23 dicembre 2005

fino al 31.XII.2005 Vitamortemiracoli Siena, Galleria Bagnai

 
L’altalena tra l’essere e l’apparire, la fuggevolezza e la mutevolezza delle cose umane: su questi temi si incentra il commiato della Galleria Bagnai dalla città di Siena. Con quattro giovani artisti toscani…

di

La Galleria Bagnai abbandona definitivamente la sua sede senese congedandosi con una collettiva dal titolo “Vitamortemiracoli”, con la quale la curatrice Gaia Pasi intende soffermarsi sulle infinite e soggettive possibilità di lettura di un’opera d’arte.
Gli artisti scelti per questa collettiva, pur nella diversità dei lavori e dei mezzi tecnici usati per realizzarli, sono legati dal comune intento di proporre più livelli di interpretazione. Ogni singola sfumatura determina una nuova prospettiva di osservazione, un inedito significato.
Tra i lavori di Carone, Di Vaia, Lillo e Posani è stata individuata una connessione tematica e concettuale: la volontà di catturare i momenti anche più insignificanti della nostra vita per analizzarli nella loro complessità.
Francesco Carone, in linea con la sua analisi delle quattro fasi del processo alchemico che porta alla trasformazione del piombo in oro, propone “Citrinitas”, ovvero una stanza completamente gialla all’interno della quale sono collocati tre oggetti che fungono da indizi per comprendere l’universo privato dell’artista: un lapis alto quanto Carone stesso, un gruppo di limoni in terracotta su cui sono dipinte le coordinate geografiche di luoghi cari all’artista ed infine un quadretto composto da alcuni metri in legno da muratore accostati in maniera sfalsata. Lo spettatore, nonostante il fastidio del giallo accecante di pareti e moquette, con il trascorrere dei minuti si rende conto delle diverse sfumature di colore presenti nella stanza e del significato dei vari elementi che vi sono contenuti.

“La Preda 2005”, accompagnata da tre frame del video – i momenti salienti – realizzati attraverso la compressione dell’immagine filmica tra due lastre di vetro è l’installazione di Raffaele Di Vaia. L’immagine proiettata a parete presenta, in un’atmosfera tetra che ricorda il Notorius di Murnau, l’artista stesso che si colloca seduto di fronte ad una porta, non si sa se semichiusa o semiaperta, dietro la quale si cela qualcosa di sicuramente mostruoso e aberrante. Di Vaia gioca con il senso di attesa e con vari elementi – la porta, la sedia, la ciotola d’acqua da cui lui stesso beve – instillando nello spettatore un senso di paura e di agitazione provocati dall’incapacità di comprendere chi sia la preda e chi il cacciatore fra la figura umana e ciò che sta dietro la porta. A voler ben esaminare la porta funge da limen sensoriale fra due dimensioni diverse ed il bere dalla ciotola è una sorta di rito di passaggio.
L’intera parete della sala principale è occupata da “Amoroma”, opera realizzata attraverso l’accostamento di varie tessere di feltro su cui sono tracciate delle scritte attraverso varie tecniche, racchiuse da pannelli di plexiglas i quali hanno la principale funzione di bloccare la cenere, materiale usato da Gianni Lillo sia in senso materico pittorico che tematico per rappresentare la fuggevolezza, l’instabilità di cose e sentimenti così come di simboli del potere come ad esempio la Basilica di San Pietro. Un semplice potrebbe far svanire tutto.
Christian Posani presenta un lavoro che funge da rilettura in chiave accademica delle immagini erotiche del XIX secolo rese in questo caso attraverso un procedimento di astrazione. Le tre donne nude raffigurate sulla tela celano i connotati del volto dietro ad una serie di macchie nere, simili ad un velo di pizzo e simbolo dello sgretolarsi dell’immagine con il trascorrere del tempo. La loro immagine si riflette sul piccolo specchio nero posto loro di fronte su cui campeggia la scritta cinematografica konec, ovvero fine. Lo spettatore ponendosi tra le due opere di Posani diventa parte integrante del lavoro, assolvendo la funzione di simbolo del presente fra il passato (le donne nude dalle sembianze sfumate) e il futuro (il profetico konec).

sara paradisi
mostra visitata il 3 dicembre 2005


dal 03/12/2005 al 31/12/2005
Vitamortemiracoli. Around 1: Siena
Galleria Alessandro Bagnai
Via Di San Girolamo, 15 Siena
Da lunedì a sabato dalle 15.30 alle 19.30 ( verificare sempre via telefono)
Tel. 0577/283355
siena@galleriabagnai.it
www.galleriabagnai.it

*una seconda parte della mostra è allestita presso le Terme di San Giovanni in Rapolano Terme (provincia di Siena)


[exibart]

2 Commenti

  1. ..NOSFERATU!!!!!! NOTORIUS è di Hitchcock ed è del ’46, mentre “NOSFERATU, EINE SYMPHONIE DES GRAUENS” (questo è il titolo originale e per esteso, ma non pretendo tanto…) è del ’22. Non si possono fare questi errori!!!!!! Male, veramente male…

    Raffaele

  2. Mi dispiace per l’errore, d’altronde così stava scritto nel comunicato stampa; poi francamente, parlare con quattro artisti ad un vernissage e ricordarsi tutto alla perfezione non è poi così facile. Nonostante il grande amore che nutro per il cinema non sono un esperto in cinematografia, mi occupo semplicemente di arte contemporanea…

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