30 giugno 2006

fino al 14.VII.2006 In su, nell’azzurro, come una piuma Torino, Scuola Holden

 
E anche Samuel Beckett ha compiuto i suoi bravi 100 anni. Dopo un seminario di studi cosa c’è di meglio di una mostra per festeggiarlo? Con cinque artisti a contendersene il pensiero. In una scuola per gli scrittori di domani…

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Un progetto molto articolato ma ben strutturato e opportunamente messo in atto. Ecco cosa che ha convinto cinque artisti ad affiancarsi al ciclo di letture, lezioni e immagini -dal titolo Respiro 1906-2006. Il secolo di Samuel Beckett– indetto dalla Scuola Holden di Torino per festeggiarne il centenario. Con una mostra ideata per intrecciare una rete di corrispondenze mentali tra l’immaginario del noto scrittore, poeta e drammaturgo irlandese e i nuovi stilemi dell’arte contemporanea.
Si tratta del progetto In su, nell’azzurro, come una piuma (verso tratto da una battuta di Winnie, protagonista del dramma teatrale Giorni felici), curato dal collettivo di critiche d’arte torinesi a.titolo per gli spazi di questa scuola di tecniche narrative, la prima e la sola in Italia. Dislocate nell’atrio, nelle aule, nelle biblioteche e sugli schermi dei computer, le opere hanno fatto da contrappunto visivo agli incontri e al seminario su Beckett durati tre giorni, rivelandone affinità inattese e potenzialità inespresse. Al filone delle “eredità indirette” appartengono i lavori già compiuti di Massimo Bartolini, Flavio Favelli e Diego Perrone, mentre le due installazioni site-specific di Giulia Caira e Marzia Migliora nascono, invece, su ispirazione diretta dei testi.
Massimo Bartolini (Cecina, Livorno, 1962, dove vive) e Diego Perrone (Asti, 1970. Vive tra Asti, Milano e Berlino), con le loro serie fotografiche realizzate rispettivamente nel 1995 (tre foto dal titolo Senza titolo-Propaggine e Angolo) e nel 2002 (I pensatori di buchi), sono infatti i due artisti che più evocano la grottesca condizione della signora Winnie di Giorni felici, interrata fino alla cintola. Che, invece di lagnarsene, sembra compiacersene fino al definitivo scivolamento nel buco. Flavio Favelli (Firenze 1967. Vive a Samoggia-Savigno, Bologna), quasi senza volerlo, costruisce un monumento alla poetica beckettiana per antonomasia -l’attesa di Aspettando Godot– con il suo Seggio, frutto di assemblaggi di mobili, legati al vissuto quotidiano della memoria. Decisamente volute, invece, sono le due creazioni pensate appositamente per le biblioteche della Scuola. Nella prima, gli screensaver dei computer utilizzati dagli studenti diventano il supporto di una riflessione più intima e raccolta -ad uso e consumo del singolo utente- del Beckett-pensiero. Servendosi di sette monitor, Giulia Caira (Cosenza, 1970. Vive a Torino) costruisce un sistema di Giulia Caira, Domani felicità, 2006, serie esercizio III, stampa lambda su endura+plexiglass, tiratura in tre esemplari, dimensioni variabili
piccoli set virtuali dal titolo unitario Domani felicità (tratto da Di’ Joe, scritto per la televisione nel 1967). E, concentrandosi sulle dinamiche di sperimentazione tecnica già avviate a suo tempo dal suo autore, riesce a restituirne la dimensione fortemente ovattata. Sia nel video girato nelle stanze dell’NH Santo Stefano, esclusivo hotel recentemente aperto in un edificio storico, che in quello liberamente tratto da Aspettando Godot. Completano il tutto le immagini in stand by ispirate a Finale di partita. Numerose le fonti letterarie a cui fa riferimento il tavolo-teca progettato da Marzia Migliora (Alessandria, 1972. Vive a Torino), intitolato (Pausa). Che tempo fa? Lo stesso di sempre… e collocato al centro della sala lettura nella biblioteca al secondo piano. Ma su tutte fa da filo conduttore dell’intera installazione quel Respiro che forse rappresenta l’opera teatrale più estrema di Samuel Beckett. Perché estremamente essenziale nella sua nudità scenica di puro meccanismo inspiratorio ed espiratorio. La stessa azione riproposta nel complesso circuito di cavi e meccanismi ottico-sonori congegnati per l’occasione all’interno di questo contenitore-piano d’appoggio.

claudia giraud
mostra visitata il 13 giugno 2006


In su, nell’azzurro, come una piuma – Cinque artisti incrociano i cento anni di Samuel Beckett
Massimo Bartolini, Giulia Caira, Flavio Favelli, Marzia Migliora, Diego Perrone
Torino, Scuola Holden, corso Dante 118 (zona Torino Esposizioni)
Orari di visita: da lunedì a venerdì 11,00-17,00
Ingresso libero
Per informazioni: Scuola Holden, tel. 39 011 6632812 www.scuolaholden.it – info@scuolaholden.it ;
tel: 011.8122634; info@atitolo.it  
Un progetto di a.titolo per la Scuola Holden nell’ambito di Respiro. 1906-2006 Il secolo di Samuel Beckett. Lezioni, letture, immagini (aprile-giugno 2006)
Partners: per la produzione dell’opera di Giulia Caira, GAS Art Gallery, Torino; per la produzione dell’opera di Marzia Migliora, TeKnemedia portale d’arte; per i prestiti e l’allestimento, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino e Galleria Maze, Torino
A cura di: Giorgina Bertolino e Lisa Parola


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