16 marzo 2017

Bando agli scandali a Versailles

 
Un programma "light" contro le polemiche: la nuova vita di Versailles mette la parola fine ai "solo show" dei più grandi artisti contemporanei, scegliendo la logica del gruppo. Che male, probabilmente, non farà a nessuno

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Ohibò, vuoi vedere che anche i francesi, sempre così liberi e laici, sono preoccupati del “giudizio”? Le cose pare stiano cambiando a Versailles, dopo il decennio di mostre affidate a grandi “colossi” del contemporaneo, talvolta aspramente criticati – come nel caso di Jeff Koons – e altre volte letteralmente presi di mira, come avvenne nell’anno 2015 con Anish Kapoor, che non ha avuto quasi nemmeno una settimana di pace. 
E così la nuova direttrice Catherine Pegard, ha annunciato il passaggio del Castello verso i “group-show”. Si comincerà quest’autunno, in occasione di FIAC, con 10 artisti i cui nomi non sono ancora stati rivelati. L’ex direttore del Musee d’Art Moderne Alfred Pacquement curerà il programma, lavorando a stretto contatto con il Palais de Tokyo per una mostra nei giardini.
Insomma, tutto fa pensare che il più grande simbolo del vecchio potere francese non voglia più “sporcarsi” con “robe” di oggi, tipo il Dirty Corner di Kapoor vandalizzato con scritte antisemite o, ancora, che non voglia più sentirsi accusato di aver installato tra le stanze del Re dei “profanatori” della storia, come Koons appunto. E forse anche Pegard, criticatissima al momento della sua nomina, visto che il contratto lo scorso anno le è stato rinnovato per altri tre anni, non vuole più avere rogne e passare come colei che invece di portare alla Reggia la grande arte ha portato il giornalismo anche scandalistico. Ma dov’è finita la “grandeur” delle idee e delle visioni che ha sempre contraddistinto i nostri vicini? (MB)

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