26 aprile 2001

Fino al 2.VI.2001 Oggi come oggi! Mimmo Rotella Firenze, Spaziotempo

 
Il Centro d’Arte Spaziotempo ospita un’esposizione dedicata agli ultimi lavori di Mimmo Rotella. L’artista calabrese, per la prima volta a Firenze, sarà presente alla Biennale con una sala personale. Exibart lo ha intervistato...

di

È la prima volta che le sue opere vengono esposte in una galleria di Firenze. Come si sente ad essere “ospitato” in una città in cui l’arte antica ha una presenza così massiccia?
Proprio in questo momento una mia opera, Elvis Presley, si trova esposta accanto ad una riproduzione della Venere di Botticelli. Per me è un grande onore essere accostato così al maestro: Botticelli… e Rotella. Sento, umilmente, una specie di continuità.

Il décollage è sicuramente l’esperienza che la caratterizza più d’ogni altra come artista. Come è nato?
Erano i primi anni ’50 ed ero appena tornato dagli Stati Uniti, dove avevo studiato come borsista alla Kansas City University. Ritrovandomi a Roma mi sono detto che tutto quello che si poteva fare con la pittura, o con le altre forme d’arte “tradizionali”, era già stato fatto da altri, prima di me e meglio di quanto avrei potuto fare io stesso. La nostra civiltà del XX secolo, che mi guardava dai muri della città ha fornito lo spunto: mi sentivo attratto dalla grande varietà dei cartelloni pubblicitari, dai loro colori, dalla matericità. Ho cominciato a raccoglierli quasi per gioco, staccandoli di nascosto, nottetempo…

Quando si è reso conto di stare facendo qualcosa di veramente nuovo?
Io conducevo la mia ricerca -ancora oggi conduco la mia ricerca- e non mi aspettavo di ricevere consensi. Il mio lavoro era senz’altro nuovo, di questo sono sempre stato certo, non mi chiedevo se sarebbe mai diventato “storia dell’arte”.

È d’accordo nel definire il décollage un atto iconoclasta?
In parte sì. Il mio era un atteggiamento di rottura, non molto diverso da quelo di Burri o di Fontana. Come molti degli artisti che poi ho incontrato nella vita volevo dare una risposta forte alla tardizione. L’intento dei miei primi lavori era proprio questo. Lacerare la tradizione.

Quando è arrivato il primo riconoscimento da parte della critica?
È venuto da parte di Emilio Villa, era venuto a conoscenza di queste mie composizioni e insistette per poterle vedere. Io, per essere sincero, non ero convinto che ne valesse la pena. Per lui fu come una rivelazione. Mi disse che stavo scoprendo un nuovo territorio per l’arte. Il décollage, mi disse, andava oltre i collages dei cubisti.

Un’intuizione geniale?
Una bella intuizione, ma sono stato molto fortunato. Senza la fortuna non sarei andato lontano, anche se credo che siano stati fondamentale la volontà e l’impegno che ci ho messo.

La sua figura di artista è stata collocata in divese correnti da parte della critica. In quale si riconosce maggiormante?
In realtà non mi piace dare delle definizioni, non amo le etichette. Mi colloco nella seconda scuola di Parigi, il manifesto del Nouveau Realisme, fondato da Pierre Restany, al quale ho aderito nel 1960.

Una scarpa femminile, 1999, décollage su tela, cm 78x113, collezione privataCome vede oggi la sua arte, adesso che il décollage non rappresenta più un atto rivoluzionario?
È la mia arte. Continuo a esprimermi, ho il bisogno di farlo e questo è il mio linguaggio. C’è sempre qualcosa di nuovo nei miei lavori, nella tecnica o nei materiali che uso. Proprio questi sono la manifestazione di una realtà in continua mutazione: il cinema, la moda, il mito americano, le immagini feticcio, gli status symbol… Oggi come ieri credo di poter esprimere soprattutto la contemporaneità, la realtà corrente.


Mimmo Rotella è un artista molto amato dai giovani. Cosa ne pensa?
Non mi sorprende affatto. Parlo lo stesso linguaggio dei giovani, un linguaggio di immagini prese dalla strada, dalla pubblicità.
Guardi le mie opere più recenti I colori stessi in questi lavori sono gli stessi che ci circondano mentre ci muoviamo nelle città. Li conosciamo e ci sono familiari.

Guarda la galleria di immagini

Pietro Gaglianò




Fino al 2.VI.2001
Oggi come oggi! Mimmo Rotella
Curatore: Luca Beatrice
Firenze, Centro d’Arte Spaziotempo, Piazza Peruzzi 15/r
Tutti i giorni 10.00-13.00/16.00-19.30, chiuso i festivi
Ingresso libero
Infomazioni: tel. 055 218678, fax 055 287590, e-mail: info@spaziotempo.com; sito: www.spaziotempo.com. Catalogo: Oggi come oggi! Mimmo Rotella, edizioni Gli Ori, L. 65.00o


[exibart]

16 Commenti

  1. ancore le stesse muffe!
    forse l’equazione, rotella + biennale 2001 = lo stagno dell’arte attuale, conferma l’ipotesi di un sitema chiuso e in via di deperimento intelletivo e culturale.
    evviva
    avanti gli sconosciuti
    che ne dici exibart

  2. Devo dire che Rotella, la sua forza, la sua espressività, non smettono di emozionarmi mai. anche se per qualcuno può saper di muffa!

  3. Rotella si esprime col suo linguaggio ed esprime la contemporaneità e questo mi piace. Non è amato solo dai giovani ma da tutti coloro che amano l’arte come espressione di se stessi.

  4. Bellissima intervista.
    Artista pigro, il che rappresenta un’ottima qualità.
    Qualche anno fa le sue interviste erano molto peggiori… e le sue opere molto migliori.
    Molte delle sue opere di allora sono interessanti come le sue parole di oggi.
    Mi sento, comunque, di dover ringraziare Rotella per quanto ci ha dato.
    Lo ringrazio anche per quanto avrà la bontà di risparmiarci.
    Ciao, Biz.

  5. Per Giorgio di Vigevano. Qualcosa contro chi zappa la terra? Se non ci fossero loro tu che mangeresti? Radici selvatiche, bacche, muschi e licheni? Cosa ti fa pensare che il caro Domenico sia in grado di svolgere questo nobile mestiere? Ma è il “torna” che mi ha fatto veramente imbestialire. Mi dirai che è un luogo comune…beh è un luogo comune molto stupido.

  6. non riesco a capire come si possa definire inesistente il lavoro di ricerca di Rotella.
    è evidente che Domenico non ha una visione completa della compagine culturale in cui l’arte e la RICERCA di Rotella nascono e si sviluppano.
    capisco che possa non piacer, ma per formulare dei giudizi così radicali bisognerebbe essere come minimo altrattanto capaci di creatività e intuito artistico…
    Tu di cosa ti occupi, Domenico?

  7. Sai amico Edgar A.Poe,
    stavo leggendo i commenti dei nostri colleghi lettori quando mi sono imbattuto in questo ultimo tuo.
    Allora ho smesso subito di leggere….
    …. Posso andare avanti dopo.
    Solo per dirti che sono d’accordo con te.
    Ciao, Biz.

  8. allora
    cari amici
    rotella, restany, il nuovo realismo etc etc
    forse è proprio il rotella che ha espresso nella sua forma minima le idee o il momento che restany aveva e sottolineo aveva ben individuato
    cari amici
    rotella sarà sicuramente un buon uomo
    il suo lavoro ripeto non esiste
    o meglio esiste ed è sovradimensionato dal mercato
    ciao
    e lasciamo in pace gli agricoltori

  9. Mah ! Ogni tanto nei forum ci sono delle polemiche su quello e quell’altro. E poi si continua a discutere sulle polemiche, facendo altre polemiche, eccetera eccetera. Si, d’accordo, anche questo è discutere di arte: uno difende un artista o le idee riguardo il suo concetto di arte. Quello che non capisco è perché incazzarsi su certe persone e continuare a parlare di loro anziché degli artisti che conosciamo, delle mostre che visitiamo.
    Pioveva il giorno della inaugurazione e non ero presente così alla mostra. E’ la prima, che fanno in questa galleria, che mi interessa e avrò altre occasioni di visitarla. Considero Rotella un bravo artista e lo vedo come un contemporaneo, non come muffa.
    Se poi gli “sconosciuti” non si fanno conoscere…beh, forse è anche colpa loro.

  10. Ho visto una tua opera e sono rimasto estasiato e ti ritengo uno dei più grandi artisti contemporanei.I tuoi decollages sono decisamente stupendi

  11. Non ho ancora visto la mostra ma sono certa che mi intusiasmerà!!!!!!!
    Rotella è un animo semplice e grandioso.
    Uno dei più grandi artisti del secondo dopoguerra e nonostante questo ha un’umiltà incredibile.

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