06 aprile 2017

Fino all’8.IV.2017 Will Benedict, Fiction is a Terrible Enemy Fondazione Giuliani per l’arte contemporanea, Roma

 

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Quella di Will Benedict (Los Angeles, 1978) è una dichiarazione netta fin dal titolo, “Fiction is a Terrible Enemy”, un messaggio chiaro e indiscutibile che guida le opere esposte in questi giorni presso la Fondazione Giuliani di Roma in un eclettico dialogo tra diversi media, un percorso complesso che torna più e più volte su un concetto, ciò che è reale non è necessariamente vero.
Animatori di questa dicotomia sono certamente i mezzi di comunicazione, la televisione, il web, i social media, strumenti che hanno invaso ogni campo esistenziale condizionando la società, i contatti tra le persone e ogni singolo individuo fino a una sorta di dittatura mentale, un vero e proprio regime occulto, condizione culturalmente riconosciuta e ormai assunta a stato normale delle cose.
Le opere di Benedict indagano il mondo contemporaneo in un’immaginaria esasperazione degli aspetti più critici della situazione storica attuale. Nei suoi video la realtà viene letteralmente assimilata, digerita e rigettata in una comunicazione senza filtri, come in The Bed That Eats dove un letto disfatto, dopo aver ingurgitato tutto quello che gli si presenta davanti, diventa tramite del viaggio dello spettatore in un universo nascosto dove a predominare sono i simboli del consumismo globale immersi in un disturbante giallo McDonald.
I video sono certamente una parte essenziale della produzione dell’artista, una sovrapposizione di musica, quella della band post industrial/noise Wolf Eyes, e di immagini riprese dal web elaborate nella creazione di realtà alternative, reali distopie in cui le tendenze sociali, politiche e tecnologiche del presente sono portate agli estremi.
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In I AM A PROBLEM (T.O.D.D.) Benedict propone la sovrapposizione ideologica alieno/migrante e sceglie appunto un alieno come ospite nel programma del giornalista americano Charlie Ross in una paradossale intervista sull’urgente tema dell’immigrazione, mentre in I AM A PROBLEM (Enemy Ladder), proiettato per la prima volta, il contrasto tra la rassicurante immagine di una donna che legge un libro all’interno della propria casa e il concitato assalto di una squadra S.W.A.T., proprio all’esterno di quella casa, dà luogo a quel gap sul quale l’artista lavora insistentemente, colmato solo attraverso un’ipnotica e martellante sequenza di immagini.
Nelle opere di Benedict gli eventi si svolgono in un non-luogo e in un non-tempo, un perenne presente che è la base da cui parte il suo intervento, una tendenza che si rintraccia anche nei quadri esposti, in tela e poliestere, dove si alternano immagini ritagliate e poi incollate, pittura, colore e disegno. Slogan come “Stop and Frisk”, associato alla foto di un uomo che esce da Wall Street, in riferimento alla pratica voluta da Bloomberg, ex sindaco di New York, che autorizza la polizia a fermare e perquisire le persone per strada, ci restituiscono il clima di controllo fisico, economico e mentale esercitato quotidianamente su tutti noi.
Come scriveva già George Orwell in 1984 “Tu pensi che la realtà sia qualcosa di oggettivo, di esterno, qualcosa che abbia un’esistenza autonoma […] la realtà esiste solo nella mente, in nessun altro luogo”.
Sara Maria d’Onofrio
mostra visitata il 15 febbraio
Dall’ 11 febbraio all’ 8 aprile 2017
Will Benedict, Fiction is a Terrible Enemy
Fondazione Giuliani per l’arte contemporanea
via Gustavo Bianchi 1, Roma
Orari: da martedì a sabato dalle 15:00 alle 19:30 e su appuntamento
Info: www.fondazionegiuliani.org

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