09 maggio 2014

Fino al 17.V.2014 Pae White, …. and then you know what? Galleria kaufmann repetto, Milano

 
Il magico mondo di Pae White. Alla sua quinta personale in galleria propone tre opere che intrecciano storie e richiamano mondi lontani da Vienna al Messico passando per Gloucester Road -

di

In zona Moscova, a pochi passi da dove la chic e borghese via Solferino incontra la più mondana e flashy corso Garibaldi, c’è una galleria situata in un palazzo dei primi del novecento, in uno spazio ristrutturato dall’architetto Frank Bohem,  che è per Milano un vero scrigno di contemporaneità.  
La galleria kaufmann repetto, diretta dalle omonime sorelle Chiara e Francesca, si è sempre specializzata in artisti, e soprattutto artiste, che hanno un carattere sperimentale e alla cui pratica sia collegata un tipo di ricerca critica e teorica. 
Pae White...and then you know what? 2014 lucky charms neon, transformers, electrical wire site specific
In occasione dello ‘spring awakening’ di Miart, hanno aperto la mostra di Pae White, eclettica artista losangelina (1963) fresca di una bellissima personale alla South London Gallery di Londra. Attorno alle opere presenti nella mostra …. and then you know what? due installazioni site specific e un lavoro scultoreo, si incrociano diverse storie che rendono le opere un punto d’incontro immaginario tra Vienna, la metro di Londra e altri paesi sparsi per il mondo. 
Nella prima sala della galleria è possibile passeggiare attorno ai quattro monumentali arazzi, ma leggerissimi al tatto, creati dall’artista in occasione della sua personale tenutasi, nel 2013, al MAK di Vienna, museo di arti decorative e design. Gli arazzi, tutti e quattro realizzati in tonalità che vanno dall’oro all’argento metallizzato, come ad omaggiare la città di Klimt, sono stati ispirati dalla collezione di tessuti del museo e in particolare dagli antichi kimono giapponesi dell’800, quelli appartenuti alla fascia più povera della società. Le trame di tessuto scelte da Pae White sono state messe insieme dal computer e poi fatte tessere da un azienda di tessitori nelle fiandre che lavora nel campo da generazioni. 
Anche la piccola scacchiera presente in mostra è ispirata alla stessa collezione del MAK: l’artista avendo avuto la possibilità di scovare tesori negli immensi archivi del museo ha scelto una serie di vecchi giocattoli, le cui fotografie ha inviato ad artigiani nei vari continenti, passando dall’Africa al Sud America, a cui ha chiesto di replicare/re-interpretare gli oggetti.
Il risultato è una bellissima opera, realizzata da artigiani messicani, che fa pensare in modo originale a quanti oggetti dimenticati ci saranno i archivi dei musei e come dargli nuova linfa vitale, riuscendo anche a dare lustro agli artigiani che spesso lavorano dietro le quinte.
Nella seconda ala della galleria ci si trova illuminati dalla luce di 380 neon, che occupano pareti e soffitto, i cui colori tenui sono modulati sullo spettro solare, forme geometriche diverse che come le nuvole sembrano a volte essere definite, altre volte no. 
Dietro quest’opera, le cui trame intricate si ispirano a dei tappeti persiani c’è un complicato intrigo. L’installazione era stata realizzata per la metro di Londra, fermata di Gloucester Road, dove avrebbe svolto la funzione di aiuto fototerapeutico per compensare i disturbi dell’umore: all’ultimo momento l’associazione Art On the Undergound, che è parte dell’azienda pubblica dei trasporti londinesi, dopo aver speso circa £ 1,500,000 pound per commissionare l’opera si è resa conto che non sarebbe stato possibile installarla nella metro. L’opera è stata immagazzinata e ha corso il rischio di essere distrutta, ma oggi, dopo aver risolto a favore dell’artista la querelle sulla sua proprietà, possiamo ammirare l’installazione e immergerci in questa stanza di luce a Milano. Per l’occasione è stato anche creato un libro che contiene tutte le possibilità in cui i neon possono essere sistemati all’interno della stanza della galleria, secondo il programma che li ha disposti.
Infondo alla sala dove si trovano gli arazzi c’è una piccola opera che riassume un po’ la figura di Pae White: è un piccolo quadro argentato composto da solchi creati da gusci d’uova rotti e riempiti di sassolini che l’artista ha creato in albergo poco prima dell’apertura della mostra. Come mi spiegano le galleriste è un’artista spontanea ed enciclopedica, che riesce a trovare ispirazione ovunque guarda.
Victoria Genzini
Mostra visitata il 28 Marzo
Dal 28 Marzo al 17 Maggio 2014
Pae White
….and then you know what?
Kaufmann repetto
Via di Porta Tenaglia 7, Milano
Orari: dal martedì al sabato dalle 11:00 alle 19:30 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui