24 settembre 2002

fino al 6.X.2002 Yoko Ono – Ex it Venezia, Piazzale Ravà

 
“Immagina un mondo senza guerre, senza religioni, immagina tutte le persone vivere in pace, tu dirai che sono un pazzo sognatore...”. E’ una canzone che abbiamo ascoltato migliaia di volte, noi e il mondo intero. Exibart ha incontrato a Venezia Yoko Ono...

di

Eccolo l’inno nazionale di Nutopia, quel luogo creato da John Lennon e Yoko Ono, e che quest’ultima ricorda al Lido di Venezia presentando “Ex It ”, opera realizzata per l’Open 2002 quinta esposizione internazionale di sculture e installazioni.
Lei, la donna che in una casa tutta bianca con un pianoforte tutto bianco ha fatto sognare a Lennon l’utopia di “Immagine ”. Che è diventata l’utopia di milioni di persone in tutto il mondo. Oggi a Venezia, con una installazione di cento bare in legno dalle quali spunta un ulivo. Un modo per parlare di pace, e raccontare la vita passando attraverso la tragedia della morte. Yoko Ono spiega: “Ho scelto l’ulivo per esprimere il senso della rinascita. L’idea è venuta fuori da una visione che ho avuto al Palazzo della Ragione di Padova: entrando in una bellissima sala da ballo ho visto file di impiccati. In quel momento mi dissero che in passato quella sala era stata usata per le esecuzioni capitali. Poi ho visto uomini donne e Yoko Ono Ex It OPEN2OO2bambini dentro le bare, e immediatamente dopo alberelli che uscivano da esse, che crescevano e diventavano un’immensa foresta dove cantavano gli uccellini… Cominciai a piangere. Ecco come è nata quest’opera. E’ la memoria dell’orrore, del dolore ma anche il sogno di una rinascita ”.
Il concetto della rinascita fondamentale per lei, che un giorno maledetto del 1980 vide morire il marito John Lennon, ucciso da uno sconosciuto, e che dovette da lì ricominciare, rinascere.
Eccola adesso a rappresentare uno strano Paese. Ci sono artisti finlandesi, inglesi, americani, ciprioti, ma se si cerca Yoko Ono, in catalogo, bisogna andare a cercarla sotto il paese di Nutopia. Quando poi la si incontra lei ti dà un bigliettino, “E’ il passaporto di Nutopia”, dice. Come? “Sì, è un paese immaginario, concettuale, lo abbiamo creato nel 1973 io e John. Non ha terra, dogane o confini. Può essere abitato da chiunque voglia. E se lo abiti diventi ambasciatore nel mondo ”.
Ma se le si chiede che fine hanno fatto le utopie degli anni ’60, l’ambasciatrice di Nutopia, signora Ono, liquida in poche parole.
Yoko OnoE’ stata una rivoluzione fatta ad uso e consumo dei maschi, compiuta attraverso tanta droga. E la droga uccide ”.
Cosa si prova a essere considerata un mito? “Io non sono un mito, sono un individuo. In realtà tutti possiamo essere dei miti ”. Già, nel Paese di Nutopia forse siamo tutti dei miti, quelli che tutto il mondo conosce e quelli che non ti conosce nessuno.
Il futuro? “Non penso mai al futuro, non faccio progetti. Il mio futuro è l’attimo ”. E forse in questa risposta c’è un po’ di passato, degli anni in cui il paradosso e l’utopia, il voler giocare col tempo e con i suoi obblighi, il cercare in mille modi un’impossibile libertà, era una cosa da fare, e sembrava persino di riuscirci.
Passata attraverso mille tempeste, mille dolori e mille cambi di pelle, madame Ono ce l’ha fatta a continuare a sognare. Rimanendo libera, a giocare col tempo.

articoli correlati
Yes, Yoko Ono
The Fluxus Constellation
link correlati
Un sito tutto dedicato a John Lennon

ilenia suma


Fino al 6.X.2002
Venezia – Ex It, Yoko Ono, Piazzale Ravà . I
nfo: (39)041 5264546.
Ingresso libero.


[exibart]

1 commento

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui