17 settembre 2002

fino al 31.X.2002 Poema a fumetti – Dino Buzzati Belluno, Palazzo Crepadona

 
Un meritato omaggio a Dino Buzzati, giornalista, romanziere, commediografo, ma anche poeta d’arte, pittore e fumettista di grande intuito, a trent’anni dalla morte…

di

Il Comune di Belluno, l’Associazione Internazionale Dino Buzzati e i Comuni di Feltre e Limana rendono omaggio al talento artistico di Dino Buzzati dedicandogli incontri, convegni e due mostre inedite. L’intero progetto si articola a partire dal suo capolavoro Poema a fumetti.
A Palazzo Crepadona 300 pezzi tra foto, documenti, tavole a china e dipinti ricostruiscono tutta la Dino Buzzatistoria “materiale” e culturale del laboratorio buzzattiano che, in due anni di lavoro, portò a compimento il volume.
Pubblicato nel 1969 e vincitore del premio “Paese Sera” per il miglior fumetto dell’anno, Poema a fumetti allora raccolse giudizi scandalizzati e perplessi in gran quantità. Un libro singolare col quale, per la prima volta, un genere letterario “alto” prende forma e sostanza in un fumetto contemporaneo. È una rielaborazione del mito di Orfeo, che si svolge nella Milano degli anni Sessanta, con protagonisti familiari all’autore (la moglie Almerina, il pittore Antonio Recalcati, la modella Runa Pfeiffer), ambientati in un mondo realistico, parallelo a quello dei vivi, ma immaginario, un mondo dove il tempo non esiste, dove serpeggia la morte ma è preclusa la libertà di morire, dove l’atmosfera è greve d’ansia, di mistero e d’intrichi. Nell’esposizione bellunese – curata da Maria Teresa Ferrari – il visitatore è condotto, pagina per pagina, attraverso la costruzione poetica e figurativa del libro in una carrellata di nudi carnali, d’erotismo, di richiami alla pop-art, autocitazioni e citazioni da opere e motivi di altri artisti. Poema a fumetti mescola e incrocia linguaggi, generi, sperimentazioni artistiche e letterarie, ingredienti che oggi definiremmo postmoderni. Qua e là compaiono le icone pop di Liechtestein, il telefono molle di Salvador Dalì, gli effetti di diplopia causati dai volti di donna con quattro occhi (già visti con Man Ray e André Breton), la giacca di René Magritte , il treno a più piani (ideato da Buzzati per la scenografia di Dino Buzzatiun film di Federico Fellini, mai realizzato), le sexy-eroine delle riviste erotiche proliferanti negli anni ’60, e le suggestioni dal fumetto nero per adulti, Diabolik .
Con Buzzati temi e soggetti fino allora rivolti ad un pubblico adulto prendono la forma del fumetto e molti artisti e fumettisti (o “fumettari” cosi come Lorenzo Mattiotti – presente al convegno bellunese del 12 settembre – ama definire se stesso e quanti fanno fumetti al di fuori delle regole della fumettistica tradizionale) iniziano a lavorare sulla contaminazione dei generi.
La mostra allestita alla Galleria Rizzarda di Feltre e curata da Roberto Rota raccoglie dunque 24 opere di artisti italiani e stranieri (Buzzati, Augusto Daolio, Max Hamlet Sauvage, Bruno Vidoni …) idealmente unite dalla voglia di raccontare storie. Opere, che proprio come quelle buzzattiane, si rifanno ora al mondo del fumetto, ora a quello della cultura popolare, ora a quello della fotografia d’arte attenta alle suggestioni dell’eros.

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caterina de march
mostra vista il 13 settembre 2002


Belluno, Palazzo Crepadona, dal 13 settembre al 31 ottobre 2002
info: tel. 0437-94821; buzzati@comune.belluno.it; www.comune.belluno.it,
Feltre (Belluno), Galleria Rizzarda, dal 14 settembre al 31 ottobre 2002 (info: tel. 0439/885242/34). Catalogo: Edizioni Mazzotta


[exibart]

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