22 aprile 2013

fino al 31.V.2013 Alessandra Spranzi, Vendesi Pierluigi Fresia, L’Apprendimento della Solitudine Galleria Martano, Torino

 
In bilico tra percezione dell'immagine e produzione di linguaggio, la doppia personale presentata alla Galleria Martano ospita due non-fotografi, impegnati in una riflessione sulle modalità di attribuzione di senso -

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Elementi accostati che si riflettono su se stessi, montaggio di sequenze, riverberi, influenze reciproche, distacco e riattribuzione di senso: a questo sconfinato campo semantico fa esplicito riferimento Elio Grazioli nel testo introduttivo del catalogo che accompagna la mostra. Tentando un’ampia lettura – che muove, circolarmente, dalla conquista dell’unicità alla dirompenza dell’assoggettamento – della doppia personale di Alessandra Spranzi e Pierluigi Fresia alla Galleria Martano, il critico ne delinea degli originali termini di interpretazione. Per la prima, la fotografia è intesa come strumento di offerta e, allo stesso tempo, di addio ad un mondo che viene lentamente lasciato, procedendo da una distanza che sarà progressivamente ri-abitata. Il secondo gioca sul ritrovamento di un senso poetico come appropriazione di momenti privilegiati, in una tensione rivelatrice tra immagine e parola, tra epifania e riflessione ponderata.
Pierluigi Fresia, Tutte le cose che..., courtesy Galleria Martano
Alessandra Spranzi presenta gli scatti del ciclo Vendesi (da cui è nato un libro, a cura di Marco Zürchern con testo di Matteo Terzaghi, pubblicato dallo studio CCRZ in Canton Ticino, che sarà presentato martedì 23 aprile in galleria), in cui propone, rifotografate, le immagini dei bollettini su cui si offrono o si mettono in vendita gli oggetti di cui ci si vuole sbarazzare. Un veliero, due tartarughe, alcuni abiti usati, una lampada, uno specchio: riproduzioni di pubblicazioni, in cui il materiale della carta tesse una trama sottostante. 
Questa impronta materica, letteralmente rivista in altra luce e amplificata, anziché riferirsi alla realtà di partenza, rinvia, paradossalmente, ad una finzione necessaria. Il dispendio che le cose rivelano è una sorta di dono segreto che trascende lo sguardo: ci permette di possederle nel momento stesso in cui esse stanno cedendo all’abbandono. Non si tratta di una fotografia di testimonianza, né di una mera riflessione su punti di vista e giochi di luce, bensì di un chirurgico tentativo di giungere a un sostrato psicologico, a metà strada tra l’uomo contemporaneo e la comunicazione dell’immagine.
Pierluigi Fresia espone il suo lavoro degli ultimi due anni, L’Apprendimento della Solitudine, con opere di grande formato in cui il testo è integrato alla rappresentazione. Al pubblico potrebbe sembrare di trovarsi di fronte ad una serie di frames tratti da trailers cinematografici. La parola occupa uno spazio variabile, in rapporto al peso che parrebbe possedere all’interno di una meditazione sul paesaggio che la ospita. Ogni figura umana è bandita: la solitudine è la base di tutto ciò che si scopre all’interno di un’indagine su una percezione fondamentalmente antropomorfica e, al tempo stesso, simbolizza l’emotività che aderisce alla visione per produrre nuovo linguaggio.
Ivan Fassio
Mostra visitata il 27 marzo
Dal 27 marzo al 31 maggio 2013
Alessandra Spranzi, Vendesi
Pierluigi Fresia, L’Apprendimento della Solitudine
Introduzione di Elio Grazioli
Galleria Martano di Liliana Dematteis,
Via Principe Amedeo 29 10123, Torino
Orari: dal lunedì al sabato, 15:00 – 19:00

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