17 febbraio 2015

I GALLERISTI SI RACCONTANO

 
Corrado Gugliotta, gallerista siciliano, è il protagonista del nostro secondo incontro
di Alessandra Caldarelli

di

Corrado Gugliotta è il direttore della galleria Laveronica a Modica, nel profondo Sud della costa meridionale della Sicilia. Ci racconta uno scenario lontano da quello che in molti considerano il “centro” dell’arte contemporanea, tra sfide e progetti. Una galleria che prova a immaginare qualcosa di diverso, con lavori che siano fruibili a più livelli di lettura. Al momento ospita, fino al prossimo 28 marzo, una mostra che parla delle opere a sfondo politico-sociale, di denuncia e di rifiuto al sistema della giovane Adelita Husni-Bey, milanese di 29 anni, che vive e lavora a New York.
All’ultima edizione di Artissima ha partecipato nella sezione Present Future con uno stand dedicato a Uriel Orlow. Com’è stato accolto dal pubblico internazionale della Fiera?
«In occasione di Present Future a Torino abbiamo presentato Unmade Film, forse l’opera più importante e complessa di Uriel Orlow. Pur essendo un progetto molto difficile per il contesto di una fiera, sono soddisfatto del successo che ha avuto e lieto che l’intero progetto è entrato a far parte della collezione del Castello di Rivoli».
Da sempre la sua galleria lavora con artisti estremamente all’avanguardia. Quali sono i punti caratterizzanti del suo programma?
«Il termine “avanguardia” è molto complesso e forse ambiguo. È meglio non tirarlo fuori per una breve intervista come questa. La mia attenzione è verso gli artisti che indagano la condizione umana. Mi interessano i lavori che hanno un’immediatezza e al tempo stesso una complessità. Trovo interessante che un’opera sia fruibile da persone più semplici e che al tempo stesso possa avere livelli di lettura diversi».
Adelita Husni-Bey, Il Principe, la Classe e lo Stato 2014 installation view at Laveronica arte contemporanea Courtesy the artist and Laveronica arte contemporanea
Cosa significa essere uno dei pochi galleristi a lavorare nel contesto siciliano, un punto di forza o di debolezza?
«È una domanda che mi  fanno di frequente. Probabilmente oggi il contesto dov’è collocata una galleria è molto meno importante rispetto a 15 anni fa. Mi riferisco a questioni come la visibilità e l’accesso alle informazioni. Internet, e, per quanto se ne può dire male anche le fiere, hanno contribuito a questo. In generale i concetti di centro e  periferia sono sicuramente cambiati.  Ho scelto Modica perché è un posto straordinario e perché quello della galleria è prima di tutto un progetto culturale e l’ho sempre vissuto come un fortissimo punto di forza, sicuro che avrebbe premiato gli sforzi da affrontare».
Dal 2007, anno della fondazione della galleria, ha lavorato con artisti provenienti da Cipro, Libia, Croazia, Israele, Italia. La posizione geografica di Modica è stata d’aiuto in questo senso?
«Il 2007 mi sembra un’altra era glaciale se ripenso a tutto quello che è accaduto, le esperienze fatte, la gente incontrata e i cambiamenti che sono avvenuti. La provenienza geografica degli artisti è stata una cosa quasi naturale data la mia attenzione speciale per il Mediterraneo, l’area geografica dove la galleria si trova. Partendo da questa premessa il programma ha avuto ed ha una sua naturale coerenza».
Adelita Husni-Bey, Il Principe, la Classe e lo Stato 2014 installation view at Laveronica arte contemporanea Courtesy the artist and Laveronica arte contemporanea
Come intraprende il rapporto con gli artisti? Ci sono musei o istituzioni con le quali collabora?
«Le collaborazioni nascono nel modo più naturale possibile. Sono molto curioso e cerco sempre di fare studio-visit e di vedere più mostre possibili. Ho collaborato anche con diversi curatori di cui stimo il lavoro. La galleria affianca e supporta i suoi artisti quando collaborano con musei e istituzioni (proprio di recente il MAXXI di Roma ha ospitato la simulazione che ha visto i giovani studenti del liceo Manara interpretare il ruolo di giornalista, politico, attivista, lavoratore e banchiere, a partire dalla quale sono state realizzare le fotografie attualmente in mostra presso la galleria, ndr)».
Quali sono le realtà che in Sicilia mancano per l’arte contemporanea?
«Penso che il livello dei collezionisti purtroppo sia ancora davvero mediocre, mentre ci sono gallerie, artisti che seppur con approcci differenti, fanno un lavoro rispettabile».
Con quali realtà esistenti vorrebbe collaborare in futuro?
«Con tutte quelle di cui apprezzo il lavoro e nella cui etica mi riconosco».
Quali sono i prossimi progetti per la galleria?
«Per quanto riguarda il programma, un evento molto importante è la prima mostra personale in Italia di Lawrence Abu Hamdan che ospiteremo quest’estate. Per il resto mi piacerebbe coinvolgere in quest’avventura umana che è la mia galleria, nuove energie e nuove passioni, ma ancora è un po’ presto per parlarne».

2 Commenti

  1. un siciliano che da visibilità all’arte contemporanea è magnifico, verrò a vedere la mostra che farete nei mesi estivi .
    In bocca al lupo Corrado Gugliotta, evviva l’arte atuttotondo

  2. certo se desse anche spazio ad alcuni artisti della sua zona (sicilia) non sarebbe neanche male (non credo che non ce ne sia neanche uno con il quale instaurare una collaborazione)….ma d’altronde si sa che, per l’italia, provinciale, tutto è migliore del proprio “orticello”…buon lavoro comunque…

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