Il nuovo migrante d’eccezione si chiama Robert De Niro. Fa l’attore, è nato a New York nel ’43 ma ha le origini dalle parti di Ferrazzano, in Molise. Ha la cittadinanza italiana dal 2006, ed è iscritto anche alle liste dell’AIRE (l’anagrafe degli italiani residenti all’estero), e odia Donald Trump. L’ha sempre detto.
Anzi, in un video aveva detto: «È così stupido. È un cane, un maiale. Un artista della stronzata. Non paga le tasse, è un disastro nazionale. Mi fa arrabbiare il fatto che questo Paese sia arrivato al punto di consentire a quest’idiota di arrivare sin qui». Peccato che il Re della stronzata oggi sia il Presidente e che ieri abbia avuto il primo colloquio con Obama, l’uscente. Colloquio che tra l’altro, il Presidente ancora in carica, ha dichiarato essere stato “eccellente”. «Ho la cittadinanza italiana? Si, probabilmente dovrò trasferirmi lì….», ha detto De Niro in una intervista. Sarebbe il primo dei fuoriusciti. Di coloro che rinnegheranno, almeno per un po’, la bandiera a stelle e strisce che da sempre fa invidia a chi statunitense non è. E questi nuovi migranti, il popolo italiano e anche i politici, li vorrebbero ben volentieri. Vedremo se De Niro metterà davvero piede a Ferrazzano in segno di protesta. (MB)
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Paradossalmente, Robert De Niro, tornando nell’italica terra patria, sembra seguire proprio la linea di Trump sui migranti.
È un dato di fatto che al tramonto molti soffrano di nostalgia per le terre dei propri avi, come il mitico cimitero degli elefanti.
Così, dopo un ventennio di migrazioni forzate, metà del mondo conoscerà un ventennio di ritorni forzati.
È così che dominano l’economia, ma non cambia proprio nulla: le persone vedono sempre e solo la palla che va da destra a sinistra e viceversa.