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La domanda di inserimento nella lista dei patrimoni dell’Unesco arriverà a Parigi entro pochi giorni, ma solo il prossimo novembre sapremo il risultato. Parliamo di un altro tesoro italianissimo sotto una futura tutela, ma stavolta non si tratta di un monumento, ma della pizza napoletana.
Eh già, la Commissione italiana vuole mettere al sicuro un business che genera nel Paese 10 miliardi di utili l’anno, suddivisi tra circa 63mila pizzerie e locali per l’asporto, che danno lavoro complessivamente ad oltre 150mila persone. L’idea, supportata dalla Coldiretti, vedrà l’”Arte dei Pizzaiuoli Napoletani” (se passera la domanda) come genere da tutelare proprio per il suo essere “cultura”, anzi, arte vera e propria. Se poi ci si mette che il tema di Expo è “Nutrire il pianeta” ci potrebbero anche essere buone speranze di vittoria.
«La pizza napoletana è una summa della Dieta mediterranea e merita di essere inserita nel novero dei patrimoni immateriali dell’umanità. È assai apprezzabile la scelta dell’Italia di puntare esclusivamente su questo simbolo del nostro stile di vita e della nostra cultura», dichiara Colomba Mongiello, Deputata Pd e vice presidente della commissione parlamentare d’inchiesta contro le contraffazioni.