26 novembre 2007

fino al 18.I.2008 Gino Marotta Milano, Studio Visconti

 
La realtà come arte. Le prime sperimentazioni sulla materia degli anni ’50 tornano a vedere la luce dopo anni passati sotto silenzio. Ed è l’irrompere rivoluzionario dell’accidentalità quotidiana. Con un occhio al new dada e l’altro alla poetica dell’object trouvé...

di

C’è un altro mondo, invisibile, che doppia il visibile. E una seconda vita degli oggetti, un potenziale che cammina parallelo al loro uso. Le cose, abbandonate e scartate, entrano indiscretamente nell’arte, con il disordine caotico e la forza della realtà accidentale.
Gli anni ’50 di Gino Marotta (Campobasso, 1935) rappresentano un decennio sperimentale, fecondo e creativo, che prelude alle ricerche sui metacrilati e sulla dimensione artificiale della natura. Sono anni silenziosi in cui un Marotta poco più che ventenne -e già all’altezza del proprio compito storico-, attraverso un rapporto critico con l’informale accademico, si impone sulla scena romana e nel dibattito internazionale accanto a Tàpies, Burri e Rotella. E sono anche anni ammutoliti, revisionati, liquidati come “divagazioni giovanili”. Anni Cinquanta (ri)propone con sguardo retrospettivo e genealogico una selezione di quelle opere, vittime di un’inquietante e duratura censura critica. A testimonianza dell’autoaggressività dell’arte contemporanea, troppo libera di cancellare, negarsi, ripensarsi. Di insabbiare, talvolta, le proprie origini.
Le radici del lavoro di Marotta affondano nella ricerca sulla contaminazione materica: piombo, stagno, polvere di marmo, legno chiodato, carta e lamiere mischiano le loro consistenze e descrivono il sopravvento dell’azione umana costruttiva sulla contemplazione. Fuori dalla funzione di ricompensa dell’arte, Marotta si pone in attesa della risposta della materia. E il non-organico diventa vivente. Contro l’anestetica ispirazione borghese, il bello assume le forme del quotidiano, della lacerazione e della frammentarietà. La dissonanza della materia segna la riabilitazione poetica della sporcizia, dello scarto e della rovina: la ruggine e il junk sono tecnica ed espressione.
Gino Marotta - Bandone - 1958 - legno, carta e lamiere trovate - cm 120x170
I Piombi rendono un approccio fabbrile al corpo ibridato delle leghe metalliche. Negli Allumini compaiono figure intraviste, tracciate in maniera discontinua, fantasmi figurali dalla fisionomia abbozzata. Mentre sulla densità lavica dell’alluminio si aprono cicatrici e ferite, la divaricazione di questi passaggi segna la presenza di un piano di emersione di tessuto rosso sangue. I Bandoni raccontano, attraverso il ready-made, una precoce fascinazione per la materia ossimorica e per l’incisività del gesto artistico. Tradendo qualche avvisaglia pop, l’evoluzione del collage è un agglomerato, un impasto.
Con il molteplice, l’indeterminato e l’indiscreto, Marotta tampona il barbarico horror vacui della contemporaneità. L’accostamento distonico dei frammenti del quotidiano, il carattere “basso” dell’ispirazione e la non-idealizzabilità della tecnica artistica sono un primo passo verso la dimensione filosofica dell’arte.
Gino Marotta - Alluminio - 1957 - lamina di alluminio e stoffa - cm 40x55
Se la Pop Art “non è espressiva della creatività del popolo, ma della non creatività della massa” (Argan), gli anni ’50 di Marotta spingono la pratica “concreta” verso una poetica della materia che sembra aver chiuso i conti con l’estetismo. Prima che i “popist” scivolassero nella pedissequa moltiplicazione degli oggetti di consumo.

articoli correlati
Personale da Ph7 Art Gallery di Roma

simone frangi
mostra visitata il 31 ottobre 2007


dal 21 settembre 2007 al 18 gennaio 2008
Gino Marotta – Anni Cinquanta
a cura di Alberto Fiz
Studio Giangaleazzo Visconti
Corso Monforte, 23 (zona San Babila) – 20122 Milano
Orario: da lunedì a venerdì ore 11.30-19
Ingresso libero
Catalogo Silvana Editoriale
Info: tel. +39 02795251; fax +39 0276023238; info@studiovisconti.net; www.studiovisconti.net

[exibart]

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui