05 ottobre 2002

fino al 1.XII.2002 Erwin Wurm Bologna, Galleria d’Arte Moderna

 
Strane e improbabili presenze oggettuali, corpi e sottili sistemi di forze: Erwin Wurm propone fotografie, video e installazioni, ma preferisce definirsi scultore…

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L’intero percorso creativo dell’austriaco Erwin Wurm è presente attraverso una campionatura dei suoi lavori in questa prima personale italiana, allestita negli spazi della GAM di Bologna, reduce dall’esposizione estiva al Palais de Tokyo e realizzata in collaborazione con altre strutture museali (Neue Galerie Graz presso Landesmuseum Joanneum, il Centre National de la Photographies di Parigi e il Center for Art and Media a Karlsuhe). Dagli interventi intorno al tema dell’abbigliamento, con Erwin Wurm - Fat Carsovrapposizioni di abiti, tessuti, involucri sintetici che diventano surrogati del soggetto e al tempo stesso ne denunciano l’assenza, alle sue sculture-installazioni, le numerose serie fotografiche, i video e i filmati che documentano insolite azioni quotidiane di puro non-senso, sovvertimenti imprevedibili e ironiche decontestualizzazioni. La Fat Car(2001) all’ingresso dello spazio espositivo, ha un impatto straniante, giocata sull’anomalia e l’artificio, è un’Alfa Romeo all’apparenza soffice e gommosa, le cui forme sagomate e i tipici profili, sembrano gonfiarsi e deformarsi in un processo incontenibile, quasi una messa in scena di una situazione onirica. ’Quanto tempo dura un oggetto? A partire da quando si trasforma in performance? In che momento un’azione diventa scultura?’, questi gli interrogativi intorno al lavoro di Wurm, l’analisi del processo creativo e le sue fasi, il rifiuto della riduzione tradizionale della scultura alla staticità e l’interesse per la dimensione corporea, a volte quella dell’artista, trasformata, rovesciata, spesso ridicolizzata. Le sue fotografie sono sculture ibride, tra corpi ed elementi assemblati, sono un’indagine ironica su come le sembianze umane, in questi passaggi di mezzo, assumono consistenza oggettuale in bilico tra il detournement di oggetti banali e i corpi usati come prosaici materiali. L’assurdo e l’irrazionale si insinuano attraverso sottili oscillazioni di senso e sfasamenti percettivi, nella normalità anestetica delle nostre apparenze quotidiane. All’immobilità dell’oggetto Erwin Wurm - Indoor Sculpturesscultoreo Wurm sostituisce l’idea della durata, la scansione temporale, la transitorietà di un’azione colta in un istante e da cui nascono le One Minute Sculptures(1997-2001): sculture che non durano più di un minuto, al limite tra l’azione performativa e la fissità della posa, sono micro-avvenimenti compiuti da un pubblico-attore che attraverso le riprese video e le sequenze fotografiche, fissano il lasso di tempo in cui l’opera appare, ambiguamente sospesa tra l’intervallo che la precede e la risoluzione che segue. L’equilibrio e la fragilità, la precarietà e l’effimero, le incongruenze sottese a gesti banali di ordinaria normalità, si sviluppano nella ricerca di Wurm a partire dalle relazioni tra corpi, oggetti e forza di gravità, seguendo una logica dell’assurdo che si traduce in situazioni bloccate e spesso paradossali, in cui la componente ludica trasforma il gesto minimale.

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galleriadartemoderna.bo.it
stmk.gv.at
palaisdetokyo.com/update/fr/prog/expo/wurm.html

elvira vannini
mostra visitata il 26 Settembre


Erwin Wurm
Bologna, Galleria d’Arte Moderna, Piazza Costituzione 3 (zona fiera)
Ingresso 4 euro, ridotto 2 euro
Orari mart/dom 10-18, lunedì chiuso
Tel. 051502859


[exibart]

3 Commenti

  1. Una bella mostra, ma non salverei tutto!
    Le foto, in particolare, sono poco interessanti rispetto alle altre opere (video e vestiti/sculture). La parte interattiva, inerente al gioco con gli oggetti sparsi sulla piattaforma, è forse la più innovativa e originale.

  2. Proprio le fotografie mi piacevano e alcune mi facevano ridere addirittura, (immaginatevi essere da soli nella GAM e ridere…), ma l’opera piú divertente e sorprendente, oltre alla piattaforma, secondo me, è il video piccolo, proprio perché sembra semplice, ma originale.

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