19 aprile 2002

Fino al 5.V.2002 Sandro Chia – Miti e leggende Firenze, Sedi varie

 
Dopo più di dieci anni Sandro Chia torna a Firenze con un’esposizione che vuole cancellare il tempo, anche se, come egli dice, da questa città non si può mai andarsene...

di

Sandro Chia, dopo la grande personale del 1991 a Palazzo Medici Riccardi, torna nella sua città natale. E Firenze lo accoglie con gli onori che si riservano a un grande maestro. Così la sua presenza corre nel substrato del centro cittadino senza essere però mai invasiva. Quattro punti nodali ospitano la sua opera, che colloquia intima e rispettosa con l’ingombrante passato. Un’installazione di fronte a Palazzo Pitti , alcune sculture in bronzo nel Cortile dell’Ammannati e una grande divinità bronzea in Piazza SS. Annunziata, lasciata lì, dove il trasportatore l’aveva scaricata. Ma è nelle sale del Museo Archeologico che si coglie il senso più profondo di un’operazione a lungo meditata (la gestazione è durata circa due anni). Si nota dalla cura dei particolari, dagli studiati accostamenti formali e cromatici in cui le opere di Chia si amalgamano con reperti prevalentemente etruschi, che in questa fusione assumono una funzione “altra” e spesso si confondono con i manufatti originali dell’artista. Un allestimento ideato dallo stesso Chia, dove tavoli metallici creati alla bisogna espongono canopi chiusini e busti in terracotta e mosaico del terzo millennio, ex-voto e piccole capanne villanoviane con bronzetti di figure alate di un’unica ala, un piccolo cuore in mano ad offrircelo trepidi (i fratelli maggiori ci attendono nel cortile dell’Ammannati a Palazzo Pitti). A finire, urne bellissime, alabastrine di mistero totale. Alle pareti opere recenti per la prima volta esposte e alcune, celebri, dei decenni passati (Miracolo laico, 1985), con tutta la mitologia, il cromatismo e la plasticità della pittura di Chia. All’interno dei grandi archi che scandiscono la sala del Museo Archelogico, delimitati da sacchi decorati con il calco di un’antefissa etrusca custodita nei depositi del Museo (anche questo frutto dell’inventiva di Chia), si offre al nostro sguardo un unicum atemporale in cui ciascun singolo oggetto assume un significato diverso; e non si può certo parlare di travisamento o snaturamento della funzione di questi reperti dell’antico. Con che arrogante supponenza possiamo noi certificare com’era la loro vita primigenia? E non è forse una violenza anch’essa sulla loro, per noi arcana, esistenza primaria, quell’esporli così, nelle fredde bacheche di un museo? Ora, tutti insieme con queste pitture e queste sculture di classicità primigenia e di mediterranei colori, formano una corale d’arte che ci svela valori diversi e frantuma ogni differenza epocale. Quando nuovamente si separeranno, nuovamente saranno un’altra cosa, il loro significato rientrerà entro canoni più usati, e noi torneremo ancora a interrogarci sulla loro natura; ma ad una riflessione simile, forse, non dovrà sottrarsi nemmeno l’arte di Chia, e sarà certo un altro discorso.

link correlati
Sito ufficiale di Sandro Chia

Valeria Ronzani



12 aprile – 5 maggio 2002
Firenze, Museo Archelogico Nazionale, via della Colonna 38, Piazza SS. Annunziata, Piazza Pitti, Palazzo Pitti, Cortile dell’Ammannati
Orario: Museo Archeologico lun. 14.00-19.00, mar-gio 8.30-19.00, merc-ven-sab-dom 8.30-14.00
Ingresso alla mostra e visita al Museo € 4
Palazzo Pitti, Cortile dell’Ammannati tutti i giorni 8.15-18.30. Chiuso l’ultimo e il primo lunedì del mese. Ingresso gratuito
Informazioni: Museo Archeologico tel. 055-23575
Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio tel. 055-265171
Associazione Ellisse tel. 0583-469637 fax 0583-409314 e-mail ellisse@mailcity.com
Catalogo: Firenze, Polistampa, 2002 € 25.00


[exibart]

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui