19 marzo 2016

Palmira libera, a quale prezzo?

 
L'Isis, attaccato via terra e aria, sarebbe "in fuga disordinata" dalla città-patrimonio-dell'umanità. Una buona notizia? Forse. Ma che forse nasconde anche una nuova tragedia in fatto di beni culturali, e distruzione

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Quando tutto sarà finito, forse sarà possibile fare la conta dei danni reali. Per ora, però, pare non vi sia la possibilità di verificare nulla sul campo. Palmira, il gioiello della Siria attaccato più volte dagli Jihadisti, che si sono accaniti contro il patrimonio archeologico, in queste ore sarebbe sotto attacco da parte dell’aviazione russa, che sta mettendo a segno qualcosa come una ventina di raid al giorno. 
Secondo il generale Sergei Rudskoy, direttore del dipartimento operativo dello Stato Maggiore russo, «Ci sono tutte le condizioni necessarie per assediare i terroristi dell’Isis a Palmira e sonfiggerli definitivamente», e aiutare quindi l’esercito del governo siriano a riprendere in mano la città.
Ma se l’esercito dell’Isis fugge, chi invece non ha gambe per andarsene e potrebbe subire ulteriori colpi mortali sono proprio i tesori della storia, già in diverse occasioni designati come l’oggetto di crimini di guerra.
Non vorremmo insomma che, per fare piazza pulita dagli squadroni della morte islamica, non si aggravasse ulteriormente la situazione del sito, anche se pare che i caccia di Mosca e di Damasco abbiano concentrato i loro attacchi nella parte orientale e verso l’aeroporto. 
Su un piano fanta-politico, ma non troppo, in caso di errori (accidentali o voluti) ai danni della cultura in un prossimo futuro sarà ben difficile individuare i veri colpevoli: russi, siriani, alleati o fondamentalisti, con raid aerei o con martellate, la coltre di mistero intorno all’area è ben lontana dall’essere svelata e quando il mondo potrà di nuovo rimettere gli occhi su ciò che resta di Palmira, e non solo, cercare i colpevoli sarà un nuovo, inutile, compito della storia contemporanea. (MB)

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