19 ottobre 2010

fino al 18.XI.2010 Alberto Burri Los Angeles, SMMoA

 
Combustione: Alberto Burri and America. La meritata rivalutazione di uno dei precursori dell’Arte Povera. Attraverso un lungo percorso tra crepe, bruciature e lacerazioni...

di

Quando Alberto Burri (Città di Castello, Perugia, 1915 – Nizza, 1995)
viene portato in America (Hareford Camp, Texas) nel 1943 come prigioniero di
guerra, era ancora “solo” un dottore militare specializzato in malattie
tropicali. Durante i tre anni di prigionia, circondato da altri italiani –
artisti, scrittori e poeti -, Burri inizia a dar spazio alla creatività e
inizia, come autodidatta, a dipingere paesaggi e nature morte.

Quei colori intensi, primari, densi, diventeranno gli
elementi base di una narrativa complessa incentrata sulla materia e sul
processo che porta, verso la fine degli anni ’40, a rivoluzionare il linguaggio
astratto iniziato da Picasso e Braque e perpetuato dai protagonisti dell’informale come Miró e Fautrier (questi ultimi incontrati a
Parigi nel 1949).

Burri porta i collage e l’uso dei materiali di “scarto” a
una retorica ancora più estrema, incorporando per la prima volta stracci di
juta ricavati, non a caso, da sacchi di farina provenienti dagli Stati Uniti
grazie al piano Marshall. Malgrado Burri, nella sua lunga carriera, non abbia
mai confermato né negato alcuna relazione tra l’esperienza traumatica della
guerra e i suoi lavori, l’uso di materiali lacerati, strappati, rattoppati e
bruciati, così come la predilezione quasi onnipresente del rosso, del bianco e
del nero, spinge la critica a un’interpretazione simbolica oltre a quella
formale.

Alberto Burri - Composizione - 1953 - tecnica mista su juta e tela - cm 86x100,4 - Solomon R. Guggenheim Museum, New York
È comunque certo che, per Alberto Burri, la complicata
relazione con gli Usa abbia lasciato un enorme impatto; e gli States lo hanno
“scoperto” e celebrato nei più importanti musei del paese, dal Guggenheim
Museum al MoMA, al Carnegie. Purtroppo, negli anni del suo enorme successo,
l’America stava vivendo uno storico momento artistico con l’Espressionismo
Astratto, che vede Burri accantonato, quasi dimenticato.

È da qui che, grazie a un lavoro di eccezionale valore,
lungo e meticoloso, così come la curatrice Lisa Melandri ci racconta, nasce la
mostra al Santa Monica Museum of Art. Attraverso il rapporto fra Burri e
l’America, la rassegna ripercorre le tappe fondamentali della sua carriera,
raccontando allo stesso tempo un importante momento artistico.

34 sono i lavori in mostra, a partire dai tanto discussi Sacchi
che, con tutta la
loro forza, esasperano la materia attraverso cuciture e sovrapposizioni improbabili
e rivelano, qui e là, sottostanti “macchie” rosse che sembrano far vibrare la
tela con la loro intensità e pastosità. Composizione (1953) è tra le opere che meglio
esprimono questo concetto. Seguono le muffe e i legni. Legno e rosso 3 (1956) sembra catturare
l’attenzione di tutti nella sala; il fondo rosso è parzialmente coperto da una
serie contigua di pannelli di legno, la cui superficie è stata bruciata e
annerita formando “incurabili lacerazioni.

Alberto Burri - Grande Bianco Plastica - 1962 - plastica e combustione su alluminio - cm 190x200 - Fondazione Palazzo Albizzini, Collezione Burri, Città di Castello (PG)
E ancora i Cretti, la cui evoluzione sembra essere particolarmente
chiara nel percorso suggerito dal SMMoA. I grandi pannelli di terra che,
assottigliata sulla tela a seconda dell’effetto desiderato e lasciata seccare,
rivelano una serie di crepe che simulano le sconfinate terre aride del deserto,
che Burri tanto ammirava in frequenti escursioni nella Death Valley, a poche
miglia da Los Angeles, dove insieme alla moglie Minsa ha vissuto per molte
estati.

Per finire, le maestose e drammatiche Plastiche. Grandi tele composte di plastica,
a volte trasparenti a volte nere, cauterizzate da una torcia a gas per
reinventare forme e consistenza. E lasciando lo spettatore incantato davanti
alla violenza estetica del gesto.

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grafiche di Burri

leonardo proietti

mostra visitata il 10 settembre 2010


dal
10 settembre al 18 dicembre 2010

Combustione: Alberto Burri and America

a
cura di Lisa Melandri

Santa Monica Museum of Art

2525
Michigan Avenue (complesso Bergamot Station, building G1) – 90403 Santa Monica

Orario:
da martedì a sabato ore 11-18

Ingresso libero

Catalogo a cura di Lisa Melandri e Michael Duncan

Info: tel. +1 3105866488; fax +1 3105866487; info@smmoa.org;
www.smmoa.org

[exibart]

3 Commenti

  1. Una mostra straordinaria con molte delle opere opere create da Burri a Los Angeles e credo, raramente o mai esposte in Italia. Un esempio di come un Museo di dimensioni ridotte possa fare mostre di cosi’ alta qualita’.

  2. “uno dei precursori dell’Arte Povera”

    Il fatto che alcuni degli esponenti dell’arte povera (Kounellis poi, che non lo è al 100%) si dicano suoi eredi non giustifica un collegamento così “pericoloso” (che è diventato un errore molto diffuso)…Burri e l’arte povera in comune hanno poco, o niente, e anche definirlo precursore stabilisce una relazione che di fatto non esiste…

  3. Mi fa piacere di vedere che Exibart comunica una notizia di un evento NON italiano, ma estero: fin’ora le comunicazioni sull’estero sono sempre state rifiutate.
    Speriamo che in futuro l’autarchia italiana sia superata!

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