18 gennaio 2011

fino al 5.III.2011 Innocente Brescia, Fondazione Berardelli

 
Bianco e nero. E, forse, artista e critico. Bonito Oliva inaugura la nuova esposizione di Innocente. E propone inedite, e narcisistiche, sfaccettature del dualismo più antico-ostico dell’arte...

di

Sono trent’anni delle opere e dei giorni di Innocente (Verona, 1948) a essere
esposti nelle sale della Fondazione Berardelli. Decine di lavori raccontano
l’evoluzione dell’artista dagli anni ‘80 fino a questo primo decennio del XXI
secolo.

Dapprima è l’esplosione del colore dei 42 bozzetti inediti
del periodo 1980-83, piccole tarsie cromatiche su supporto cartaceo:
meditazioni, ripensamenti, elucubrazioni per sculture e lavori posteriori.
Alcune giacciono nel mondo iper-uranio dei sogni, altre hanno visto la luce in
forme tridimensionali.

Poi, le installazioni, dove si dà vita a un altro modo di
informare la realtà. Come in Monumento ai
caduti
del 1996: un totem di oggetti, illuminati dai riflessi catodici di
un video in cui si alternano immagini in bianco e nero di un ossario e
l’inquietante simmetria colorata del bancone di un supermercato, mostra
l’obsolescenza della cosiddetta contemporaneità. O A prescindere del 1999: nove figure umane squartate che pendono,
tramite ganci da macellaio, da un ponteggio di tubi innocenti. In realtà, un
racconto drammatico e calibratissimo del periodo della guerra in Jugoslavia. E
la cronaca torna ancora in Tredici
del 2005 e in Red Cross, video del 2004 realizzato montando immagini del
conflitto in Cecenia, servizi tg, reportage di guerra, intervallati da frame
raffiguranti altri lavori di Innocente, come l’assemblage su legno Red Cross, sempre del 2004, un’enorme
pannello su cui sono fissate, in drammatica sequenza, protesi ortopediche
ospedaliere.

Il tutto, però, sempre orchestrato in una forma di
narrazione leggera, “anche se sempre
pronta a una critica pungente della società dei consumi”
, come afferma
l’artista, fortemente legata al suo antropologico e personalissimo punto di
vista sul nuovo che avanza, sulla vetustà, sui sistemi politici, sulle verità
celate. “Il mio lavoro è una domanda”,
dice Innocente; “a me, al mondo, a voi”.

Di questo sottile filo rosso che lega il lavoro di
Innocente alla realtà discorre Achille Bonito Oliva: lo palesa chiaramente nel
saggio che apre il catalogo, citando Apollinaire e la capacità dell’artista di
trasformare la realtà. Ma Bonito Oliva parla diffusamente anche del rapporto,
del “grande sodalizio”, come lo
definisce, che lo lega ad Innocente in un’epoca, il XXI secolo, dove all’antica
contrapposizione ossimorica tra artista, a cui spetta il valore e l’intuizione,
e critico si è sostituita l’era del dualismo e della complementarità tra questi
due mondi.

E alla fine ci chiediamo: sarebbe esistito Innocente senza
l’arte della maieutica di ABO? Crediamo di sì.

isabella berardi

mostra visitata il 30 novembre
2010


dal 27 novembre 2010 al 5 marzo 2011

Innocente – Opere dalla collezione
Berardelli

a cura di Melania Gazzotti e Nicole
Zanoletti

Fondazione Berardelli

Via Milano, 107 – 25127 Brescia

Orario: da martedì a venerdì ore 9-12.30
e 15.30-19.30; sabato ore 10-12 e 15.30-19.30

Ingresso libero

Catalogo con un testo di Achille Bonito Oliva

Info: tel. +39 030313888; info@fondazioneberardelli.org; www.fondazioneberardelli.org

[exibart]

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