06 dicembre 2006

fino al 23.XII.2006 Adrian Paci Milano, Francesca Kaufmann

 
Dalla nostalgia alla pubblicità. Dai Balcani al videoclip. Il nuovo lavoro di Adrian Paci tra antiche evocazioni e nuovi immaginari. Protagonista però rimane la luce. E uno specchio che si frantuma in mille pezzi...

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Campagna immacolata. Imbronciati, alcuni bambini riflettono la loro immagine in uno specchio. Poi un colpo di fionda ben assestato infrange la superficie lucida, sullo sfondo delle colline circostanti si stagliano ora immagini mozze. Dopo la corsa attraverso i campi, arrampicati su un albero solitario, i bambini riflettono nei frammenti dello specchio la luce del sole. I rami si animano così di riflessi vibranti e intermittenti che paiono trasmettere, come in codice morse, il battito silenzioso della linfa. È il nuovo lavoro di Adrian Paci (Scutari, Albania, 1969) Per Speculum (2006).
L’uso poetico della luce, filo conduttore dell’opera e deus ex machina, ricorda il precedente Turn On. Anche qui gli effetti luminosi servono a prospettare una conclusione dal ritmo suggestivo e mirano a sospendere lo sguardo dello spettatore trascinandolo verso un’ammirazione incantata.
L’emigrato ha ormai abbandonato il tema dell’esilio e il legame con la terra d’origine per cibarsi in maniera piuttosto vorace di spunti di moda e pubblicità. I bambini protagonisti della storia sembrano riemergere da fairy tales o meglio da certi spot pubblicitari di abbigliamento per l’infanzia. Il mondo dei ricordi non è più così prossimo. Atteggiamenti degni delle performance di Vanessa Beecroft si sposano con l’estetica sospesa di certi videoclip musicali, magari indie e britannici, come quelli dell’arpista Joanna Newsom.
Adrian Paci, Per Speculum, 2006, video still, durata 7min, courtsey Galleria Franceca Kaufmann
Certo, Paci si è rivelato spesso capace di costruire immagini di forte suggestione, ma in qualche maniera nel nuovo lavoro si coglie la finzione del girato e l’impatto comunicativo ne risulta intaccato. La breve storia proposta nel video mantiene infatti in maniera piuttosto netta la sequenza scenica e perde in parte quella linearità narrativa che avrebbe garantito un ritmo sospeso e fuori dal tempo. Questo fa sì che le suggestioni patinate riecheggino con maggior forza.

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Adrian Paci- Per Speculum – Dal 23/11/2006 al 23/12/2006
Galleria Francesca Kaufmann, Via Dell’Orso 16, 20121 Milano (Brera)
Orario: da martedì a venerdì 11 – 19.30; sabato 14- 19.30; lunedì su appuntamento – Tel. +39 0272094331 – Fax +39 0272096873 – info@galleriafrancescakaufmann.com
www.galleriafrancescakaufmann.com


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5 Commenti

  1. Non capisco che problema ci sia con l’immagine ben fatta, perchè quando un’immagine si avvicina al cinema o alla pubblicità deve essere per forza “patinata”.Credo che nel mondo dell’arte ci sia qualche strano problema con la bellezza.

  2. ma chi ha scritto questa recensione?? si vede che non ha capito un bel niente..ma quale moda e video clip???
    anche se uno abbandona formalmente temi come l’esilio non è detto che non li rirproponga in maniera molto più raffinata in questo lavoro bellissimo fatto di nulla. i bambini con gli specchi evocano anime, l’albero di anime e conoscendo la loro storia capiamo tutto.

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