06 giugno 2006

fino al 1.VII.2006 Juan Céspedes Torino, Galleria Maze

 
Un’unione di materiali e tecniche espressive diverse. Immagini, oggetti e installazioni. Un linguaggio immediato, dal ritmo sincopato e frenetico, che si affida alla contaminazione dei generi per esprimere un’arte al confine...

di

Seconda personale per l’artista cileno Juan Céspedes (Arica, Cile, 1972) alla galleria Maze, che, a due anni dalla sua prima personale torinese, presenta nuovi lavori, particolari estratti dal repertorio del suo immaginario, un universo colorato e multiforme, al limite tra arte, gioco e realtà.
Lo spettatore si trova immerso tra molteplici oggetti e installazioni, di formato e dimensioni varie, realizzati con materiali eterogenei, posti nello spazio apparentemente senza logica. Interventi pittorici sul muro, lavori site-specific, video animazioni e oggetti diversi –dalla t-shirt modello per giganti a fotografie di piccolo formato– ricreano il reale attraverso la mente fantasiosa e divertita dell’artista.
L’utilizzo congiunto di mezzi espressivi differenti e di materiali “poveri”, perché alla portata di chiunque, non genera un caos oggettuale confusionario e caotico, alla maniera di John Bock, ma ogni singolo elemento è opera autonoma, svincolata dal resto, ma allo stesso tempo inscindibilmente legata l’una all’altra, perché espressione del mondo fantastico di Céspedes.
La proliferazione di modi espressivi diversi e l’impiego del mezzo tecnologico si intrecciano in un linguaggio uniforme ed immediato, perché modulato secondo una versione low profile e “fai-da-te”, che sovverte l’uniformità insita nel mezzo tecnologico, rendendolo assolutamente irregolare e fuori dagli schemi. I lavori di Céspedes nascono dal reale che ci circonda, ma vengono stravolti nel momento stesso della loro creazione, perché diventano elementi di un altro reale, che appartiene esclusivamente all’immaginario dell’artista. Le fonti del suoJuan Céspedes, Scanning and Scratching, Installation view, 2006 - Courtesy Galleria Maze lavoro passano allora dall’animazione no-tech ai cartoons, dalla fotografia tradizionale alla street culture, in cui scansioni di oggetti in movimento, ridotte a coloratissime immagini non più riconoscibili, sono poste accanto a scatti fotografici di un tramonto, una stop-motion di uno skater insieme a piccoli disegni, il tutto scandito dal tic tac di una goccia intrappolata all’interno di un monitor. Il linguaggio tecnologico viene ridotto ad una morfologia minima, priva di decorativismo ma non per questo astratta. La manipolazione digitale e la mescolanza di materiali diversi lasciano una sensazione di incompiuto e di realizzazione precaria, propria della cultura giovanile dell’oggi, influenzata dalle infinite possibilità della tecnologia, ma allo stesso tempo affascinata dalla natura e dalle sue forme, incerta tra il disincanto nei confronti del reale e lo stupore, a volte ingenuo e a volte ironico, di fronte ai dettagli che la realtà stessa ci presenta. La riflessione sui temi universali passa attraverso l’immaginazione –personalissimo- del singolo, costituito da materiali e oggetti semplici, in cui convivono skateboard ed animazione 3D, forme colorate -geometriche, frammentate e scomposte- ed elementi naturali, come la luce del sole e quel telo di plastica azzurra su cui camminiamo, forse un ricordo di mare.

ilaria porotto
mostra visitata il 19 Maggio 2006


Juan Céspedes, Scanning and Scratching – 10 maggio – 1 luglio 2006
Galleria Maze, Via Mazzini 40 – 10123 Torino
Tel. 011 8154145 – Fax 011 5690138
mail@galleriamaze.it  – www.galleriamaze.it
Ingresso libero – Martedì – sabato: 15.30 – 19.30


[exibart]

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