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Il nemico battuto quando si ritira fa forse più danni di quando era al potere. La ritirata di oggi dell’Isis non smentisce questa macabra tradizione. E , per restare da quelle parti, la memoria va a quando, dopo la Guerra del Golfo, le truppe di Saddam Hussein bruciarono e aprirono pozzi di petrolio nel Kuwait sversandolo in mare e causando veri e propri disastri ecologici.
Sebastiao Salgado, il celebre fotografo brasiliano, c’era e ha documentato il tutto con il suo infallibile obiettivo. Stavolta, facendo a meno di quell’effetto un po’ patinato, ravvisabile quando ad esempio fotografa gli ultimi della terra che si fanno un gran mazzo sui campi e che risultano avvolti in un effetto flou piuttosto estetizzante – Salgado ha fotografato a ciglio asciutto. Raccontando la follia della post guerra, il pensiero criminale di Hussein, senza rinunciare alla grandiosità lirica del suo bianco e nero. Il tutto per una bella edizione di Taschen.