime, centimetri di derma ravvicinati, sequenze digitali che si avviluppano, esplodono, implodono, evaporano, si moltiplicano, si dissolvono in uno slow motion amniotico.

Il lirismo selvatico di Rist trova qui una sua declinazione immediata e coinvolgente. Non sono nuovi i temi, né l’estetica o le tecniche di elaborazione dell’immagine. Funziona però il progetto espositivo, senz’altro uno dei momenti più efficaci di questa Biennale. Brava e scaltra la Rist, che sceglie di catturare lo spettatore –saturo di ogni sorta di concettualismo e di provocazione- lavorando sulla memoria corporea, le fughe dell’inconscio, l’amplificazione percettiva e le derive emozionali. Impossibile non restare con gli occhi sgranati, scivolando in una ovattata trance, per venti minuti di fila.

helga marsala
mostra visitata il 10 giugno 2005


Pipilotti Rist – Homo sapiens sapiens
Venezia, Chiesa di San Stae – Campo San Stae Santa Croce
info: www.bak.admin.ch/biennale


[exibart]


2 Commenti

  1. almeno qualcosa di buono in laguna.
    lussemburgo e slovenia giocano delle buone carte.
    il resto e’ da buttare: iran, portogallo,turkia,cipro etc. etc.

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