21 agosto 2002

Beato Angelico Annunciazione

 
Il vero nome di quest'artista fu Guido di Pietro Tosini, divenne poi fra' Giovanni entrando nei padri Domenicani, il soprannome Beato gli fu affibbiato a furor di popolo per la vita in odore di santità, ed Angelico è legato alla sua pittura, sempre di soggetto religioso, appunto angelica...

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Il dipinto in questione fa parte dei più di cinquanta affreschi che l’artista eseguì nel convento di San Marco a Firenze, dove risiedette diversi anni. L’edificio fu ampliato e rimodernato da Michelozzo, l’architetto preferito di Cosimo de’ Medici il “padrone” della città; quest’ultimo infatti favorì e finanziò abbondantemente il progetto, pare anche che si ritirasse di tanto in tanto in questo convento in meditazione e preghiera.
I lavori di ampliamento durarono dal 1437 al 1443 circa, mentre i cinquanta dipinti eseguiti dall’Angelico con parecchi aiuti furono completati fra il 1438 ed il 1446. Queste opere vennero affrescate in tutte le celle dei monaci, nei luoghi di uso comune del convento, nel chiostro e nel capitolo, rappresentano scene della vita di Cristo o comunque delle Sacre scritture, e dovevano principalmente aiutare i frati nella meditazione e nella preghiera.
Il dipinto di cui parliamo raffigura l’Annunciazione, episodio tratto dal Vangelo di Luca, quando l’angelo Gabriele va dalla Madonna e le annuncia che partorirà il Messia; il pittore ha fermato l’attenzione nel momento in cui l’angelo è appena arrivato e si inginocchia per salutare la Vergine, che a sua volta rimane turbata dall’improvvisa apparizione. Al tempo l’iconografia prevedeva diverse possibilità per dipingere quest’episodio, ovvero si potevano rappresentare i diversi momenti dell’avvenimento, che convenzionalmente erano cinque, in questo caso l’Angelico ha immortalato, come abbiamo visto, il primo.
L’affresco è situato in un corridoio del convento, e per come è strutturato sembra una finestra che si apre su una scena reale, con personaggi veri, o così almeno doveva apparire agli occhi dei frati, che erano molto meno smaliziati di quelli di un osservatore moderno; l’impressione di verosimiglianza è accentuata anche dalle architetture dipinte (colonne, volte, archi) che riprendono esattamente quelle realizzate da Michelozzo per il convento. Scopo dei dipinti infatti era certamente quello di illustrare le scene sacre, ma soprattutto doveva aiutare il religioso a “rivivere” la scena nella sua meditazione, doveva facilitarlo nella preghiera; esistevano al tempo infatti dei veri e propri manuali che insegnavano l’orazione e che consigliavano di formarsi delle immagini mentali.
Beato Angelico, Annunciazione. Firenze, Museo di San MarcoL’opera rientra pienamente nel Rinascimento fiorentino, per la prospettiva e la esatta definizione dello spazio, che si può definire senza dubbio illusionistico, la scena è quasi simmetrica, e l’inserimento dei due personaggi in due arcate contigue ricorda le ante di un polittico. Le posture sono estremamente naturali e spontanee, mentre tutto all’interno del dipinto contribuisce a creare un’atmosfera pacata e meditativa, accentuata probabilmente dal bel giardino alla sinistra del dipinto.
E’ probabile che il luogo abbia influenzato le scelte dell’artista, nel senso che essendo destinata ad un convento, l’opera dà un’impressione di sobrietà, di pacatezza, di rigore come si può notare dalla compostezza delle figure e dai colori tenui e dagli abiti molto semplici, mentre vi sono altri esempi di Annunciazioni dell’Angelico in cui prevalgono i colori vivaci, i vestiti sfarzosi e ricchi di decorazioni, ed in generale rendono all’osservatore tutt’altra impressione.

bibliografia essenziale
Cornini Guigo, Beato Angelico, Giunti (Gruppo Editoriale) – € 3,50
Hood William, Beato Angelico, Il Convento di San Marco a Firenze, SEI – € 15,49
Gli affreschi del Beato Angelico nel Convento di San Marco a Firenze, Allemandi – € 51,65

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Progetto editoriale a cura di Daniela Bruni

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