Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Non sono tutti brutti, sporchi e cattivi. Non sono tutti Black Bloc. Come ha diritto di vivere Expo, lo stesso lo hanno gli antagonisti pacifici, e le loro manifestazioni. In queste ultime ore, poi, ci sono belle novità anche per gli amanti della Street Art, a Milano. La città è tornata a colorarsi di disegni, tag, stickers e chi più ne ha più ne metta, che prendono in giro l’ufficialità dell’Esposizione Universale, il suo immenso giro d’affari. Hanno invaso pareti vuote e cieche, e anche aree più nascoste. Noi ne abbiamo scovato uno (in realtà i muri sono due) in un angolo incantato di Milano, sul Naviglio della Martesana, poco alle spalle della stazione Centrale.
Che si vede? Dozzine e dozzine di stickers coloratissimi, a formare un murale, probabilmente messo in piedi la scorsa notte e chissà per quanto tempo ancora si avrà la fortuna di vederlo.
Perché come nella vera tradizione della Street Art, si tratta di un muro caustico, arrabbiato, un coro unanime che dice senza mezzi termini e con precisione chirurgica “Expo un cazzo!”. Eh già, è il fallo declinato in centinaia di maniere il protagonista, ma sempre come simbolo di contro-potere verso l’Esposizione. I riferimenti alla storia dell’arte, da Haring alle Zuppe di Warhol (che qui diventano zuppe di qualcos’altro) sono continui, in una pagina irriverente, coloratissima, e anche divertente. Che avrà di sicuro le ore contate, e che sdrammatizza un po’ una situazione che – come non poteva essere altrimenti – corre a binari paralleli.