Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Fare il punto di una situazione ancora in fase di definizione non è cosa semplice. Soprattutto, se si parla di Arte Contemporanea. Ancor di più, se l’obiettivo che si vuole raggiungere è la valorizzazione di una nuova generazione d’artisti.
Per farsi un’idea – parziale, ma estremamente articolata, dell’attuale scena italiana – c’ è tempo fino al 10 luglio per vedere “Wholetrain”. La mostra, è il risultato di un periodo di residenza che ha impegnato Marco Basta (Milano, 1985), Andrea De Stefani (Arzignano, 1982) e Giulio Delvè (Napoli, 1984).
L’esposizione, di per se’, è solo, metaforicamente, la punta di un iceberg. La parte “emersa” di un sistema più radicato e complesso, che prende il nome di: Progetto Mandrione.
Il progetto, il cui scopo è quello di “mappare criticamente una generazione”, facendone emergere i caratteri predominanti, è nato dalla sinergia di Daniela Bigi, sua ideatrice e curatrice e, dello spazio no-profit, Fondazione dell’Arte, che ospita l’iniziativa, arrivata alla sua terza edizione.
Come spiega Daniela Bigi – ‹‹le mostre che gli artisti in residenza costruiscono insieme devono essere dei percorsi di ricerca di un dialogo interno, niente affatto automatico e mai scontato››.
La particolarità del progetto risiede, infatti, nella sua stessa natura, nella sua forma mutante di: studio/cantiere/mostra, in divenire. Proprio in questa “dimensione transitoria”, gli artisti hanno la possibilità di condividere tutti i momenti del “fare”: dall’ideazione, alla produzione, fino alla costruzione di un progetto espositivo. Confrontandosi e condividendo spazi ed idee.
La Fondazione per l’Arte con “Wholetrain”, di fatto, ha perso l’aspetto di cantiere per indossare la veste, pulita e convenzionale, di sede espositiva. In cui restano però i segni, come piccoli rimandi semantici dell’esperienze vissute, che si rintracciano nell’uso dei materiali e di alcune tecniche impiegati dagli artisti che, assecondando le proprie esigenze, si sono appropriati dello spazio.
Marco Basta ha installato i suoi lavori nella parte più interna del capannone prediligendo una disposizione angolare che, involontariamente, rimanda alla valenza psicologica e simbolica dell’intimità e del rifugio. In linea con le sue ricerche legate al concetto di confine, di rapporto tra vuoto e pieno, ha ricostruito un luogo in maniera del tutto personale usufruendo, nel suo lavoro, della peculiarità manifatturiera del contesto circostante. Come si evince dalla presenza in mostra del vaso a doppia apertura, realizzato tramite la collaborazione di uno studio di progettazione di modelli 3D.
Andrea De Stefani, ha guardato al Mandrione come paesaggio, nella sua diversificazione e specificità di territorio multiforme, estrapolandone le contraddizioni. Le hai poi remixate e reintegrate nelle sue installazioni, dal grande impatto visivo. Il risultato ottenuto è un’atmosfera fatta di contrappunti in cui s’intrecciano vari livelli di lettura e di percezione.
Come un moderno archeologo, Giulio Delvè ha indagato il territorio circostante, sviluppando una relazionalità spiccata con le cose e le persone che ha incontrato. Catalizzando i dettagli del luogo ne ha riorganizzato il senso.
Stratificazioni di frammenti, materiali e non, animano i suoi lavori che riconducono ad una dimensione di costante sospensione tra ciò che intenzionalmente è inespresso e ciò che viene espresso intenzionalmente.
Con “Wholetrain” e più in generale nell’idea stessa del Progetto Mandrione, la sperimentazione artistica si riconferma espediente essenziale per la maturazione di linguaggi e modalità espressive complesse. Permettendo un piacevole confronto che apre a nuove condizioni di codificazione.
Marta Leteo
Mostra visitata il 22 giugno
Dal 10 giugno al 10 luglio 2015
Wholetrain, Progetto Mandrione #3
Fondazione per l’Arte
Via del Mandrione, 105 • HUB 5 • 00181 Roma
Orari: dal lunedì al venerdì 15:30-18:30