04 luglio 2005

biennale di venezia Padiglione Lussemburgo – Antoine Prum

 
Un po' Tarantino, un po' Bergman. Dove sta il nesso? Nella follia esilarante di Antoine Prum. Il suo Mondo Veneziano sferra pugni nello stomaco. Regalando stralci di colta teoria sull'arte. Mentre scorrono litri di sangue tra le romantiche calli di una Venezia posticcia...

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L’anno scorso aveva vinto il Leone d’oro come miglior padiglione. Quest’anno il Lussemburgo è di nuovo una delle rivelazioni. Antoine Prum, artista e filmmaker, ha confezionato un gioiello cinematografico. Che sbeffeggia con acume il mondo dell’arte. Si chiama Mondo Veneziano ed è un mediometraggio digitale trasferito in pellicola. L’ambientazione? Venezia, naturalmente. Ma in realtà si tratta di un enorme set costruito nel 2001 in Lussemburgo, poi abbandonato. Il mondo di Prum altro non è che un’insospettabile fiction. Canali, gondole, palazzi settecenteschi, calli e campielli. Tutto finto. L’artista, di fronte all’incredibile città fantasma, ha una rivelazione: era quello il posto giusto per il suo progetto visionario. L’imitazione di un’architettura in mezzo all’acqua. Niente di più precario.
E poi i quattro personaggi, ognuno col suo clichè perfettamente cucito addosso. Il cast riassume il teatrino dell’art system: il Pittore, giubbotto di pelle borchiato, stivali da cowboy e animo ribelle-romantico; il Teorico, smilzo, occhialini, genio pallido e sfigato; la Curatrice, severa, ossuta, appeal lesbo-femminista, look minimale; l’ Artista conviviale, nuova figura legata all’estetica relazionale, aspetto casual da intellettuale “organico” in salsa sociologico-mediatica.

L’incipit è nel segno dell’inganno. I quattro sono dentro a un make-up bus, quelli in cui si truccano gli attori. Ma non è un backstage. Stanno già recitando, parlano con le battute di un copione. Dove comincia il vero e dove finisce il falso? Non c’è narrazione, nessun filo logico, ma una netta scissione stilistica: il film passa da un genere intellettuale di stampo nordeuropeo, infarcito di dialoghi teorici sull’arte, alla violenza splatter del b-movie americano. Mantenendo un’elegante atmosfera sospesa, congelata nell’ironia tagliente di fondo. Di giorno, affacciati sul canale, seduti in un cortile o stipati in un cascina, si fronteggiano a colpi di monologhi, recitando, con fare enfatico, estratti di importanti saggi: estetica, politica culturale, strategie di curatela e comunicazione. Un sampling teorico-letterario per dare vita a una partitura ibrida, tra spirito postmodern e decostruzione. E poi, di notte, la metamorfosi surreale. Da raffinati intellettuali a mostruosi killer. L’alternanza da una situazione all’altra crea uno stato di follia lucida: è tutto misurato, contenuto, perfetto. Compreso l’occhio del teorico, martoriato a picconate dal pittore; o le budella della curatrice, stesa su un tavolo operatorio sotto le grinfie dell’artista; o la crocifissione del pittore, appeso al cancello di una villa hitchcockiana, in una notte sinistra senza luna.

Si, perchè sono sempre loro a interpretare le scene: dopo averli visti declamare testi ipercolti, li troviamo in raccapriccianti pièce. Ci vuole stomaco, insomma.
Il gap tra teoria e prassi dell’arte contemporanea è il filo conduttore di tutto lo show. Un circo degli opposti, una lotta intestina tra l’azione creativa immediata e i contraddittori sistemi di pensiero. E pare divertirsi davvero Prum, sagace e beffardo, a prendere di mira questa scellerata giostra dell’arte…

helga marsala
mostra visitata il 10 giugno 2005


Antoine Prum – Mondo veneziano – fino al 6.XI.2005
LUX, HD Video/35 mm, 32’00’’, colore, inglese/tedesco, 2005 – Venezia, Padiglione Lussemburgo – Cà del Duca, Corte del Duca Sforza, San Marco 3052
(Vaporetto: Accademia, Linea 1 o 82)
orari: mar-dom, h. 10-18
info: +39 041 520 75 34
www.mondoveneziano.net
contact@mondoveneziano.net


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