11 marzo 2014

Fino al 29.III.2014 Fulvio di Piazza – Pacific Galleria Bonelli, Milano

 
Disney incontra Borges. Lo scenario infernale di un corpo inquinato che diventa putrescente. Un paesaggio surreale e decadente, per dare l’allarme -

di

Fulvio di Piazza, è il classico artista apprezzato e seguito da Giovanni Bonelli: siciliano (di Palermo), sognatore, colorato, movimentato, spaventoso.
Come spiegano le note di presentazione della sua personale ora negli spazi della Galleria Bonelli, per comprendere i suoi quadri si deve tenere a mente il secondo principio della termodinamica (l’energia non si crea né si distrugge, ma passa da uno stato di disponibilità ad uno di non-disponibilità) e il saggio di Jeremy Rifkin, Entropia, che mette in guardia circa la possibilità della fine delle fonti energetiche disponibili sul nostro pianeta.
Infatti di Piazza, tramite le sue coloratissime tele, cerca di mettere in guardia su tematiche quali lo sfruttamento delle risorse e l’inquinamento. Le sue opere rappresentano quasi esclusivamente paesaggi, ma futuristici, astratti, antropomorfi, sporchi e sbuffanti fumo, in cui galleggiano animali quasi irriconoscibili e spirali di materia. Isole o pianeti a forma di regione Sicilia, balene, palle infuocate, sono lambiti da pennacchi di colore arrotolato come fumo, o una zaffata di sporcizia, in una rappresentazione da cartone animato anni ’70 (Fritz the cat), con simboli semplici, colori accesi, una tradizione iconica che viene smontata e rimontata in un significato semplice da afferrare. Leggere il significato di una Sicilia coperta di spazzatura o di un albero che è il volto di un uomo non è certamente difficile. Chiaramente di Piazza lancia un allarme, e lo fa riallacciandosi alla più semplice tradizione del “dimmi che cosa vedi in quella nuvola”. Solo che nelle nuvole gli spettatori vedono solo morte, inquinamento e distruzione.
Sfrutta molto anche il tema del pesce, più volte riproposto, sia come essere mutante (il presce triocchiuto dei Simpson?) abbandonato tra i rifiuti che, come creatura viva, guizzante, che esce da un quadro per arrivare a un altro (ci sono pesci dipinti o realizzati in carta e inchiodati al muro lungo una parete della galleria). Il doppio simbolo di decadimento e putrescenza o di rinascita e vivacità (in un’ottica cristiana?).
Di Piazza si è evoluto: anni fa rappresentava per così dire il sottobosco, gli animaletti e i funghetti dei boschi, cercando il particolare nel generale. Ora restituisce un’immagine maestosa e di insieme, usa preferibilmente tele grandi e pennellate decise, colori pieni, pastosi (si veda il blu indaco della mucca) contrapposte ad altre più tenui per realizzare gli sfondi.
Propone l’immagine di un uomo che arriva, cambia la natura, la fa assomigliare a qualcosa di artificiale; ma allo stesso modo, la natura si ribella, o si distrugge, e diventa qualcosa di affastellato e marcescente, come un corpo pulsante coperto da pustole.
Silvia Tozzi
Mostra visitata il 22 febbraio 2013
Dal 21 febbraio al 29 marzo 2014
Fulvio di Piazza , Pacific
Galleria Giovanni Bonelli
via Porro Lambertenghi 7, Milano
Orari: dal martedì al sabato dalle 11 alle 19

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