23 luglio 2016

Europa che spari e sfuggi

 
Lupi solitari, cani sciolti, psicopatici. Chiamateli come vi pare, fatto sta che l'Europa ancora una volta sembra essere un poligono di tiro, e stavolta di mezzo c'è quel rassicurante luogo chiamato centro commerciale, da oggi meno tranquillo

di

Almeno dieci morti e più di venti feriti, nel momento in cui scriviamo. Dopo i ferimenti sul treno, a Wurzuburg, è la volta di Monaco, dove si è consumata la tragedia che ha fatto il giro del mondo: spari in un centro commerciale, e una città paralizzata, dove le persone che hanno dovuto evacuare la stazione centrale hanno avuto crisi di panico, e dove le ferrovie hanno messo a disposizione vagoni per ospitare le persone bloccate.
Uno scenario apocalittico, dove la paura si confonde alla psicosi, dove nessuno si sente al sicuro, dove la minaccia è costante, sincopata, senza lasciare respiro.
Cinque anni fa, esattamente, avveniva la strage norvegese per mano Breivik: forse è un caso, ma pare che l’uomo accusato di aver sparato sia stato udito gridare frasi razziste contro i turchi, e contro “stranieri di merda”. Qualcun altro afferma che le parole, invece, erano le solite: “Allah Akbar”.
Rivendicazioni di matrice islamica? Nessuna. Odio razziale? Per ora nemmeno l’ombra. Fatto sta che l’uomo, stando ad altre fonti, forse è morto suicida a un chilometri circa dall’attacco, da quel McDonald rassicurante di un giorno qualunque, in un centro commerciale come ovunque in Europa. Quell’Europa densa di valori che, dalle mani dei suoi stessi cittadini, stanno fuggendo al galoppo. (MB)

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